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 Il terzo cane (1)

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TartaMara
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TartaMara


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MessaggioTitolo: Il terzo cane (1)   Il terzo cane (1) Icon_minitime10/3/2008, 21:15

“A proposito, dov’è l’altro cane?” Ecco, avevo avuto il coraggio di farla questa stupida domanda.
La rimuginavo ormai da qualche giorno e non sapevo come affrontare l’argomento.
Mi spiego meglio: non lo stavo chiedendo ad un vecchio amico o a un, più o meno simpatico, vicino di casa. Io avevo attraversato la strada, mi ero parata davanti a due uomini sconosciuti che camminavano per i fatti loro con i loro cani e avevo sparato la questione.
Naturalmente mi guardarono sbalorditi, per loro non rappresentavo nulla, soprattutto a quell’ora di mattina, divisa da ufficio, valigetta consulenziale informemente gonfia, quotidiano sotto il braccio ripiegato da far inorridire anche l’ultimo dei cronisti di nera.
Ed ero una donna.
“A proposito di che? “ rispose il più alto dopo avermi dato un’occhiata perplessa e vagamente inquieta.
“ L’altro cane, quello che fa tutte le mattine il giro con voi. Intendo dire il cane ed il suo padrone, naturalmente”.
“ Si spieghi meglio, le interessa il cane o il padrone? E poi lei chi è? Se è un poliziotto si qualifichi subito o ci lasci in pace “.
Si stava mettendo molto peggio di quanto avessi immaginato. Non avevo valutato la possibile reazione; avevo immaginato risposte tipo:
“Il nostro amico ha una brutta influenza “ o al peggio ” E a lei che gliene frega?”
Ma il tipo alto aveva pensato a un poliziotto! Ora, dal mio punto di vista, poteva essere strano non vedere più il trio riunito per la passeggiata mattutina ma chi ci avrebbe mai imbastito un’ indagine!
E poi il mio era soltanto un gioco solitario costruito con la fantasia di una consulente di controllo di gestione alla ricerca di qualche evasione mentale.
Il gioco consisteva nell’accoppiare uomini e cani. La scena si ripeteva tutte le mattine in cui il traffico non era riuscito a farmi passare dagli approfondimenti della prima pagina a quella degli spettacoli in un tram ormai affollato solo da extracomunitari.
Io su un marciapiede e loro su quello di fronte, camminando in senso contrario.
I tre cani che trotterellavano davanti e i tre guinzagli che oscillavano di dietro.
Mai in coppia. Ed io studiavo tutti e sei per cogliere analogie, riferimenti, insomma per capire a quale cane si sarebbe agganciato il guinzaglio alla fine della passeggiata.
Un giorno c’era stata una zuffa con un cane randagio ma non mi aveva portato a niente.
I tre uomini avevano urlato tutti insieme, i cani abbaiato e il randagio aveva deciso quasi subito di cercarsi un altro territorio.
I tre cani erano diversi tra loro quanto i loro padroni: un dalmata da cartone animato, un lupo vecchiotto che se ne stava sempre sulle retrovie controllando l’andamento dei guinzagli e un barboncino nero di taglia media che annusava ogni centimetro del marciapiede.
I padroni erano a scaletta per peso ed altezza in modo inversamente proporzionale e vestivano in modo comune, né bene, né male.
Di strano in quella situazione c’era solo il fatto che ogni mattina alla stessa ora facevano lo stesso giro senza fretta e che io avevo inventato il gioco delle coppie.
Il tipo alto incalzò agitato :” Allora cosa vuole?”
Volevo solo sapere perché mi rovinavano il gioco proprio quando ero vicina alla soluzione. Il dalmata doveva appartenere a quello alto, il barboncino a quello medio e il lupo a quello basso. In effetti, da qualche giorno mancavano il basso e il lupo.
“Guardi, sono solo incuriosita perché non si capisce di chi sono i cani. Passo tutte le mattine ed anche voi. E vi invidio la passeggiata. Voi dietro l’angolo continuate a chiacchierare, io mi infilo in un portone e ne esco dodici ore dopo. Ma da qualche giorno non siete più in tre. Tutto qui”.
A questo punto il tipo alto si allontanò di un passo, chiamò i cani, guardò fisso il tipo medio e mi chiese :“L’ha preso il caffè?”
Non l’avevo preso ma avevo solo dieci minuti per girare il mio angolo ed entrare nel portone. “Volentieri, ma ho poco tempo. Offro io se permette, …permettete.”
Il tipo medio non aveva aperto bocca e mi aveva guardata in modo opaco. Non curiosità, avversione o fastidio; solo attesa.
Il bar era piccolo con pochi tavolini e ordinammo tre “specialini”. Erano caffè in tazza larga macchiati con schiuma di latte, panna e cioccolato amaro. Il tipo medio ci mise anche un pizzico di cannella. Lo guardai meglio: aveva la pelle olivastra e poteva essere medio-orientale o nordafricano o …..ricominciavo a correre con la fantasia. Però era strano anche il bar. Le pareti erano fatte a mosaico e nella vetrina erano esposti dolci di miele e mandorle. E la cannella sul tavolino? E quello strano odore d’incenso?
Lasciai perdere, avevo troppa fretta per ricominciare con le domande.
Ci presentammo: io ero Margherita e loro Giacomo, quello alto, e Omar, quello medio. Cosa volevo sapere di Carlos, quello basso? Anche loro non sapevano dove fosse finito.
“ E si è anche portato via il mio cane” esclamò Omar.
“Pensi, credevo che il suo fosse il barboncino e il dalmata di Giacomo. Così avete risposto alla mia curiosità “. Ma non mi quadrava.
“Scusi, ma se il lupo è il suo perché è andato con Carlos?”
“Questo è il nostro gioco” intervenne Giacomo “Alla fine di ogni passeggiata ogni cane è libero di andare con chi vuole. Certo, le prime volte li abbiamo forzati ma poi si sono abituati. Così ogni cane, mangia cose diverse, dorme in posti diversi, insomma ha vite diverse. Fortunati vero?”
A quel punto decisi di prendere un giorno di ferie. E di iniziare a fare domande.
“Chi è fortunato loro o voi?” chiesi, spalancando gli occhi.
“Tutti. Noi abbiamo tre cani e loro tre padroni. Ma vede, noi siamo particolari. Abbiamo lasciato ad ogni cane libertà assoluta. Qualche mattina si mettono a correre insieme e spariscono per tutta la giornata. Poi la sera tornano a casa. Ognuno dove vuole. Una sera ne vidi arrivare due. Chiamai Carlos e mi disse che stava con il barboncino. Omar non rispondeva al telefono. Era in ospedale con un piede fratturato”.
Omar annuiva sorseggiando il suo caffè e sembrava soddisfatto della spiegazione.
Poi alzò di scatto la testa “ Stavolta è diverso. Sono spariti tutti e due” e riprese a bere.
Omar doveva essere uno che parlava poco e solo quando era indispensabile.
Mi piaceva forse perché era così diverso da me che parlavo anche con le zucchine, dopo dieci minuti di silenzio. Giacomo invece era più disponibile e già mi guardava con simpatia.
“Insomma Margherita, sei soddisfatta?” Era passato al tu e mi catturò definitivamente.
Ormai mi sentivo dentro la storia e dovevo sapere dove era finito il terzo cane con o senza Carlos.
La presi alla larga. “Non siete preoccupati per il vostro amico? Quanti giorni sono che non lo vedete? “
“ Quattro giorni. Abbiamo fatto il giro degli ospedali e siamo andati alla polizia. Niente. A casa sua non risponde e non apre. Siamo andati con i cani. Il lupo avrebbe abbaiato. Niente. I vicini li hanno visti uscire tre giorni fa. Lui con uno zaino sulle spalle ed il cane con la museruola ed il guinzaglio. La museruola! Povero Zip non l’aveva mai portata in vita sua. E’ più mansueto di una pecora olandese.” E Giacomo fece sparire l’ultimo pezzo di un cornetto ripieno di marmellata scura nella bocca del dalmata.
Il barboncino guaì addolorato e Omar gli lanciò mezza ciambella fritta coperta di miele.
Non mi trattenni. “ Ma i dolci gli fanno male! Gli vengono le carie .” Il barista mi valutò per un attimo e riprese a pulire il bancone.
“Sono depressi” fece Omar e andò a prendere un’altra ciambella.
Era per me. La mangiai in silenzio. Era buonissima, croccante fuori e morbida dentro, neanche troppo dolce.
“Si potrebbe entrare in casa - riprese Giacomo - c’è una donna che gli fa le pulizie una volta la settimana ed ha le chiavi. E’ muta ma è l’unica che entra eccetto lui e i cani. Domani alle 9. Lui non la vede quasi mai. Le lascia i soldi in casa e rientra quando lei ha finito”. Mi guardarono entrambi in attesa e non li delusi.
“Se volete vengo con voi. Dove ci si vede?”
“Al solito posto alle 8,30” fece Omar e si alzò. Andai a pagare il conto e il barista mi passò un biglietto. Misi tutto in tasca e ci salutammo fuori dal bar. Il barboncino mi seguì per qualche passo poi tornò indietro dal dalmata che si era fermato a guardarlo.
Giacomo e Omar non sembravano interessati.
Ero in tempo per andare in ufficio e girai il solito angolo con due ore di ritardo.
Le ferie mi servivano per il giorno dopo.
Il biglietto! Era la carta intestata di un albergo forse arabo, iracheno o iraniano, chissà, scritto in maniera irregolare.

Non mai cercar veder l’occaso
che’ di fuoco ti incendia
e arde l’anima tua in cerchio
e raggi a spezzar l’uguale


Naturalmente non ci capivo nulla per molti motivi. Intanto ero a piedi in mezzo al traffico delle 11 del mattino a Roma. E come sempre mi chiedevo cosa facesse tutta quella gente piuttosto che lavorare dietro una scrivania come me.
Poi non leggevo una poesia da molti anni, forse dai tempi dell’università, ma potevo declamare a memoria quelle imparate alle elementari. Tutte terribili per una bambina.
Il conte Ugolino, I Sepolcri e poi …anche nella prosa… La madre di Cecilia.
Avevo accantonato la poesia come massima espressione del dolore umano ed ero passata ai sudamericani che anche nella più terribile delle disgrazie inventavano situazioni tanto improbabili da lasciare sempre aperti spazi di possibilità e d’evasione. Solo mentale ma almeno….vamos ...si ricomincia!
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Massimo Guisso
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MessaggioTitolo: Re: Il terzo cane (1)   Il terzo cane (1) Icon_minitime10/3/2008, 22:08

Lo so, lo so, questo lo so a memoria, io, modestamente!!!
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MariellaT
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MessaggioTitolo: Re: Il terzo cane (1)   Il terzo cane (1) Icon_minitime10/3/2008, 22:10

Anch'io!
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MessaggioTitolo: Re: Il terzo cane (1)   Il terzo cane (1) Icon_minitime10/3/2008, 22:12

io no'!!!
ma prosegue TartaMara ?
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MessaggioTitolo: Re: Il terzo cane (1)   Il terzo cane (1) Icon_minitime11/3/2008, 01:06

Bella pagina e trattiene fino alla fine.
Si aspetta il resto!!!

clelia
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TartaMara


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MessaggioTitolo: Re: Il terzo cane (1)   Il terzo cane (1) Icon_minitime11/3/2008, 09:48

ovvio, M&M non mi sopportano più!
Conto su Sorcio e Selva Very Happy

Ci sono limiti alla lunghezza del testo...
poi arriva la terza parte del terzo cane.
Si vede che era destino Very Happy
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MariellaT
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MariellaT


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MessaggioTitolo: Re: Il terzo cane (1)   Il terzo cane (1) Icon_minitime11/3/2008, 09:55

TartaMara ha scritto:
ovvio, M&M non mi sopportano più!
Conto su Sorcio e Selva Very Happy


Era per dire che ho letto il tuo libro e questo racconto molto tempo fa... Sad Very Happy
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MessaggioTitolo: Re: Il terzo cane (1)   Il terzo cane (1) Icon_minitime11/3/2008, 14:42

Questo per me è il miglior racconto di Tarta Mara, e fra i migliori racconti italiani in assolutoche ho letto - sia su carta (dove io lo Lassie), sia a monitors. E non scherso.
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