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 Alla parola amore si lasciò cadere

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TartaMara
MariellaT
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MessaggioTitolo: Alla parola amore si lasciò cadere   Alla parola amore si lasciò cadere Icon_minitime27/4/2008, 01:45

Ciao a tutti. Ho riveduto e corretto il racconto che avevo scritto per il quarto round, ne sono più soddisfatta e lo posto qui per ringraziarvi.

***

Era stato Molteni, quel pomeriggio di primavera, a consegnargli la lettera. La sua voce al citofono aveva gracchiato un saluto prima di avvisare il Cini che bisognava scendere a firmare.


Fabio Cini, il destinatario, viveva da molti anni nel piccolo paese di provincia della bassa padana in cui Molteni era l’unico postino, e imprecò mentalmente prima di sollevare il ricevitore e sbadigliare un insonnolito buongiorno.
- Ehi, Giovanni, mi hai portato qualcosa di buono, almeno? Altrimenti, guarda, non faccio mica la fatica di scendere, neh?
- Mi sa che è di una donna, sig. Cini...
- Una donna? Magari!
- La grafia non sembra promettere nulla di buono: lei, questa donna qui, l’ha fatta di sicuro soffrire.
- Hai sempre voglia di scherzare tu...
- Scenda, su, non mi faccia penare ancora che c’è la Rosina che mi aspetta per cena...
La Rosina era la fidanzata storica del postino, e tutti speravano che un giorno lui l’avrebbe finalmente sposata.
- Capperi, arrivo subito!
Non si poteva lasciar freddare la cena della Rosina: nell’attesa dell’ improbabile matrimonio, aveva ancora qualche chance se riusciva a prendere Molteni per la gola.

- Mi saluti la signora Alba, mi raccomando.
- D’accordo, arrivederci.
La lettera che Fabio Cini si ritrovò tra le mani era chiusa in una busta di carta sottile di colore verde mare. D’istinto l’uomo l’annusò: profumava vagamente di salsedine. Il nome del mittente, “ Sonia, ma dov’è che l’ho già sentito questo nome qui?”, e il suo, coi relativi indirizzi, erano stati scritti con inchiostro blu su etichette adesive.

Fu quello che lesse in piedi nell’ingresso, dopo aver chiuso la porta e aver aperto malamente la busta, a lasciarlo completamente sconcertato.

“Amore mio,
se ti dicessi che niente ha più senso , neanche queste righe che scrivo per te, penseresti che esagero.
Penseresti che è solo un momento, che domani ti sorriderò come sempre e forse avresti ragione. Domani, forse, riuscirò a indossare di nuovo la mia voce più leggera. Ma adesso, mentre ti scrivo, è una parola spaventosa, domani.
Perché adesso - che il silenzio di questa notte in cui sono immersa è anche il tuo silenzio - sono senza maschere, senza pelle.
Sulle spalle nude ho solo il peso insopportabile di un’intera esistenza trascorsa a lottare inutilmente facendo finta di crederci, che alla notte più nera segue sempre un’alba.”



- Fabio! Fabioo!
La voce piagnucolosa di sua moglie lo distolse dalla lettura. Ficcò la lettera in tasca e dall’ingresso si mosse verso il corridoio.
- Sì, arrivo ...
- E’ successo di nuovo. Me la son fatta addosso... – si lamentò Alba quando Fabio la raggiunse in camera da letto.
- Ernestina sarà di ritorno a momenti; lei metterà tutto a posto.
- Non posso aspettare Ernestina, non capisci?! Non lo senti il tanfo?? Che schifo!! E’ un incubo, non può star succedendo davvero!! Dio, Dio, cosa ho fatto di male per meritarmi questo castigo??
Lui non disse niente. Le si avvicinò e le accarezzò la fronte. Era fredda, sudata.
Quando l’aveva conosciuta era bella: era la ragazza più bella del paese. Di tutta quella bellezza, pensò, non era rimasto che il ricordo. Adesso Alba era soltanto un corpo piagato in un letto e un carattere incupito dalla sofferenza e dalla paura.
- Vattene! Perché è successo a me? Perché mi è successo??! Non voglio morire così... Vattene!!!
Il campanello suonò, liberandolo temporaneamente dal tormento di vederla in quello stato. Aprì la porta e tirò un sospiro di sollievo.
- Salve, Ernestina... Credo che lei sia capitata proprio al momento giusto.
- Ho dovuto accompagnare la mia Cinzia dal dentista e poi riportarla a casa, sig. Cini, ma ho fatto prima che ho potuto...
- Buonasera, signora Alba, vedrà che la rimetto subito in sesto! - aggiunse rivolta in direzione della camera da letto.
Il cattivo odore che impregnava l’aria della stanza annunciò alla donna che quella serata sarebbe stata più faticosa del solito. Ma era così che si guadagnava da vivere, Ernestina: pulendo il culo ai moribondi e vegliandoli dal tardo pomeriggio all’alba. Per tirar su la Cinzia, sua figlia, che era il frutto della sola gioia d’amore che aveva provato nella vita. Del padre della piccina si erano perse le tracce quando lei era ancora incinta, perciò Ernestina si era dovuta rimboccare le maniche e mettersi a lavorare sodo. A casa Cini faceva le notti da un paio di settimane, da quando la situazione della signora Alba era precipitata e il marito aveva dovuto decidersi a cercare un aiuto e una persona per farsi dare il cambio al capezzale almeno di notte. Ernestina veniva pagata bene e trattata con gentilezza, che erano cose da tenere in conto. Insomma, via, era un lavoro pesante e la Cinzia frignava un po’ quando la lasciava, ma a lei serviva.
- Mi lasci sola con la signora, ci penso io qui.
- Grazie. Le preparo un caffè, intanto...

In cucina Fabio spalancò la finestra e respirò a pieni polmoni. Vide che le mani gli tremavano, mentre preparava la caffettiera e accendeva il fornello. Il caffè serviva a tener sveglia Ernestina e Fabio gliene preparava sempre una tazza: era ormai diventata una consuetudine e, per lui, una benefica pausa dopo una giornata di calvario. Mentre attendeva che il caffé sgorgasse, tirò fuori dalla tasca la lettera.

”Il peso di tanti ieri passati così, a cullare uno sconforto indicibile, in attesa di un domani migliore che sarà presto un altro ieri da aggiungere alla collezione. Mi manchi. Mi abbraccio, piango, mi dispero, urlo. In silenzio.
Può essere terribile, il silenzio, quando parla e ti chiede ossessivamente “cosa cazzo ci fai ancora qui!?”
Provo a reagire, a fare l’inventario di ciò che di me ancora possiedo.
Non è poco, ma non serve a nulla dirselo. Non è poco, ma non basta a farmi desiderare che arrivi domani.
E perciò, quando riceverai questa lettera, io sarò già in quell'altrove dove spero sia sconosciuto il dolore.”


Sonia. Il nome gli era completamente sconosciuto. Doveva esserci stato un errore, di sicuro. Eppure c’erano il suo nome e il suo indirizzo, sulla busta, non riusciva a spiegarsi il mistero... Rilesse tutto da cima a fondo. Non aveva mai avuto a che fare con una Sonia. “Che cosa ci fai ancora qui?”...
Marta, Paola, Dorina... E Alba, da quando l’ aveva conosciuta, oltre vent’anni prima...
“Che cosa ci faccio qui?”. Era stato felice, con lei. Felice, fino a... Chissà chi era, quella Sonia... “Che cosa cazzo ci faccio, ancora qui!?”...Già, cosa?
Come in trance si avvicinò alla finestra e si affacciò. La luce cominciava ad ammorbidirsi, ma l’aria era ancora incredibilmente tersa.
C’erano gerani fioriti nei vasi posti sui muretti che delimitavano il perimetro del cortile. I petali dei fiori gli ricordarono un rossetto che aveva sulle labbra Alba in una lontana domenica d’aprile. Erano al mare, una mattina, e passeggiavano a piedi nudi sulla battigia tenendosi per mano e fermandosi spesso a baciarsi. Dio, quanto era bella quel giorno! Tra un bacio e l’altro gli appoggiava la testa sulla spalla e gli sussurrava qualcosa all’orecchio. “Che cosa ci fai ancora qui?” Com’era, quella specie di nenia che gli arrivava dritta all’anima? La voce di lei la modulava appena un tono al di sopra della risacca. Le labbra accese come quei gerani lì in basso, ormai senza rossetto. Com’è che faceva? Ah, sì...

Acqua marina sono/ e tu sei il vento
Onda mi faccio/ se mi parli dentro
Tu soffi dolce/ mi respiri accanto
M’ increspi tutta/ non ti plachi mai
Ridendo poi/ ti riempi del mio sale
Io bianca spuma invento (e sono Amore)...


Fabio si sporse dal davanzale, mentre la canticchiava. Alla parola amore si lasciò cadere. Portò con sé la lettera di una sconosciuta, il borbottio del caffè e la voce dell’Alba innamorata di quel lontano aprile.


Ultima modifica di MariellaT il 27/4/2008, 11:46 - modificato 1 volta.
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TartaMara
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MessaggioTitolo: Re: Alla parola amore si lasciò cadere   Alla parola amore si lasciò cadere Icon_minitime27/4/2008, 10:43

di servizio... era attaccato male...e male sto. Ok.

Leggo ora per la prima volta , non conosco i commenti nè le tue eventuali spiegazioni.

il racconto mi ha suscitato la visione romantica di un uomo che, in procinto di rimanere solo, riceve una lettera di commiato da chi se ne sta andando. Alba, Sonia, due in una .
Alla notte più nera segue un'alba o no?
Very Happy
Ma le chiavi di lettura possono essere altre, legate a pezzi di vita che lui ha voluto rimuovere per non restarne vittima. Sonia muore, dopo la lettera muore anche lei.

Ma tu vuoi dare pennellate di vita incompiuta in realtà, come è anche quella degli altri personaggi.
Tutti ad aspettare qualcosa.
Amen, Mariella.
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Nico Mar
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MessaggioTitolo: Re: Alla parola amore si lasciò cadere   Alla parola amore si lasciò cadere Icon_minitime27/4/2008, 12:18

Curiosa del come oltre del che, appena potrò li rileggerò in sequenza. Per ora non posso che notare quanto il titolo piombi a caduta libera sul testo che è sotto. Bello, fa pensare.
nico
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Daniela Micheli
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MessaggioTitolo: Re: Alla parola amore si lasciò cadere   Alla parola amore si lasciò cadere Icon_minitime27/4/2008, 13:54

Il titolo è perfetto a mio avviso per questa pagina che apprezzai qualche giorno fa e che rileggo ora con piacere, restando immutato il mio giudizio.

Una bella lettura, Mariella.
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Pecoranera
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MessaggioTitolo: Re: Alla parola amore si lasciò cadere   Alla parola amore si lasciò cadere Icon_minitime27/4/2008, 14:27

L'ho riletta due volte.
Per me è splendida.
Si ci sono diverse interpretazioni ma mi piace vederla così com'è e basta mi piace galleggiarci sopra senza andarci dentro, lasciarmi trasportare dalla tua abilità narrativa.
Molto bella.

Diego
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Massimo Guisso
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MessaggioTitolo: Re: Alla parola amore si lasciò cadere   Alla parola amore si lasciò cadere Icon_minitime30/4/2008, 22:01

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