CRONACA D'UNA SERA DI PIOGGIA ***

CRONACA D'UNA SERA DI PIOGGIA
Lirica di Vittorio Fioravanti




Quella sera pioveva a dirotto
sotto un cielo sceso a ferirsi
sulla croce del campanile
C’erano rivoli di sangue
grondando inosservati
sui muri della chiesa chiusa

Nebbie correvano i campi
come mandrie sfrenate
ma non se ne udivano i bramiti
nei fabbricati allineati
della vicina periferia
erano avvisaglie di mali
segnali rimasti inascoltati

C’era fretta
nelle vie del quartiere
tra le luci che s’accendevano
a illuminare i negozi
I passanti tiravano dritto
profili neri contro le vetrine
volti nascosti in pensieri
neanche un cenno di saluto
ognuno per la sua strada

Lui t’aspettava nel buio
con l’ansia dentro
che tu non riuscissi ad uscire
La pioggia intanto
era una gelida maschera
che gli copriva il viso
e gli scorreva tra le fessure
dell’animo incerto

Tu avevi invece un sorriso
mentre ignara sbrigavi
l’ultimo gesto da fare
davanti al marito
Guardavi fuori
laggiù nell’angolo
e già avevi nel ventre la voglia
e in gola un caldo respiro
che si faceva profondo

Così quella sera di pioggia
in una tiepida stanza da letto
dietro vetrate offuscate
ci fu un unico comune epilogo
di tre esistenze intrecciate
Lo leggemmo tutti insieme
il giorno dopo in piazza
fra tazzine di tè e di caffè
e il fumo denso delle sigarette
sulla pagina aperta del giornale

Il primo colpo fu esploso
contro la donna già nuda
il secondo per colpire l’amante
ed un terzo più tardi nella tempia
imperlata dell’assassino


Caracas, gennaio 2003

* * *

bellissima pagina,
sai leggendoti mi è venuto in mente
che l'altra sera ho inviato due parole
a una persona a me cara,
scrivendo;
ascolta nel silenzio la pioggia che batte sui vetri
avvolge, stringe e ti fa sua
guarda come scivolano le goccie
sembrano lacrime del cielo

Nefer (amo la pioggia)

Storie da me carpite tra le pagine della cronaca nera...
E c'è chi scala cime di cristallo per toccare cieli d'insulse parole alate!..

sotto un cielo sceso a ferirsi
sulla croce del campanile





Tu avevi invece un sorriso
mentre ignara sbrigavi
l’ultimo gesto da fare
davanti al marito


Essere un bravo poeta e' come essere un grande cuoco: con pochi e semplici ingredienti si riescono a cucinare piatti favolosi.
Sempre mitico, Vittorio

Reb