Un angolo vuoto

E’ passato molto tempo, gli anni necessari a farmi fidare dell’amicizia del tempo che passa.
Ne parlavo poco, non perché me ne vergognassi, ma perché non riuscivo a trattenere i singhiozzi e piangendo balbettavo che sarebbe pur arrivato il momento in cui il dolore sarebbe stato contenibile in qualche parte del mio corpo.
In un angolo vuoto dove poterlo ripiegare in quattro parti come un foglio di diario, accarezzarlo con un sorriso triste, alzare la testa e sorridere sereni alla prima persona che incroci per la strada.
Ricordo la mattina in cui andammo.
C’erano due piani di scala da scendere a piedi e non ce la feci ad arrivare in fondo.
Mi sedei su uno scalino a piangere, le lacrime più assurde che potessi sprecare perché nessuno mi obbligava alla scelta, nessuno mi costringeva ad andare.
Tu non me lo chiedesti. Fui io a dire che c’era un’unica soluzione scrutando il tuo viso in attesa di una risposta che speravo e temevo.
Oggi non riesco a ricordare la tua reazione. Di certo non ti opponesti ma non ne eri convinto.
Eravamo giovani e avevamo tanta vita davanti, ci sarebbe stata un’altra occasione, questo pensavo e non dicevo.
Sono sicura però che mai, nel mio intimo, accusai qualcuno dello strazio che mi affliggeva, tenni per me, solo per me, tutte le colpe.
Colpa è un parola dura, significa premeditazione, presuppone pentimento.
Ebbene posso dire che se di colpa mi accuso è quella di non essermi mai pentita di quello che ho fatto.
Non c’era quello che serviva a scegliere diversamente, mancava il necessario a portare avanti un viaggio senza biglietto per il ritorno.
Tante volte mi sono chiesta cosa sarebbe stata la mia vita, se avrei fatto e dato di meno o di più, se la felicità avrebbe compensato le rinunce, se se se…
Inutile domanda, impossibile non porsela.
Quello che so e che posso dire con certezza è che ancora guardo con infinita tenerezza i neonati nelle braccia delle madri e che mi faccio in quattro per tutti i giovani che potrebbero essere quello che la mia incompiutezza non ha saputo accettare.
Ora, la mano esperta di un uomo mi ha fatto trovare quell’angolo vuoto nel mio corpo e ho potuto riporre per sempre il sogno.

io ricordo sempre di te le tue lacrime il giorno in cui ti ho conosciuta, quel dolore che ti porti dentro e che si "sente". non chiedermi come, non riuscivi quasi a parlarne, ma "sapevo". forse è ora che ci rivediamo davanti a due bucatini .. che dici?

non dico certo di no...
Per alcuni che hanno capito chi sono, altri invece mi hanno vista come un giullare a cui le cose passano sopra senza ferire.
Perchè non faccio pesare, mi ritiro in silenzio. A volte invece occorrerebbe urlare, almeno per non continuare a farsi fare male

TartaMara ha scritto:

non dico certo di no...
Per alcuni che hanno capito chi sono, altri invece mi hanno vista come un giullare a cui le cose passano sopra senza ferire.
Perchè non faccio pesare, mi ritiro in silenzio. A volte invece occorrerebbe urlare, almeno per non continuare a farsi fare male

andiamo insieme a cacciare un urlo, il muro torto in macchina, l'ho sempre trovato l'ideale ...

adesso che riesci a parlarne
trovo un incanto la sensibilita' che hai usato in tutti i confronti.
Una carezza riempire quel vuoto, con due bucatini.

L'ultima frase, quella che aiuta ad assolverti dalle tue "colpe", nella sua tenerezza mi ha commosso tanto.
Tu parli di un tipo di esperienza che molte donne hanno provato ma non tutte hanno vissuto con la stessa intensità.
Un figlio desiderato e non nato, il perché non ha poi molta importanza, lascia nel corpo (non c'è un posto in particolare: tutto il corpo) e nell'anima un segno indelebile. Se si è fortunate c'è qualcuno che aiuta a superare; altrimenti si resta con la propria "parte mancante" per tutta la vita...
Molto bella questa tua pagina che, se capisco bene dal tuo dialogo con mammolina, è autobiografica...

sorcio ha scritto:

adesso che riesci a parlarne
trovo un incanto la sensibilita' che hai usato in tutti i confronti.
Una carezza riempire quel vuoto, con due bucatini.

weè sorcio non mi dire che vieni anche tu!

In base ai princìpi del feng-shui, in un angolo vuoto bisognerebbe mettere uno specchio...

vorrei dividere anche un solo bucatino con chi ha compreso

Massimo riesce addirittura ricordare una cosa che scrissi nel racconto "Il terzo cane"
Mi è d'obbligo proporvelo e Massimo sa che è il mio preferito.
Il mio modo di ringraziarvi...

Renata, organizza!!!

TartaMara ha scritto:

vorrei dividere anche un solo bucatino con chi ha compreso

Massimo riesce addirittura ricordare una cosa che scrissi nel racconto "Il terzo cane"
Mi è d'obbligo proporvelo e Massimo sa che è il mio preferito.
Il mio modo di ringraziarvi...

Renata, organizza!!!

Chi ha compreso?
Perché "quelli" verranno a dividere (e a moltiplicare: ognuno porterà una confezione di bucatini...) i bucatini con te

Il bucatino sia con te.

E che tu abbia sempre gente diversa con cui fischiarci dentro.

Ciao Almitra


Gea, è bello conoscere tante persone e qui molti li conosco e già abbiamo mangiato assieme

chissà perchè prima che il giullare io ho visto una Donna.
L'ho vista subito.

e se vogliamo esagerare una donna con la D, pardon con tutto l'alfabeto e sai a cosa mi riferisco.

io sono solo donna con la S. :nonono:

Grazie.

clelia

Un dramma che solamente chi lo ha vissuto può comprenderlo nella sua immensità.
Una pagina dura, durissima. Per chi l'ha scritta e per chi la legge.

nocturna ha scritto:

Un dramma che solamente chi lo ha vissuto può comprenderlo nella sua immensità.
Una pagina dura, durissima. Per chi l'ha scritta e per chi la legge.

ti dico solo che ci sono voluti 30 anni per scriverla.
Grazie