IL RUMORE DEL CIELO/SUSSURRI DI COLORE - DANIELA MICHELI

La penna del giorno ha scritto:

Complessità per il non detto Mammolina o per la costruzione dello stesso?

per entrambe le cose, la mancanza delle virgolette nel discorso rende difficile decifrare esattamente il dialogo, ponendo quasi "la rivelazione" della protagonista in un non detto, e questa costituisce poi la costruzione della narrazione stessa. è gioco ad incastro in cui tutto esattamente combacia, a noi lo sforzo di ricostruire il puzzle.. giustamente...

Perfetto. Hai capito anche il senso della formattazione del secondo brano, lasciato appositamente senza distacco tra una voce e l'altra. Ci avrebbe decisamente perso, a mio avviso, se fossero state distinte. E' uno dei motivi per cui il lo preferisco al primo.
Grazie dell'attenta lettura e delle preziose rilevazioni

La penna del giorno ha scritto:

Perfetto. Hai capito anche il senso della formattazione del secondo brano, lasciato appositamente senza distacco tra una voce e l'altra. Ci avrebbe decisamente perso, a mio avviso, se fossero state distinte. E' uno dei motivi per cui il lo preferisco al primo.
Grazie dell'attenta lettura e delle preziose rilevazioni

grazie a te per le belle letture, in particolare per la seconda! renata

La penna del giorno ha scritto:

Sorcio, mi è venuta un'interpretazione di lettura diversa leggendo i tuoi commenti: pensa all'immobilità della morte, al silenzio della morte. Il temporale come nuovo sussulto di vita. Quindi il terrore del silenzio come terrore di morire che si apre in una liberazione ai primi brontolii del tuono e da lì si scaccia il terrore in quanto ci si rende conto di essere ancora vivi.

Buongiorno, ragazzi: arrivo solo ora (come sempre, di primo mattino non ce la fo...) ma ho letto attentamente i due brani: che belli!
Il primo, confesso, mi è piaciuto un pelo di più del secondo (che pure ho trovato incantevole, con il penetrare, quasi con l'aiuto di uno psicanalista, nel remoto dell'animo di questa donna fortunata). E l'ho capito proprio così, come dici qui, caro PdG.
[ovviamente mi rivolgo a te al maschile, perché il protagonista è maschio, oppure, non so perché...]
Il silenzio della morte aleggia tutto intorno... e i brontolii del temporale e l'azione della pioggia che scroscia sono stati liberatori quanto (mi si perdoni l'accostamento non so quanto gradito a PdG) il temporale che purifica dalla peste ne I Promessi Sposi...

Ora vado a leggere gli altri commenti.

Ciao, Almitra, buon giorno.

La penna del giorno ha scritto:

Sorcio, mi è venuta un'interpretazione di lettura diversa leggendo i tuoi commenti: pensa all'immobilità della morte, al silenzio della morte. Il temporale come nuovo sussulto di vita. Quindi il terrore del silenzio come terrore di morire che si apre in una liberazione ai primi brontolii del tuono e da lì si scaccia il terrore in quanto ci si rende conto di essere ancora vivi.

Questa lettura è ancora piu' bella, anche se la comprendo in un contesto piu' ampio.
e forse piu' che l'immobilita' della morte, perche' il tuo testo non e' immobile, vedo il panico di crederla e di sentirla arrivare, quella sospensione di sudore freddo è molto di piu'.
tutto questo mi conferma che' e' nato un gran testo

Ma dov'è Pen Na?

Come mai non viene a dire la sua?

Dice Sorcio: "tutto questo mi conferma che è nato un gran testo"
Effettivamente a me è sembrato un gran bel testo e avverto con sgomento l'inadeguatezza di ciò che ho scritto io...

Sono ancora in tempo a ritirarmi dalla tenzone?

Che bei commenti che avete lasciato, ragazzi!
PDG, puoi ritenerti molto soddisfatta, chiunque tu sia

Al stavo pensando alla stessa cosa

Siamo ancora in tempo io e Al a ritirarci dalla tenzone, oppure che vengano postati fuori concorso il 15 di agosto.
giusto All.
Scusami ho unito la mia voce, cosi' magari lo staff ci sente meglio.

Una dello Staff non ci sente da quell'orecchio, spiacente....
Fatto bene io a non scrivere gnente, quasi me la sentissi

ecco ero gia' preoccupato di mio, e adesso tu noc me lo confermi.

che cosa e'? quasi me la sentissi ?

Carissima Noc poi, e' gia' la seconda volta che mi fai leggere un pezzo, e mentre ce l'ho tra le mani, puff mi sparisce. una volta era una scarpa adesso una bugia, ma dove mi vanno a finire le cose?????

Ho riletto il primo ed ho avuto come l'intuizione (non ridere PdG, ti prego) che il personaggio non avrebbe potuto che essere uomo! Anche se non ci fosse l'altra pagina con quella meravigliosa donna protagonista, di questa paura del silenzio non avrebbe potuto che esser protagonista un uomo.
Le paure infantili sono più generalizzate: anche le bimbe possono provare paura del silenzio come i maschietti. Ma l'angoscia del silenzio "dentro" come tu hai detto per un adulto, secondo me, può provarla solo un uomo... Una donna ha generalmente dentro di sé suoni e melodie che l'uomo non conosce: quelle che tu hai descritto come colori nella pagina successiva...
Eccezionale PdG!

Non sento... scusate, il mio pc oggi non funonzia bene: mi fa leggere alcuni commenti ed altri no...
Ok, vado a rileggerti per benino Pdg. Essonotornataaaaaaaaa...
Lascio qui apparecchiato, per gli aperitivi: servitevi.

nocturna ha scritto:

Una dello Staff non ci sente da quell'orecchio, spiacente....
Fatto bene io a non scrivere gnente, quasi me la sentissi

Guarda: NON CI CREDO MANCO PER "GNENTE", MANCO SE ME LO GIURI IN TURCO!!!

Anzi: mi fai venire il sospetto che sia proprio TU la PdG!!!

...eddalli co' 'sti ossimori nell'incipit e nella chiusa del primo racconto (il rumore del silensio, the sounds of sàilens di Simons & Garfunkels, eccetera). Moooolto meglio il secondo racconto, con una chiusa pfenomenale, come direbbe Eta Beta: "sussurriamoci" potrebbe rendere indimenticabile quest ultimo racconto, a differensa di alcuni del secondo round... Ve li siete già scolati tutti gli aperitivi??

la bellezza di ruggero e' un ossimoro guisso?

Il primo racconto appassiona, pur trattandosi di un passo intimo e pressochè statico.
Arriva al lettore forte e chiaro il senso liberatorio in quell'accenno della ruga matura che ben rappresenta il sorriso di sollievo. E sollievo si avverte!

Nel secondo mi ha particolarmente affascinata il dialogo.
Sembra di capire che si tratti una seduta analitica, ne ero quasi certa e già mi stavo scaldando anche io al calore di questa figura medica che aiuta scavando... quando invece mi sono resa conto che il dialogo è interiore, autonomo. Decisamente forte e prepotente la determinazione della protagonista ad aiutarSi, ponendo fine a quella cecità interiore e a quel conseguenziale sgomento, che chissà quanti altri strati gelidi avrebbe posato, a soffrirne senza spiraglio alcuno.

Concludo dicendo che la Pdg di oggi ha la mia ammirazione per la qualità della scrittura e per lo sviluppo che ha saputo trovare per i suoi "sensi".

Mi sono resa conto in questa settimana, come voi tutti forse, di quanto fosse facile dire mentalmente dei sensi, numerarli, osservarli, riconoscerli, goderne... ma non altrettanto facile scriverne.

Brava Pdg!

clelia

E gli aperitivi?
Uffa, siete irrecuperabili! ma almeno un'oliva... chessò...

Ossimoro? Sì: la insostenibile leggieressa dell'essere di Ruggiero lo è , perchè di cognome fa solo Tallevi perchè ormai è palesemente sensa Dio...

Selva, se vuoi assaggiare le mie due modeste olive... Non c'è problema!!

No, no... che tu me le offri, ma poi piangi perchè ti mancano e mi mandi il Capitano. Mi ubriaco a digiuno.

... hey, Gustavo Selva (vesseggiativo, anche se non sembra): tutte le scuse sono buone per zainarsi di birra prima di pranso...

Buongiorno a Tutti, spero di trovarvi in splendida forma.

Vado a tratteggiare le prime impressioni ricevute, riservandomi di ritornare più tardi per una disamina più approfondita sui valori intrinseci dei brani. Personale, molto personale e quindi del tutto irrilevante.

Se l’orientamento della direzione, ponendo il limite delle 2500 battute, era quello di oltrepassare la linearità della prosa, di preferire al racconto di fatti il racconto interiore, di ricondurre la narrativa a esposizione prevalentemente poetica, ebbene questi due brani ne sono l’espressione più felice.
Mi piacciono entrambi, il primo tuttavia – Il rumore del cielo (bellissimo anche nel titolo) - mi lascia perplesso in alcune scelte lessicali, eccessivamente qualificate, che disturbano, a mio opinabile giudizio, la resa complessiva.
L’incipit, per esempio, (il gancio di approccio, quindi importantissimo) “C’era un opprimente rumore di silenzio” avrei preferito non leggere “rumore” accanto a silenzio, un ossimoro che appesantisce, il silenzio è già ben calibrato con opprimente. Invece trovo una chicca nei “gridi di uccelli”, dove le grida al femminile degli umani sono giustamente riportate al maschile in quanto trattasi di versi di animali. Questa nota (apparentemente marginale) evidenzia il livello di cura con cui il brano è stato scritto. Ci sono altre piccole cose che mi hanno reso la lettura claudicante e questo lo dico non certo per supponenza, ma perchè il brano è scritto magnificamente e perchè la massiccia e delicata dose introspettiva meritava di essere definita in maniera più semplice. A volte aggiungere abbellimenti danneggia l’immediatezza della lettura (io, per esempio, precipito spesso in questo errore). Questo lo affermo pur sapendo di rendermi antipatico. Pazienza, sentivo di dirlo e l’ho detto.
Sussurri di Colore, viceversa, lo considero una magnificenza. Bellissimo in quello che dice e come lo dice, con sensibilità, sentimento, con un crescendo meditativo degno non solo di un uomo qualunque, ma di un’artista. Lo preferisco di gran lunga al primo, sono convinto che l’Autore l’abbia scritto realizzando una personale testimonianza interiore.
Complimenti vivissimi Pdg

Adesso vado a leggere i commenti e ritorno più tardi.
Ciao

il commento di Aldo supera abbondantemente le 2000 battute
e quindi e' da ritenersi
non valido