lettera di Natale alla cara Dada...

Lettera di Natale alla cara Dada...

“Cara Dada: eccomi qui, come da bambino, a scriverti la Letterina di Natale dopo tanti anni, ora che sono già un uomo e tu saresti una dolce anziana signora, se fossi ancora qui fra noi.
Quanti anni e quanti Natali! Di uno, in particolare, vorrei ricordarmi assieme a te.
Avevo da poco compiuto sei anni e già capivo molte cose. Tu e la mamma vi davate da fare a preparare il Natale come niente fosse, ma io SAPEVO che, anche quella volta, non sarebbe tornato. Lo capivo dai discorsi della nonna che si interrompeva quando io arrivavo; dagli occhi di mamma, che si facevano severi quando le chiedevo di lui e lei non mi voleva rispondere; dal tuo viso che si faceva triste quando mi prendevi in braccio e mi coccolavi. Sarebbe stato il secondo Natale senza di lui. C’eravamo noi tre: tu mamma ed io, a preparare l’albero che il nonno aveva comprato alla Fiera di Santa Lucia; ridevamo e scherzavamo come sempre, ma io sapevo che non l’avrei rivisto neppure quel Natale.
Nel pomeriggio mamma e nonna prepararono i “biscottini di Natale” con l’uvetta e tu mi dicevi che Babbo Natale sarebbe venuto a portarmi i regali scendendo dalla cappa del camino. Ricordo che, ad un tratto ebbi un’idea: mi preoccupai che la canna fumaria fosse libera e mi raccomandai che spegneste il fuoco, prima di andare a letto! Poi, prima di nanna, il rituale di ogni vigilia: il thermos col caffè caldo e i biscottini per Babbo Natale, quando fosse venuto. Insistei che metteste tre tazzine e sei biscottini, perché quella volta avrebbe avuto due aiutanti. “Deve essere bel magro, per passare da questo camino… magro come il mio papà” e vi scrutai in volto per controllare se AVEVO CAPITO. Ma voi rimaneste imperturbabili.
Non mi scoraggiai e pensai che forse, al mattino, lo avrei trovato addormentato accanto a mamma, come una volta, e il caffè lo avreste bevuto tutti assieme, quella notte.
Mi addormentai con quella certezza ma al mattino lui non c’era. Nelle tre tazzine appena un po’ di fondo di caffè mi “confermò” che avevate bevuto in tre e, non volendo accettare che lui se n’era andato via per sempre in un’altra casa, con un’altra famiglia: “E’ venuto - dissi tra me - ma non si è fermato per farmi credere che sia venuto Babbo Natale, quello vestito di rosso e con la barba finta; e io non ne parlerò: sarà il segreto tra me e il mio papà!”
Cara Dada: voi vi davate da fare per farmi credere a Babbo Natale e io mi sforzavo di non farvi capire che ero certo fosse venuto il mio papà, a portarmi i doni. Tutti ci sforzavamo di illuderci a credere che una bellissima favola fosse realtà!
Perché te ne parlo solo ora? Ora che sono adulto credo di aver compreso una grande verità: immagino che l’amore tra un uomo e una donna possa non essere eterno, ma credo che quello tra un padre e un figlio deve esserlo. Forse mio padre non lo sapeva ma io lo so e mi propongo, qui, ora, di non dimenticarmene mai.
Ti prometto, Dada, che se avrò un figlio, in qualunque modo si mettessero le cose tra sua madre e me, non mi accontenterò di vederlo solo durante qualche week-end e di trascorrere con lui le due settimane estive decise dal tribunale o di regalargli oggetti costosi senza preoccuparmi della sua vita quotidiana: non passerà Natale che io non sia con lui e gli consentirò di credere in Babbo Natale, quello vestito di rosso e con la barba finta, fin che vorrà, perché i bambini hanno bisogno sia di favole che di certezze. E un papà su cui puoi contare sempre, anche quando è lontano, è una certezza.
Ti abbraccio, carissima Dada, come quando eri qui con me. Tuo Luca”

Ti vorrei dire tante cose sai? Ho apprezzato da sempre chi non ha vergogna nel mostrare i propri sentimenti. Io la faccio da sempre, tu qui, dimostri che non mi sbagliavo. L'amore per un padre resta sospeso nel limbo del tempo e non ci sono parole per lenire mancanze così eterne. Ognuno con il suo dolore, diverso, ma ineluttabile nel confronti del nostro intimo sentire. Sono fortunatamente padre innamorato, ma resterò sempre un figlio abbandonato e privato per sempre dell'amore di un padre.
Ciao, ti abbraccio fraternamente e mi chiedo come il male possa superare la forza straordinaria dei sentimenti buoni.
Ciao...ci rileggermo, spero!
Tenore58

E' una lettera commovente, che tocca con la tua solita prosa delicata, un tema che ha sfiorato tanti bambini ora adulti.
Dovrei farla leggere a mio nipote, credo ne resterebbe molto commosso: sono parole che, qualche anno fa, lui stesso mi disse.
E c'era tanto, troppo dolore dentro ai suoi occhi ormai adulti.
Grazie, Almitra.

Rispondo ad entrambi: in altro luogo e in altra circostanza, questa lettera (che peraltro si ispira ad una situazione reale) fu giudicata "melensa e troppo sdolcinata per essere vera"... Questione di punti di vista, ovvio; ma mi ha fatto piacere che due persone sensibili e competenti in fatto di prosa, l'abbiano giudicata positivamente...
Grazie ad entrambi! Almitra

Non si può piacere a tutti, infatti... E questo dà la misura della sincerità della scrittura: se piacesse a tutti, ma proprio a tutti, vorrebbe dire che qualcosa non ha funzionato; qualcuno ha mentito.
In questo caso, non io (come estensore del testo) che ho voluto partecipare sentimenti "visti" con i miei occhi e sentiti col mio animo.
Appunto: punti di vista.
E grazie per la sincerità.

[risposta ad un commento scomparso...]

Io sono dell'idea che non sempre, per essere apprezzato, un brano debba risultare lancinante. Non sempre riesce così ma questo non significa che non possa essere letto con piacere e non possa comunque trasmettere sensazioni tristi o allegre che siano.
Io ho letto con piacere.


...ma giusto per romperti le scatole... sono dell'idea che tu ti sia dimenticata un mi da inserire tra la e ed il propongo. Mi pare, vedi tu.
"ma io lo so e propongo qui, ora, di non dimenticarmene mai"

Grazie, a rileggerti.

clelia

Grazie, Selva, per la correzione giustamente suggerita e di cui ho prontamente tenuto conto.
Forse l'avevo pensato, quel predicato, come una semplice forma attiva del verbo proporre ma non come idea offerta ad altri, ma come "fare una proposizione a se stessi" cioè un'affermazione unica. Ma è vero che, invece, appariva come "proporre un'alternativa" a qualcun altro...
Grazie per l'attenta lettura.
Ciao. Al.

Bella pagina... Uno degli aspetti più belli... è anke che la festa di Santa Lucia è importantissima, a Savona come in Sicilia...

ho letto almitra, ho letto in silenzio per non disturbare, ero felice, in mezzo a cose che conoscevo, allo stesso sentire, quasi nelle stesse parole, ero felice di essere qua, qua che mi sembrava il posto giusto dove essere. poi scorrevo sotto.
mi sento un pesce fuor d'acqua, ma che ci faccio io in mezzo a voi, cosi' m'ha lasciato.

L'idem sentire è più importante, così come "il bene gesserit" (Dune). Non c'è pesce, non c'è quasi più acqua: dove finirai, Sorcio? Io Andrei. Tu Serghiei. C'est la meme chose...

sorcio ha scritto:

ho letto almitra, ho letto in silenzio per non disturbare, ero felice, in mezzo a cose che conoscevo, allo stesso sentire, quasi nelle stesse parole, ero felice di essere qua, qua che mi sembrava il posto giusto dove essere. poi scorrevo sotto.
mi sento un pesce fuor d'acqua, ma che ci faccio io in mezzo a voi, cosi' m'ha lasciato.

Tu, dovunque, sarai beneaccetto, in mezzo a noi. Ovvero: io ti accetterò sempre, in tutte le pagine (poche, invero, finora) che inserirò tra le suppellettili di questo delizioso salottino letterario...
Ti apetterò sempre, carissimo sorcio.
Al.

Anche questa fu bocciata ad un "concorsino" (certo non ne era all'altezza, ma...) come "La collina dell'onore" di Penna Libera.
Non voglio fare paragoni, anzi, sottolineo che non solo fu bocciata, ma addirittura stroncata in quanto "evidentemente falsa nei contenuti"...
Ci tengo a dire che parla di una fatto vero. Ma, come ho detto a Penna nel commento alla sua bellissima pagina, quei "concorsini" sono fatti solo per pochi che scrivono e si leggono e si votano tra di loro...
Questa la mia unica consolazione.
E quei due o tre commenti positivi che ho ricevuto qui.