Aspetto un’alba
che mi porti il canto della tua nascita.
Così recitò il mare
sussurrandomi l’onda nel dolore,
sono passati giorni di cemento
dentro le mie vene
giorni di irrespirabili momenti
e stavo sola a guardare l’orizzonte
stavo ferma,
immobile
celebrando la mia statua di pietra
gravida
l’aria dell’estate, bucando assenze
mi tolse la memoria.
Tornai ogni giorno, mare,
con i pugni chiusi nelle tasche
le nocche illividite
ma tornai
lasciando a te quell’onda che
scavava lastre di pietra sul mio viso;
ho vissuto un giorno in più
in quel meno che conosci
ma adesso sono qui, mare.
Aspetto.
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Alkimias
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