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 riso e anima

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Roberto Miano
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Roberto Miano
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MessaggioTitolo: riso e anima   riso e anima Icon_minitime9/5/2008, 10:23

riso e anima (col curry)




Ingredienti

Un’alba a rombi (anche scacchi vanno bene)
Mezzo pigiama (solo parte sopra)
Una pasticca di antistaminico
Mezzo lavandino pieno con piatti da lavare
2 cipollotti
1 etto buono di prosciutto (se per due persone)
curry
olio di oliva
due uova sode (all’alba s’ode il rumore delle uova nel bollitore)
riso basmati
un po’ di musica (chiudete la porta) – lazarus (porcupine tree)


Preparazione.

Dopo aver starnutito vi alzate alle 5 del mattino. Attenzione: non lo state ripetendo, il fatto che urliate ad occhi chiusi “cinque!” significa solo che state starnutendo. Andate al bagno, fate quel che la natura vi suggerisce (non vale fuggire), vi lavate le mani, starnutite di nuovo. Poi andate in cucina. Vi grattate le palle (non vi vede nessuno). Osservate il pentolame nel lavello. La luce gialla della cucina vi fa lo stesso effetto del fumo in un pub anni 90. Non è che vi dà fastidio, semplicemente vi esclude da tutto ciò che è stato fumato. Respirate il godimento degli altri e inalate l’ennesimo rimpianto. Un po’ come tutte le ragazze che vedevate salire da quelle spiagge gestite dal vostro “menestrello”. Avete ancora il profumo nel naso e l’eco bastarda di “un prima o poi tocca a me”. E ancora non ti tocca, né lei (una lei qualsiasi) né nient’altro. E canti. Lazarus.

"Follow me down to the valley below
You know
Moonlight is bleeding from out of your soul"

I survived against the will of my twisted folk
But in the deafness of my world the silence broke
And said

"Follow me down to the valley below
You know Moonlight is bleeding from out of your soul"

Il giro di piano dei porcospini mette le ali al tuo stato d’animo ed intingi il pane nel tuo umore, convinto che il destino prima o poi venga a vedere il numero del tuo bigliettino. Sì, perché stai in fila, non sgomiti e attendi di essere servito. E nell’attesa tutto si ingiallisce. Proprio come la luce della cucina.


Apri l’acqua, ne prendi mezzo bicchiere, poi prendi un antistaminico e lo mandi giù. Col bicchiere in mano apri la serranda. Piano. Non deve essere buio. Non può entrare il buio, non può bagnare i tuoi piedi. Già è insopportabile la luce stanca, l’ombra sotto le ginocchia sarebbe troppo. Starnutisci ancora. Non è buio. L’aria è fresca. Tiri su, prima col naso, poi la serranda. L’orizzonte è pallido e fa capolino tra gli scacchi delle inferriate. Il mondo ti ha chiuso dentro casa. Tu - dal cantuccio tuo - sei convinto di averlo chiuso fuori. Illusione di qualsiasi uomo che pensa alla vita solo come ad un intorno del proprio compassato agire. Avete presente come funziona un compasso? Noi siamo compassi del nostro vivere, tracciamo un cerchio ad identificara a 360 gradi la vita secondo noi. Si tratta semmai di valutare quanto è lungo il nostro raggio, quanto presuntuosa la nostra circoscienza. In lontananza le case hanno i margini superiori leggermente arancioni. Sta sorgendo il sole. Sopra il cielo è bianco e azzurro. Dietro qualche stella è rimasta a curiosare. Faccio due passi indietro. I rombi catturano il quadro come mosche su una ragnatela. Farei una foto, ma poi a chi interesserebbe? Giro il miscelatore, l’acqua ora è calda, metto due zic di sapone nel lavello. Attendo che la schiuma si manifesti, poi apro il frigo. Prendo due cipollotti, li metto sul tagliere, prendo il coltello giallo (ché taglia bene), nel frattempo in una padella metto (dentro) olio d’oliva, un poco di peperoncino e (sotto) del fuoco. Fiat gas. Tagliuzzo la cipolla senza piangere, quindi la metto in padella. Il lavello è pieno. Chiudo l’acqua. L’odore di cipolla che soffrigge mi suggerisce di aprire la finestra, tutto è ancora più chiaro e l’aria fresca entra dentro a cercare calore ché è stata fuori tutta la notte. Prendo il prosciutto, la cipolla sta dorando, la giro con la cucchiarella di legno. Taglio il prosciutto cotto, sempre col coltello giallo. L’odore di soffritto satura l’aria. Mi vengono in mente i miei colleghi che staranno dormendo e che mi giudicano un pazzo. Del resto sono “neanche le 6” e sto respirando soffritto di cipolla. Come dar loro torto. In realtà (però) hanno torto (infatti). Forse sono matto, ma almeno sono. Voglio dire, una parte in questa mia vita l’ho presa e allora me la tengo perché ormai le ho dato fiducia. Cambio disco. Alessandra suggerirebbe i Tool. Altro luogo comune sfatato. Chi lo dice che una bella donna non possa ascoltare musica dura? Dura non tosta. Li conoscete i Tool? Che domanda! Chi mi risponde alle “neanche le 6” di mattina. Verso il prosciutto julienne nella padella, aggiungo del curry e inizio a girare. La padella è piccola. Troppo, purtroppo. Cambio, ne prendo una più grande. La piccola finisce sotto schiuma.

Ascoltare i Tool ha una valenza notevole, significa molto, significa tanto perché i riff di chitarra fanno ceselli sulla claustrofobia, certe atmosfere gotiche abbelliscono la solitudine e i suoni duri e cupi servono a custodire intatta la nostra rabbia. A me piace scrivere e, è il caso lo ammetta, mi piace cucinare e – ma questo semplicemente non mi dispiace – lavare i piatti. Mi alzo alle 5 per le mie passioni. Preparo il caffè al sole, lo faccio da tempo, una volta oltre al caffè gli ho regalato una poesia.

Stamani
prima dell’alba
ho preparato il caffè
al sole.
Gli ho parlato,
agitando il cucchiaino in aria.
Ha bevuto
Ascoltato,
ha sorriso,
saltato giù dal balcone
è poi tornato
alle sue cose
Stamani
dopo l’alba
ho preparato il caffè per me
e ho pensato
alle mie debolezze,
agitando il cucchiaino nell’anima.
Ho ascoltato
ho bevuto,
saltato su facili conclusioni,
e sciupato l’ennesimo sorriso.
Stamani
sono andato a lavorare.
Il sole mi ha chiesto un passaggio
Si è seduto dietro,
senza casco, abbracciandomi.
Mi ha donato spiccioli,
mature riflessioni,
ha intiepidito sfiducie,
quelle mie più piccole
e mi ha fatto una promessa.
Tornerà
domattina
prima dell’alba.
Il caffè
stamani
era amaro.
Domani,
mi ha detto,
sarà gradevole indugiare
ché lo zuccherò
in fondo
c’é

Metto l’acqua sul gas. Accendo.

Non mi piacciono le poesie. Almeno le mie le trovo solo un modo furbo per far prosa quando sono pigro. Alzo il volume, metto due uova a lessare.
Ascoltare i Tool, per esempio, spiega molte cose. Io li ho visti vomitare e far vomitare l’anima, ho osservato volti scuri, offesi dai pensieri che non chiedono permesso e si affollano dietro gli occhi. Serve la musica, serve quando sorridere diventerebbe patetico. Inizio a lavare i piatti. Giro il prosciutto una volta ancora e spengo il gas.

E’ preferibile osservare un volto teso, è meglio – ciò almeno secondo me – per comprendere su quali volti ci sono maschere e su quali invece no.

L’odore del sapone dei piatti mi riporta al campeggio. I profumi prendono a calci i neuroni e li mettono in fila davanti ai ricordi più lontani. Difficile lavare i piatti con l’acqua fredda. Ma ‘sticazzi! Del resto i gavettoni di acqua fredda e sapone erano uno sballo. Magliette bagnate ad aderire su desideri mai realizzati ed opzioni di amicizie e amori che facevano rima con ipotesi di gioia, sesso e speranza.
Troppi rimpianti. Troppi, e troppi i piatti da lavare ancora per non cadere vittima del profumo dei ricordi. Bisogna avere il coraggio di cambiare. La soddisfazione non ha parametri oggettivi. Posso valutare un sorriso da collezione di attimi, l’affetto di un collega diventato soprattutto amico, mettere da parte gli spicci di feedback da 35 centesimi, posso dar valore alla routine, ma non posso ignorare che mi sto allargando sempre più per far spazio ad un anima che sgomita per andare oltre. 35 centesimi vale un caffè, un caffè può valer molto di più, dipende dai presupposti.

Spendo la luce, lascio del sapone sull’interruttore. Ora è il sole a colorare d’arancio i miei pensieri. L’acqua bolle. Prendo tre pugni di riso. Ho sempre preso botte. Ne prenderei ancora per sorridere. Le uova sono pronte. Le sbuccio. A Roma si sbucciano le uova sode, del resto se sono le “neanche le 6” e se posso lavare i piatti ascoltando i Tool dopo aver soffritto cipolla e prosciutto, posso anche permettermi il lusso lessicoatto di sbucciare uova. Del resto non me ne frega, non per caso sto in mutande, in piedi su tale cosa.

Mi dimetto dai luoghi comuni. Non li sopporto.

Ecco cosa è successo mi sono dimesso dalla tranquillità. Io che credevo di invecchiare e morire di illusione, timbrando ogni mattina il cartellino, non ho fatto i conti con il mostro che ho dentro. Sì perché se potessi scolpire la mia carne, seguendo le cicatrici d’ombra delle mie sensazioni, sarei bello, magari come Gianluca.

A lui non piacciono i Tool. Ma è una bella persona. Lui ha un corpo che calza perfettamente la sua anima. Musicalmente veste trame diverse, ma non sto certo a lamentarmi. Il riso, un bel pugno è anche per lui. Sì perché nel tempo abbiamo imparato a condividere soprattutto i momenti migliori.

Non è questione di fuggire in Alaska, la memoria delle cose migliori si impasta alle molecole dei profumi, e questi non sono tanti, li ritrovi ovunque.

So bene che rivivrò tutto, ma questa volta so bene anche questo, almeno questa volta, lo farò senza rimpianti. Magari soffrirò. Forse. I rimorsi sono il giusto prezzo. Sono stufo però di ricordare il mio sguardo deluso. Sono cresciuto in fretta senza crescere. Ho perso troppe cose per strada e adesso sembro un bambino con le scarpe del padre. Ci sto largo nel mio corpo. Poche persone si fermano a mangiare con me. E’ difficile credere che si abbia la forza di svegliarsi prima del sole per mettere insieme due parole, un po’ di riso e una padellata di considerazioni. Poche persone lo fanno. Però quando succede mi ripago di quanto ho perduto strada facendo. E devo dimettermi, cambiare spiaggia perché sono allergico e starnutire per soffrire del profumo di certi ricordi non mi serve a vivere tranquillo. Del resto prima o poi i nodi verranno al pettine e invece di fare come dicono in tanti, invece di fottermene magari mi capita di fottere, fottere la vita o chi per lei. E godere perché – se permettete – spetta anche a me, almeno una volta ancora.

Sono un poco triste. Verso il riso in padella, trattengo il sorriso e una lacrima cipollinosa, non riesco invece a sfanculare l’ennesimo !eccinque!”. L’uovo sodo triturato amalgama con una tonalità ocra quanto sto girando in padella. Il sole sembra addirittura benedire il tutto con luce coordinata. Metto su il caffè ed attendo.

Salgo in mansarda. Il riso è pronto. Ho in mano, la sinistra, un pen drive, un bicchiere di caffè col latte freddo (senza zucchero), nella stessa mano, tengo i panni da lavare nella destra.
Accendo il pc. I panni li ho gettati nel cesto. La luce da fuori è bianca. Buongiorno.

Ho una certa malinconia, lo ammetto e nessuna voglia di curarla, la musica serve solo ad accompagnarla intontendola. Rimetto Lazarus. Le note del pianoforte crescono come schiuma dentro il mio umore e portano a galla un fottio di cose.

Sono sicuro però di aver avuto un’esperienza assolutamente da mettere tra le mie ricchezze. Sta a me trovare nelle cose distratte ciò che invece è prezioso. So che si può fare, le canzoni, certe idee romantiche e la musica aiutano a distinguere, distraendoti dalle sirene di tutto ciò che non sei tu, per un egoismo strano, l’unico [po]eticamente ammissibile che mi permetterà di avvalorare il mio io, prescindendone assolutamente secondo una logica comune.

Dimettersi significa anche questo, per esempio e anche vuol dire non arrendersi alle regole non tue.


Buon Appetito!


www.youtube.com/watch?v=dfmOtTMa-8M

www.youtube.com/watch?v=hii17sjSwfA

www.youtube.com/watch?v=uCEeAn6_QJo


Ultima modifica di miaghi il 9/5/2008, 11:11 - modificato 1 volta.
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MessaggioTitolo: Re: riso e anima   riso e anima Icon_minitime9/5/2008, 10:44

Grazie...
Io ringrazio sempre quando mi si fa un bel dono. E qui tu ti sei donato, molto.
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Pecoranera
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Pecoranera


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MessaggioTitolo: Re: riso e anima   riso e anima Icon_minitime9/5/2008, 13:13

Questo tuo pezzo è notevole, è un pasto completo, una escursione a 360 gradi.
Bellissima ed ingegnosa la forma e la struttura che lo rendono incredibilmente leggero e scorrevole.
Non c'è nulla che stoni e la poesia è un piccolo gioiello, ma la forza è la sua strittura complessiva è come passare da una stanza all'altra di un bel palazzo.
Sono davvero colpito.

Diego
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MessaggioTitolo: Re: riso e anima   riso e anima Icon_minitime9/5/2008, 13:20

Questo è un sorriso che non è stato sciupato.
nemmeno il tempo di leggerlo ne di osservarlo.
senza inutili parole.molto bello.
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MessaggioTitolo: Re: riso e anima   riso e anima Icon_minitime9/5/2008, 13:46

bel pezzo, a ruota libera dove c'è un uomo a 360°.

Potrei suggerirti di mettere il burro al posto dell'olio?
la cipolla diventa piu croccante e saporita e si prepara al matrimonio con il prosciutto.

Piace anche a me scrivere e cucinare, anzi mi capita spesso che qualche pezzo l'ho pensato mentre cucinavo.

piacere di averti riletto Roberto.
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Roberto Miano
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MessaggioTitolo: Re: riso e anima   riso e anima Icon_minitime9/5/2008, 14:09

grazie a tutti....

avevo bisogno di parlare....


rob
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MessaggioTitolo: Re: riso e anima   riso e anima Icon_minitime9/5/2008, 14:12

miaghi ha scritto:
grazie a tutti....

avevo bisogno di parlare....


rob
Very Happy Very Happy Very Happy Very Happy Very Happy Very Happy Very Happy Very Happy Very Happy Very Happy
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Nico Mar
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MessaggioTitolo: Re: riso e anima   riso e anima Icon_minitime11/5/2008, 00:39

miaghi ha scritto:
grazie a tutti....

avevo bisogno di parlare....


rob

fallo più spesso, per favore.
Ascoltata musica. Grazie anche da parte mia.

nico
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Penna Libera
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MessaggioTitolo: Re: riso e anima   riso e anima Icon_minitime11/5/2008, 00:47

Mestoso Miaghi.
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MessaggioTitolo: Re: riso e anima   riso e anima Icon_minitime11/5/2008, 07:00

Incantato complimenti sinceri.
Alessandro
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Luca Curatoli
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MessaggioTitolo: Re: riso e anima   riso e anima Icon_minitime11/5/2008, 08:40

ti leggo col pizzicore al naso...
sarà per via della finestra aperta sul mio lato sinistro.
provo già nostalgia per il fresco mattutino; forse ha i giorni contati:
non mi sveglio così presto la mattina, purtroppo.
ti ho letto come avrei potuto osservare la mia collezione di bottiglie,
se fossi stato un morandi.

continuo a sperare, a non disperare che nei cadaverici sguardi, nei treni e nelle sale break, e in tutti gli altri purgatori dell'immaginazione...
sia catturato un pò di splendore.

se fosse polvere dovremmo buttare gli stracci.
grazie. è stato magnifico per me
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Roberto Miano
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MessaggioTitolo: Re: riso e anima   riso e anima Icon_minitime11/5/2008, 08:52

Citazione :
continuo a sperare, a non disperare che nei cadaverici sguardi, nei treni e nelle sale break, e in tutti gli altri purgatori dell'immaginazione...
sia catturato un pò di splendore


si può disperare o avere la certezza di sperare... quello distingue l'anima sconfitta negli attimi ma imbattibile in potenza

rob
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MessaggioTitolo: Re: riso e anima   riso e anima Icon_minitime11/5/2008, 08:58

Ciao Roberto.
E' bello rileggerti qui.
Molto.
Grazie.
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Daniela Micheli
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Daniela Micheli


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MessaggioTitolo: Re: riso e anima   riso e anima Icon_minitime11/5/2008, 09:56

Ho sempre apprezzato le tue pagine, non te l'ho mai nascosto. E mi è sempre risultato difficile lasciarti un commento se non quello emozionale che mi provoca il leggere delle tue riflessioni che nascono dal nulla, che sia mentre sbucci un uovo o versi il riso in padella.
Mi auguro che la tua voglia di parlare ti prenda spesso, Rob.
Daniela
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