Ama solo chi trema a dirlo

Daniela
Mi conosci molto bene e sai che non avrei mai rifiutato la cortesia di una risposta.
Ma Ti rispondo io, non liesma.
Doverosi i ringraziamenti per chi mi ha scritto privatamente e non, per le parole che mi sono state dette, per quelle che mi sono state fatte intuire.
Questa è la mia risposta alla mia amica Daniela, la Signora di questo posto.
Chiarisco, anche se a Te non è necessario, che non mi sono affatto adombrata dei commenti alla mia modestissima produzione letteraria, anzi, mi hanno fatto sorridere assai.
Mi sono offesa, e parecchio, della condiscendenza nei miei confronti.
E adesso, visto che me lo hai chiesto più volte, cercherò di spiegare i motivi per i quali è stata creata liesma.
Come Tu sai ho una vita frenetica e parecchio impegnata.
Nella mia vita reale non ho il tempo, ma soprattutto non mi è concesso di mostrare in alcun modo quello che mi passa per la mente.
Nel lungo periodo la situazione è stancante, per questo è nata liesma, dopo un lunghissimo tirocinio, in un altro posto, con un altro nome.
Ed anche lì si sono verificate situazioni molto simili che mi hanno, oggi come allora, particolarmente infastidita.
Quel posto non esiste più, nemmeno virtualmente, tranne alcuni pezzetti che sono stato oggetto di plagio smaccato, ma chi se ne importa.
Allora Ti chiederai perché non ho appreso dalla passata esperienza.
La risposta è una sola, perché qui era la Tua casa e avevo molta voglia di essere ospitata.
E adesso, sperando di non fare una prolusione, cercherò di spiegare a me e a Te il perché della mia scelta di non postare più.
Credo di avere elaborato una sorta di antropologia del web e di essere pervenuta a quella che, in questo momento, è la mia verità, verità di cui spero di aver colto tutti i risvolti impliciti nella sua struttura ontologica, in una sorta di lettura secondo una ermeneutica della continuità.
Si tratta di una intima communitas vitae dove devono essere mediate, anche a fronte di scuole di pensiero diverse, raffinate procedure di composizione di conflitti, interessi divergenti e rapporti di forza, come ci viene già magistralmente mostrato nell’Antigone di Sofocle.
E la virtualità del luogo spesso rende assai difficoltoso il reperimento di quel dover-essere che è iscritto e desumibile dalla struttura ontologica della realtà.
In sostanza, a mio modo di vedere, siamo sempre meno capaci di vedere la fonte della razionalità, le leggi dell’essere materiale e tutto questo ci rende incapaci di vedere il vero messaggio contenuto nell’Essere umano.
Spesso ci porta a disattendere imperativi etici che invece sarebbe doveroso onorare.
Di qui la domanda consequenziale: quale antropologia, quale visione della persona umana è contenuta in una pagina web?
Posto che, a mio modo di sentire, la persona umana è uno spirito incarnato, ovvero ha una dimensione spirituale e una corporea, quale di queste due dimensioni prevale nel web?
L’analisi dei comportamenti, i miei per primi, mi hanno fatto giungere ad una conclusione non tranquillante: nei rapporti web spesso manca il consenso che è causa efficiente di ogni rapporto, direi l’essenza stessa e non condivido la tesi che ritiene non necessario il presupposto consensualistico in assenza di una dimensione corporea dell’altra parte che, per la natura del mezzo, è meramente virtuale.
Preciso, anche qui, come nel mondo reale, spesso quello che riceviamo di bello o di brutto, è il risultato dell’implicito consenso che diamo.
E tutto questo mi ha fatto percepire una sorta di latente, anzi preferisco dire strisciante, bramosia di contatto volta al raggiungimento di una comunione, fo’ per dire, spirituale ed anche fisica senza che vi sia neppure una scientia minima di base.
L’altra riflessione che ne è scaturita è che la persona umana spesso si realizza con il suo donarsi, e tale pulsione ha la potenzialità di proteggere sia dall’inganno che dall’individualismo insaziabile, due aspetti che generano alla fine solo insoddisfazione e tristezza.
E mi stupisco ogni volta di come comportamenti attuali non siano altro che la riproduzione di comportamenti passati sia pure in ambienti diversi, penso al Callicle del Gorgia platonico o il Transimaco del primo libro di Repubblica.
Quello che poi ho percepito, tranne poche eccezioni, che nel web ciascuno si spende e si impegna per avere e pretendere solo il bene proprio senza alcun riguardo del progetto, sempre presente in nuce, del bene comune.
Penso che sia una scelta perdente che porta a thanatos, sia nella vita reale che in una pagina di web.
Sono sempre stata convinta che questi progetti siano realizzabili dal c.d. uomo normale, in un atteggiamento di grande saggezza che lo dovrebbe contraddistinguere e in una sorta di atteggiamento fiducioso, mediato, nei confronti degli altri.
Ma ne vengo nuovamente disillusa perché gli atteggiamenti che leggo sono esempio lampante di un processo di eterogenesi dei fini che porta, inevitabilmente, a infliggere un vulnus alle persone che tengono tali atteggiamenti, rimpicciolendole alle loro giuste dimensioni e inchiodandole alle loro responsabilità.
In fondo, nonostante il mio cronico pessimismo gnoseologico fondamentale radice del mio relativismo e soggettivismo, spero sempre e bramo di poter attingere liberamente ad una verità ultima e incontrovertibile aprendomi verso la trascendenza che, a mio modo di vedere, è espressa massimamente proprio dagli esseri umani.
Purtroppo mi scontro contro ostacoli insormontabili che mi costringono rimeditare il mio modo di essere e non posso fare a meno di prendere atto che ciascuno di noi non può essere considerato, a prescindere dal suo rapporto con la collettività.
E allora continuo la mia ricerca personale su altri lidi confidando di imbattermi in una idea, anche se perfettibile e meglio formulabile, di persona armonicamente composta sì da rappresentare qualcosa di bello, di vero, di valido e, perché no, virtuoso, sì che meriti di essere conosciuta e trattenuta tra le cose più care.
In questo viaggio liesma ha incontrato Te, ha quindi esaurito il suo compito ed è giusto che scompaia.
Ma è molto più ricca, Daniela, per quello che Ti ho detto prima.
Riguardati dolce signora, perché mi sei cara.
Loredana

Queste erano due righe scritte in un momento di dolore per l'abbandono di una amica, e qui c'è la sua risposta, le uniche cose che ritengo debbano esserci.
Mi scuso con gli altri che sono intervenuti e prego tutti quanti di capire e di capirmi del perchè di questa scelta.
Un bacio a tutti.