"I poeti, che strane creature..."

Bella pagina.

Non ho mai conosciuto "uomini poeti" quindi non posso generalizzare.
Personalmente, pur di non soffrire, sono sempre fuggita da uomini che volevano intorno un harem solo per vantarsi, magari con gli amici.
Gli uomini sono tutti uguali, pensavo, poi un bel giorno mi sono ricreduta...

Auguri Al.

NET, sembra che io sia la tua ombra, scusami se sono sempre appresso le tue cose, ma tu sollevi dubbi e incertezze e riflessioni infinite, per cui vengo a cercarti nei tuoi post.


Tu qui parli del ruolo salvifico della poesia.
Serve anche a me, dopotutto.
Io davvero credo che la poesia possa -salvare- qualcuno. Forse anche dal suicidio.
La parola a volta riscalda ed ha il potere di scuotere l'inerzia, la depressione, la solitudine.
A me è servito scrivere, a nostra volta magari aiutiamo qualcuno senza nemmeno esserne consapevoli. Se poi si utilizza la poesia come arma di affetto con lo scopo come dici tu di poter essere di aiuto per un amico/a è davvero anche più di Poesia.
E' gesto. Gesto che va oltre ed è Poesia più vera.

faccio bene a non definirmi tale...

Caro Net, io, invece, vedo solo ora il tuo "sfogo" e te ne ringrazio, perché significa che aver scritto questa paginetta, è servito a qualcosa: ha stimolato altri a fare altrettanto.

E' vero: le proprie esperienze possono apparire insignificanti agli occhi altrui, ma è il riuscire a parlarne (anche se in forma abbastanza anonima, su di un forum) che fa sentire in sintonia con altri che hanno (o hanno avuto) problemi simili.

Il "vizio" di volersi sentire amati e compresi, purtroppo, è comune a tutti, credo. Se hai visto il mio ultimo "messaggio nella bottiglia" (nell'apposita sezione) vedrai che è proprio così.
Quando lo si è capito, almeno, ci si riconcilia con se stessi, il che mi pare quasi più importante che riconciliarsi con gli altri!

Ancora grazie per la tua presenza!
Al.

Chi sono?
Son forse un poeta?
No, certo.
Non scrive che una parola, ben strana,
la penna dell’anima mia:
<>.
Son dunque un pittore?
Neanche.
Non ha che un colore
la tavolozza dell’anima mia:
<>.
Un musico, allora?
Nemmeno.
Non c’è che una nota
nella tastiera dell’anima mia:
<>.
Son dunque... che cosa?
Io metto una lente
davanti al mio cuore
per farlo vedere alla gente.
Chi sono?
Il saltimbanco dell’anima mia.
(Aldo Palazzeschi)