Le crepes susettes e il Buon Dio
Angela si tolse i bigodini e si spazzolò i capelli; il risultato non era eccellente ma lei si accontentò. Guardò fuori della finestra: era iniziata la primavera e i peri e gli albicocchi erano in fiore, una vera festa per gli occhi, meno per il palato a causa della scarsa produzione.
Le piante erano giovani e nonostante le cure del marito Nedo, non producevano molta frutta. Anzi poca. Anzi pochissima. L’anno precedente erano maturate solo due albicocche, mangiate dagli uccellini e tre pere cascate in terra.
Nedo era prossimo alla pensione, dopo una vita passata dietro ad uno sportello in posta; nei primi anni di lavoro, era stato addetto ai telegrammi, allora erano usati spesso per annunciare matrimoni, nascite, morti e disgrazie.
Col tempo furono usati solo quelli per decessi e disgrazie, poi morì d’inedia anche il telegramma e nacque l’e-mail.
Nedo passò allora ad altre mansioni, un poco dispiaciuto perché gli era negato il privilegio di partecipare, anche se casualmente, alle gioie e ai dolori degli altri. Gli sembrava di perdere un ruolo.
Sue grandi passioni erano il giardino e l’orto, dove si sforzava di produrre insalatine, basilico e fiori, con poca fortuna e molti insulti al suo cane, che con metodo nazista, sradicava tutto, durante la sua personale guerra alle lucertole.
Angela invece si dedicava con vigore alla cucina; i suoi pranzi domenicali erano un vero festival del colesterolo.
Preparare pranzi per 12-15 persone era una gioia, perché ormai la sua creatività si poteva realizzare solo così.
Da giovane si era sentita pronta per grandi destini. Avrebbe infatti voluto studiare per diventare insegnante, medico, scienziato, insomma qualcuno!
Il postino del paese però era troppo bello e simpatico, così rimase incinta; vennero poi altri tre figli e ad ogni nascita gli interessi e i desideri di Angela sprofondarono sempre di più nel cassetto.
Non si era però persa d’animo, ogni momento libero l’aveva dedicato a leggere libri, che quasi trangugiava, mai saziando la sua curiosità. I libri erano la sua personale finestra sul “mondo altrove”. Seguiva tutti i documentari, tutti i dibattiti e programmi d’informazione della TV e ormai ne sapeva di più sui tapiri e i debiti del terzo mondo, che su i vicini di casa.
Quella domenica aveva deciso di preparare le crepes susettes ai gamberetti e accese quindi come al solito la TV, dove in quel momento si discuteva del famoso peccato originale.
Mentre rompeva le uova nella ciotola, pensò: “Ma in che senso originale…originale come a dire che era un’idea balzana? oppure originale come origine…ma allora bastava dire adamale o evale poiché c’erano solo loro due!”
Aggiunse la farina al punto in cui i peccati dei padri ricadono sui figli: questa proprio non l’aveva mai digerita. “ Eh già, mio padre svaligia una banca e io vado in galera: non mi sembra proprio il caso!”
Mise il burro sciolto insieme al resto facendosi coinvolgere nelle piaghe d’Egitto: avrebbe voluto intervenire nel dibattito, con tutte le sue teorie, che sarebbero state sufficienti a riscrivere la storia della religione. Teorie elaborate mentre stirava o faceva la maglia; teorie derivate dai libri letti, miscelati, stravolti senza pudore, per la semplice soddisfazione di dare al mondo la sua personale versione dei fatti.
Per prudenza però, delle sue idee non ne parlava molto, conscia che la sua era una specie di rivalsa verso quel destino di grandezza che le era sfuggito: aveva in pratica a sua disposizione un mondo alternativo e nascosto, dove ci sguazzava con soddisfazione da vera protagonista.
Con la religione aveva poi un rapporto particolare: saltava a piè pari tutto il contorno e si rivolgeva a Dio in diretta, da pari a pari, senza nessuna gerarchia, come si fa con un amico.
Angela cominciò a cuocere le crepes nel momento in cui il dibattito si concentrava sull’evoluzione, i toni di voce erano sempre più accesi, pareva una tribuna politica.
La Fede si scontrava con la Scienza, come al solito.
Girando una crepes, Angela, rivolta alla TV lanciò un secco: “ E bravi, ….ci manca solo che ci facciate votare, dai!”
Più il discorso si accalorava, più Angela voleva dire la sua e quasi si strozzava per non poter sfoggiare le sue famose idee personali.
Ad un certo punto, brandendo un mestolino si rivolse alla finestra aperta esternando a voce alta: “ Hey tu lassù, diglielo che si calmino….tanto IN TEORIA OGNI TEORIA E’ VALIDA! Non c’è bisogno di fare tanto chiasso!”.
Questa battuta era la sua invenzione preferita.
Una voce rispose: “Dici a me Angela?”
La donna si sentì ghiacciare, le si rizzarono i capelli in testa e ammutolì!
Aveva osato troppo con le sue esternazione rivolte all’Inquilino di Lassù?
Incredula inforcò in tutta fretta gli occhiali e mise a fuoco Nedo che passava davanti alla finestra con la sua carriola di terriccio.
“ Oh, caro, ti avevo scambiato per il Buon Dio!!”
“Via, cara, non esagerare!”
Nedo si allontanò sorridendo, un poco sorpreso, un poco compiaciuto da tanta improvvisa considerazione.
Angela stette un momento immobile, spense la TV e poi ridacchiando si concentrò sui gamberetti.