Va bene anche così,
così come aveva sempre dovuto essere. Anzi, non essere.
Perché presto se ne sarebbe andato via. Bastava solo un po’ di coraggio nel lasciare i posti che aveva amato, in cui aveva creduto.
Tutto era pronto, valigia, biglietto, prenotazione.
Destinazione su uno zero che parlava di scogliere selvagge, lande marine spazzate via dal vento del Nord, di schiuma bianca su cui osservare il volo radente di gabbiani solitari, il loro rauco sopravvivere; la nuova vita in un nuovo continente.
Nella bacheca della pizzeria qualcuno aveva lasciato un post-it.
Malamud -“nella vita di un uomo, prima o poi, arriva un giorno in cui, per andare dove deve andare, se non ci sono porte né finestre, gli tocca sfondare la parete”-
Questo era il coraggio ? sì, forse era quello il coraggio.
Quello di farsi trovare altrove, smarrito o ritrovato su un meridiano a nord o a sud di qualcosa,
di un’altra vita, di un altro orizzonte in cui realizzare che anche il timbro della propria esistenza può avere la stessa rauca sintonia di un gabbiano che tenta timidamente di vivere, attraversando la furia delle onde nel suo volo maldestro.