TRENO CON VISTA

TRENO CON VISTA - 1

Settanta anni ben portati, forse più
Pantaloni bianchi con cintura di cuoio brunito
Scarpe inglesi di cuoio chiaro, senza calzini
Rolex in vista, sotto il polsino
Camicia in tinta. Ampia ma stretta in vita ed arricciata quel tanto da evidenziare un fisico ben curato, asciutto. Le maniche sono lunghe, naturalmente, e niente taschino
La giacca, appesa alle sue spalle mostra, senza ostentazione, ma come simbolo di uno status, il logo Gianni Versace
Il Sole 24 Ore, appena sfogliato, staziona, stranamente spiegazzato, sotto il bracciolo
Il volto è tirato e stirato, da potente consapevole
Racconta, con le sue labbra sottili, serrate e gli occhi vigili, l’abitudine al comando
Gli occhi sondano, con guizzi repentini, l’interno e l’esterno
Nel suo sguardo sfuggente, quasi inquisitorio, si colgono segrete e innominabili ambiguità private
Il volto, nelle sottili rughe, afferma se stesso, qui, ora
Io sono solo un dirimpettaio fantasma, da trapassare interamente
M’immagino di sapere di lui, oltre quello che vedo
Lui è incurante della mio analizzarlo. Non esisto
Il treno scorre veloce. Sul finestrino, riflesso, vedo il mio volto intrecciare foglie di abete; entrare nelle case veloci e non uscirne
L’uomo ha lasciato il treno. Un profumo troppo dolce staziona l’aria ferma
Chiudo il libro e mi avvio verso il vagone bar
Voglio un amaro -



TRENO CON VISTA - 2

Può ancora accadere che, nel breve spazio di uno stridore di freni, il tempo si riempia e conceda regali privi di scadenza
Anziano. Meno di me. Robusto e malaticcio, al contempo. Occhi acquosi e sguardo vagante, di vino, penso
Sto fumando sul predellino del treno, fermo ad una piccola stazione prima di Sondrio
Lui, Perotto, è sceso sul marciapiede di Casa Sua, chiedendomi, con pudore, una sigaretta
Acconsento. Poi, senza pensare, gli porgo il pacchetto con quanto rimane
Dapprima rifiuta. Infine accetta e, con un unico movimento, mi porge un accendino similzippo, di un marrone vecchio. Un dono eccessivo per una piccola cortesia Insiste e mi chiede di fargli accendere, con il suo, ora mio accendino
Parliamo di abbonamenti ai treni. Ho una tessera sconto, dico. Lui è pendolare. Non paga per invalidità totale. Psichiatrica…sembra chissacchè, ma non c’è pericolo, dice per rassicurarmi. Io lo conforto, con le mie pilloline e le terapie di gruppo, ma so che non gli occorre
Ora capisco il suo corpo. So che quegli occhi perduti annegano nel vino ed in altro
Sono sorpreso da questo svelarmi impudico e stupito dal suo repentino svelarsi
Ha una compagna giovane. Sorride parlandone
Dimentica il passato, mi dice rispondendo al mio bisogno di confessioni. Vivi ora, prosegue, nell’abbraccio che appena precede le porte in chiusura
Due mani e due occhi si salutano, riconoscendosi
Il treno prende velocità
Lo zippo stenta ad accendersi
Guarda che è ricaricabile, mi ha detto, come parlando della luce della luna -

Bello quello che dici, ma soprattutto come lo dici...

_____gin

Un aliscafo per il mio regno...Gin

flussodiparole ha scritto:

Un aliscafo per il mio regno...Gin

Si.

____gin

piaciute molto queste due quasi istantanee.

Hai una maniera di scrivere molto incisiva.

Sulla roulette, per uno è uscito il bianco e per l'altro il nero.
O forse non è ancora stata pronunciata la frase Les jeux sont fait.
La pallina gira ancora e potrebbe ribaltare le sorti dei due che tu hai osservato e che da due potrebbero diventare uno solo. Con una linea in mezzo. A dividere, a cambiare. Magari già lo sono uno, sono saliti sul treno sbagliato in momenti diversi.
Molto piaciuta, sì.

Il treno partì, sfrigolando ferro con ferro
Ero in viaggio –finalmente