COSI' MI RICORDO ***

Così mi ricordo
Lirica di Vittorio Fioravanti



Entravo
lasciando fuori nel gelo
la mia nera Gilera
tra scrosci di pioggia
in vortici d’umide foglie
e mi toglievo dentro il giaccone
per appenderlo a un gancio
con tutto il suo odore al muro
tra gli altri di spalle al locale

Quattro passi
con le gocce sul viso
le guance scavate
l’alito frammisto al fumo
attraversando la luce
fino all’angolo usato
con la finestra chiusa al buio
tra due tendine a quadretti
su un tavolo di legno duro

Grüss Gott mi diceva uno
ed io l’osservavo in faccia
con un mio aperto sorriso
e gli ammiravo la moglie
le lunghe gambe incrociate
sotto l’orlo della tovaglia
e quelle esangui mammelle
dietro svuotati boccali di birra
fra bianche trine e nastrini
e due stelle d’argento
Lei s’era voltata nell’ombra
per non dovermi rispondere
ma si chiamava Helga
e aveva nell’inguine un neo
bruno e una lingua di serpe

I denti dell’oste e i suoi baffi
macchiati di scuro tabacco
affacciati al bancone
Gli chiedevo a gesti del vino
che mi mandava su un piatto
tra le mani e il seno esiguo
della giovane figlia Hannelore
Sfioravo appena l’esili dita
e le mormoravo parole
così per farla arrossire

Bevevo a sorsi studiati
dietro la coppa verde
di grosso vetro intagliato
con gli occhi neri in giro sfrontato
la fama d’amante latino
corsa in maniera discreta
lo sfoggio d’una moto italiana
il parlar bene in tedesco
e quell’essere alto e possente
tra quella gente

Così mi ricordo
e mi guardo ora in volto
lavandomi i denti rimasti


Caracas, ottobre 2003

* * *

sono lunghe storie le tue poesie.
In questa molti particolari che costituiscono il tuo ricordo.
Ho sorriso a quel neo sull'inguine, gli uomini ricordano particolari che sfuggono spesso.

Piaciuta molto.

Nuccina ha scritto:

sono lunghe storie le tue poesie.
In questa molti particolari che costituiscono il tuo ricordo.
Ho sorriso a quel neo sull'inguine, gli uomini ricordano particolari che sfuggono spesso.

Piaciuta molto.

I miei racconti "strizzati" in versi!..
A ricordarmi ...non sono io, ma uno dei tanti italiani emigrati in Germania a rifarsi una vita. Non ho mai montato una motocicletta, per esempio... Quell'Helga sì, lo confesso: aveva una voglia violacea tra i chiari peli sul suo bianco pube... Un particolare che non poteva sfuggire agli avidi occhi, che in quel momento particolare la idolatravano...

Piaciuta molto? ...non posso che ringraziarti con un abbraccio, Nuccina.

Vittorio Fioravanti

* * *

La ripesco, ricordando quegli Anni Sessanta a Stoccarda.
L'energia di quei nostri emigrati, di quei loro "Gastarbeiter"...