Vuoi reagire a questo messaggio? Crea un account in pochi click o accedi per continuare.



 
RegistratiIndiceCercaUltime immaginiAccedi

 

 Il terzo cane (2)

Andare in basso 
2 partecipanti
AutoreMessaggio
TartaMara
Top
Top
TartaMara


Numero di messaggi : 455
Data d'iscrizione : 08.02.08

Il terzo cane (2) Empty
MessaggioTitolo: Il terzo cane (2)   Il terzo cane (2) Icon_minitime11/3/2008, 09:46

Passai tutta la giornata a riflettere sui perché.
In ordine: perché il barista mi aveva dato quel biglietto? Perché non lo aveva dato a Omar e Giacomo? Perché stavo lì a fare l’analisi logica e grammaticale di quelle quattro righe invece di lavorare? Perché mi stavo mettendo in quella strana storia?
In ordine: il barista non era stato folgorato dal mio fascino di veterinaria dilettante attenta alle carie dei cani e quindi voleva lanciarmi un messaggio. Non aveva dato il biglietto agli altri due forse perché non si fidava. Io non conoscevo l’occaso ma il vocabolario si: poteva essere tramonto, occidente, morte. Ed io mi stavo cacciando in quella storia perché sentivo che era mia. Semplicemente.
Rimandai la comprensione di quei versi anche perché non sapevo chi li aveva scritti. Potevano essere un messaggio del poeta a se stesso o ad un amico ma forse un avvertimento per me o una strada da seguire per trovare Carlos. La carta intestata era forse il ricordo di un viaggio ma lo stile dei versi non mi pareva di un arabo.
Stavo iniziando la più inutile delle collezioni: quella dei forse.
Dovevo soltanto aspettare il giorno dopo.
Mi presentai puntuale ed anche loro quattro.
La casa era vicina. Un piccolo viale d’accesso ad un solo portone con una campanella di bronzo attaccata ad un lungo cordoncino. Il dalmata lo tirò provocando un suono armonioso del tutto inutile fino a quando arrivò la donna con le chiavi.
Sulla porta c’era scritto Carlos De Andrés.
Assomigliava ad una peruviana o una cilena e non sembrava stupita di vederci. Guardò solo me senza espressione ed il barboncino che mi si era accomodato sui piedi. Ci fece entrare, ci consegnò le chiavi e se ne andò.
L’ingresso era buio e spoglio. Cercammo l’interruttore. Si accese un grande mappamondo, il sogno della mia infanzia. Questo era davvero fantastico.Ruotava e stava attaccato al soffitto al posto del lampadario. Cercai di vedere i confini dei paesi più combattuti degli ultimi anni ma giravano troppo velocemente. Come la loro storia.
Dall’ingresso si aprivano due porte, a destra e a sinistra. Decidemmo di muoverci tutti insieme ed andammo a sinistra. Un lungo corridoio, molte porte chiuse, una scala in fondo verso il piano superiore. Cominciammo ad aprire la prima porta. La stanza era arredata in modo sfarzoso. Letto con baldacchino, lavamani di porcellana, specchiera barocca, tappezzeria damascata, tappeti rossi, lampadario di cristallo. Non riuscivamo a varcare la soglia .”E diceva di non avere mai una lira!” - esclamò Omar facendo un passo all’interno.
Io e Giacomo cominciammo a girare in quello splendore. “Guarda qui, c’è una piccola libreria! “ Giacomo stava sfogliando dei libri antichi. Erano libri sui re di Francia, la vita di Antonietta, Mazarino. Tutto era perfetto ed ordinato. Ebbi un sospetto: corsi alle tende delle finestra e le scostai. Non c’era la finestra. Andai al letto e scostai la coperta. Non c’erano lenzuola. Aprii un armadio e sembrava il camerino di una compagnia teatrale.
Nessuno viveva in quella stanza e tanto meno Carlos che non sarebbe entrato in quei vestiti neanche a Carnevale.
Passammo alla stanza successiva attraversando la Manica. Metaforicamente si intende, a parte il disegno dello stretto dipinto sulle maioliche del pavimento.
Possibile che…. ci trovassimo in una stanza in perfetto stile inglese con mobili lucidi, stemmi reali, armature, collezioni di tazze. Senza finestre, senza lenzuola e con abiti d’epoca.
Il giro di quella parte della casa continuò nello stesso modo passando dalla corte spagnola a quella portoghese, da quella tedesca a quella russa attraverso i Medici ed il Papato.
Non eravamo capaci di riconoscere subito il paese e l’epoca ma ci aiutavano i libri e le maioliche sul pavimento. Il mondo era sotto i nostri piedi ed i confini si spalancavano dietro ogni porta. Carlos si era costruito quel viaggio quotidiano nel mondo e nella storia
e non ne aveva mai parlato a nessuno. Almeno così credevo. A parte il barista che consegnava scontrini e poesie ai clienti occasionali.
“Ma dove viveva il vostro amico?”
“Questa è casa sua e non poteva averne altre. I cani lo provano. Però hai ragione; non abbiamo trovato cucina, bagno, abiti normali. Ci saranno da qualche parte. Torniamo indietro” e Giacomo ripassò sul mar Nero e sull’Egeo seguito da Omar, i cani e me.
Eravamo di nuovo nell’ingresso e aprendo la porta di destra entrammo in un enorme salone. Non c’erano pareti. O meglio non c’erano muri. Le pareti e il soffitto erano trasparenti e dietro si vedeva una vegetazione fittissima. Carlos aveva chiuso una parte del suo giardino ma aveva riempito la serra di mobili bassi e chiari, cuscini enormi appoggiati su tappeti, candele profumate di tutti i colori, oggetti di pietre dure e sculture di legno. Tutto perfettamente pulito e ordinato come se nessuno ci avesse mai dimorato. Sembrava un’ atmosfera orientale senza draghi nè carta di riso. Mi misi a cercare indizi, senza successo. Non c’erano libri ed i mobili erano vuoti. Omar arrivò a guardare sotto i tappeti in cerca di mappe geografiche senza trovarne traccia. Giacomo si sdraiò su un cuscino a guardare il cielo.
Uscimmo in giardino ed entrammo in un’altra serra. Ci rendemmo conto che la luce era artificiale. Carlos era riuscito a nascondere agli occhi del mondo anche quest’altro prodigio. I cani corsero verso il fondo del giardino ad una parete attrezzata e cominciarono a guaire.
Dietro doveva esserci qualcosa. Giacomo trovò la serratura, il barboncino la chiave dentro un barattolo.
“Che ne dite se chiamiamo la polizia?” Provai a proporre. “No. Soltanto dopo”- rispose seccamente Omar. Eravamo emozionati. Si trattava della prima porta chiusa a chiave e Carlos era sparito da cinque giorni. I cani erano agitati ed io rimpiangevo la mia scrivania Fu Giacomo ad aprire ed entrare per primo. Trovammo una piccola stanza disordinata con un lavandino, un cucinino, una branda appoggiata alla parete ed uno strapuntino sul quale si accomodò il dalmata.
Nell’armadio i vestiti, nella credenza scatole ammucchiate con i colori e le etichette di tutto il mondo. Non c’erano piatti sporchi né rifiuti.
Quello era il posto dove Carlos mangiava e dormiva. Un mondo piccolo che condivideva con i cani e che doveva stargli stretto.
“Possiamo andarcene!- esclamò Giacomo guardandomi - qui Carlos e Zip non ci sono. Se ne sarà andato a cercare qualche nuovo pezzo per questa sua pazzesca collezione di cose strane. Tra qualche giorno tornerà con due sciabole di un samurai. Con la più piccola affetterà il salame, l’altra la appenderà al muro. E ricominceremo a fare le passeggiate. Così, Margherita, starai tranquilla. Magari ti compri un cane e vieni a fare un giro con noi ”.
Era troppo ironico per una situazione come quella.
“Va bene, hai ragione, abbiamo trovato solo lo strano mondo di un viaggiatore sedentario - risposi - ma dovresti chiederti come mai non lo conoscevate per niente. Ma di cosa parlavate tutte le mattine?”
“Del più e del meno”- rispose Omar ma gli tremava la voce.
Quei due mi nascondevano qualcosa, ne sapevano di più ma non dovevo fargli capire i miei sospetti. Dovevo tornare da sola e cercare meglio. E dovevo capire il senso della poesia.
Li convinsi a lasciarmi le chiavi, le avrei date io alla peruviana muta la settimana successiva e furono d’accordo. Ma allora erano certi che non sarebbe ritornato!
Passai tutta la notte ad anagrammare la poesia, a leggerla al contrario, a spostare virgole e versi senza grandi risultati.
Torna in alto Andare in basso
Massimo Guisso
Star
Star
Massimo Guisso


Numero di messaggi : 6648
Data d'iscrizione : 07.01.08

Il terzo cane (2) Empty
MessaggioTitolo: Re: Il terzo cane (2)   Il terzo cane (2) Icon_minitime11/3/2008, 15:10

Ma... non erano 3 puntate??
Torna in alto Andare in basso
TartaMara
Top
Top
TartaMara


Numero di messaggi : 455
Data d'iscrizione : 08.02.08

Il terzo cane (2) Empty
MessaggioTitolo: Re: Il terzo cane (2)   Il terzo cane (2) Icon_minitime11/3/2008, 17:34

si, Massimo caro, ecco la terza... ci sono limiti di righe...
Torna in alto Andare in basso
Ospite
Ospite




Il terzo cane (2) Empty
MessaggioTitolo: Re: Il terzo cane (2)   Il terzo cane (2) Icon_minitime11/3/2008, 18:39

wow... proseguo con il terzo

(grazie, per ora)
Torna in alto Andare in basso
Contenuto sponsorizzato





Il terzo cane (2) Empty
MessaggioTitolo: Re: Il terzo cane (2)   Il terzo cane (2) Icon_minitime

Torna in alto Andare in basso
 
Il terzo cane (2)
Torna in alto 
Pagina 1 di 1
 Argomenti simili
-
» Il terzo cane (1)
» Il terzo cane (3)
» raccontino - terzo di tre
» L'ASINO E IL CANE
» Nel terzo cerchio

Permessi in questa sezione del forum:Non puoi rispondere agli argomenti in questo forum.
 :: Prosa e Poesia :: Prosa-
Vai verso: