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 77 - prima parte

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orione21
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MessaggioTitolo: 77 - prima parte   77 - prima parte Icon_minitime25/5/2008, 10:45

Bump. Il Garelli di Osvaldo salta su una buca scartando di lato. La solita buca. Come tutte le mattine Osvado ci si era fiondato dentro, cercando di impennare il garellino, sgasando mentre usciva da quella depressione. Osvaldo ama la precisione. Arriva tutte le matttine alle sette e venti spaccate davanti al portone di Fisica. Apre, raccoglie la posta e organizza la sua postazione, giusto sulla destra dell'entrata, al di la' del muro.

Da casa sua, un piano seminterrato in una traversa di via degli Arvali al Quadraro, fino alla Sapienza ci vogliono al massimo una ventina di minuti, prendendosela con la dovuta comodita'. Osvaldo comunque esce sempre almeno una decina di minuti prima delle sette, cosi' per sicurezza. Spesso quei minuti in piu' gli servono per convincere il garellino a marciare, che quando c'e' nell'aria un po' di umidita' quell'ottusa ferraglia non ne vuole sapere di cominciare a borbottare di prima mattina. Si ingolfa subito. Osvando con santa pazienza smonta la candela, la asciuga, la pulisce con un po' di carta smeriglio, meticolosamente. La rimette al suo posto e il Garelli, forse per ringraziarlo, comincia subito a ronzare. Osvaldo schizza via rapido, e quelle mattine taglia dritto senza passare a salutare l'Ezio, che ha un'edicola all'angolo di via dei Quintili, e che lo porta un po' fuori traiettoria. Cosi', segue via del Mandrione, che tortuosamente si incunea nelle viscere del centro di Roma. Passa accanto agli sfasciacarrozze e alle carrozzerie, che hanno installato i loro depositi e le loro officine al riparo degli archi dell'acquedotto romano. Osvaldo si sorprende sempre di come alcuni, chiamiamoli inquilini, abbiano persino pensato di intonacare le vecchie pietre, per poi ricoprirle di piastrelle con fantasie floreali. Le mattine quando c'e' la luce giusta, si ferma appena trova uno scorcio interessante, accosta il Garelli, tira fuori dalla bisaccia di cuoio la Fujica, che aveva comprato a un prezzo esagerato dal fratello anni prima, e scatta qualche foto. Non si ferma piu' di mezzo minuto. Via del Mandrione diventa via Casilina Vecchia, che prima zigzaga passando sotto gli archi dell'acquedotto e sopra le rotaie della ferrovia, e poi di allarga su due carreggiate, per finire sui i sanpietrini di porta Maggiore. Li' comincia San Lorenzo e Osvaldo e' quasi arrivato, puo' rilassarsi, stirarsi un po'. Si mette in piedi sui pedali per evitare al fondoschiena le vibrazioni imposte dai sanpietrini. Passa accanto ai banchi di fiori davanti al Verano, e saluta le signore che stanno mettendo in fresco i crisantemi. Col buono o col brutto tempo questo tragitto riesce sempre a rilassare Osvaldo, gli da' la sensazione di riuscire ad abbracciare Roma, a tenerla tutta, o almeno quello spicchio che gli corre sotto la sella, tra le sue braccia. E la ripetizione di questo cerimoniale, giorno dopo giorno, gli da' la sensazione di riuscire a rimanere in fase con la citta' e con i suoi ritmi, riuscire a non farsi superare dai cambiamenti delle cose. E' il momento migliore della sua giornata quello, e non lo rovinerebbe per niente al mondo.

<Ciao Osva', tutto a posto?>
<Ciao Guido, come sempre. Lo sai che le cose storte non mi piacciono, e quindi se si storcono le aggiusto.>
<Beato te, che sei capace di aggiustarle le cose Osva'..> E magari manco e' una metafora quella di Osvaldo. Guido ce le vede proprio quelle manone che aggiustano una bicicletta, lo scarico del lavandino o la radio di casa.

<Osvaldo, quale e' il piatto che ti piace di piu? Si, la cosa che ti piace di piu', quella che ti fa' proprio strippare, che non ne potresti fare a meno..>
Osvaldo ci ha pensato su' un solo attimo: <Quello che mi piace di piu'? semplice! Pane e olio.>
<Come pane e olio? Che significa? Che ce stai a prende pel culo?>
<No, perche'? Pane e olio. Anzi, fammi dire meglio: olio e pane. Versi un po' d'olio su un piatto o in una ciotola e poi ci intingi un pezzo di pane. Ma hai presente? l'esplosione pazzesca di sapori e di sensazioni quando assaggi un pezzo di pane intinto nell'olio nuovo, appena spremuto? oppure in quello conservato bene, a dovere. Al freddo e al buio. Ma quello nuovo e' meglio. Il sapore di terra, di aria e di fresco. Il sapore di frutta e poi anche di piccante. Che ti avvolge tutta la bocca. E vorresti che non finisca piu'. E infatti rimane li' nel palato, fino a che non ti viene voglia di un altro pezzo. E li un altra cascata di sensazioni. Frutta, erba, anche il mare ci si sente. Ma questo funziona solo con l'olio buono, quello che fa' la famiglia di Maria giu' in Puglia. Dovete vedere che festa! Subito dopo la spremitura.>
<Osva', ma sei un gourmet! >
<E che significa?>
<Uno che je piace da magna'. E poi? dicci, che te piace?>
Osvaldo ci ha pensato un minuto questa volta: <Mi piace la pizza. Ma solo la margherita, e quella fatta a casa. Che sa' ancora di lievito, e un po' di bruciato.>
<Vabbe', la pizza si capisce. Ma quella della formula tre? quella te piace? >
<Non ci sono mai stato alla formula uno. La pizza la facciamo a casa. E chi ci va' mai al ristorante! >
<Formula tre, qua vicino, a tre passi. Noi ci andiamo stasera, perche' non vieni pure tu?>
Gia'. Perche' non vado pure io? <No, no, ma che ristorante...>
<Pizzeria.>
<Pizzeria, ristorante, e' lo stesso. No, no posso. Lo sapete, che ho la Maria a casa che mi aspetta. Anzi bisogna che vada. A quest'ora avra' finito di preparare. Ci vediamo domani ragazzi.>
<Ma quando ce la porti a far conoscere la Maria? Eh Osva'? ma che te la vuoi tenere tutta per te?>
<E Certo! E ti pare che ve la porto qui? Una donna seria e' la Maria!>
Si sono messi tutti a ridere forte. Osvaldo non avrebbe voluto fare quella battuta, "una donna seria". Lo fa' sentire troppo grande, diverso, sproporzionato, e soprattutto allocco. Ma ormai e' fatta..
<Seeee, ecco perche' stai tutto il giorno a guarda' le ragazze. O e' Maria che troppo seria, o sei te che nun sei serio.>
Guido ha detto: < Dai vieni a farti una birra che ti faccio cononoscere Giuliana. Non mi dire che non ti interessa, lo vediamo tutti che non gli stacchi gli occhi di dosso. Lo sai che canta? Qualche sera ti ci portiamo a sentirla, e poi vedi quante Marie..>.
Osvaldo si e' sentito come spogliato. Tanato di brutto. < Dai Guido non scherzare su queste cose. Ora vado. D'avvero.>
<Ei! ma non te la prendere! Osvaldo!>

Stamattina proprio non funziona. Neanche il solito giro riesce a rilassare Osvaldo. Ha la testa impastata, come quando hai il raffreddore. Ma Osvaldo non ha il raffreddore. Ha preso anche 2 aspirine, per tutte le evenienze. Ma niente, le idee non riescono a circolare. Rimangono li in un angolo, staccate una dalle alle altre. E senza quagliare.
<Osvaldo?>
<Che c'e' Guido? Ho da lavorare non lo vedi. >
<Ma se la facolta' e' occupata.. Tutta l'Universita' e' occupata! Che ci vieni a fare? Potresti andartene in giro, altro che lavoro.>
<Occupata o non occupata per me e' uguale. Le cose da fare sono le stesse.> Non e' vero che sono le stesse. Hanno fatto una copia delle chiavi e quindi non e' solo Osvaldo ad averle. E questo non gli piace manco un poco. Gli piacciono i compiti precisi, "tu apri, te pulisci, te insegni, tu vai a lezione". Senza miscugli. Invece qui e' tutto un miscuglio. Pero'. Anche nei miscugli ad Osvaldo sembra che ci sia qualcosa di interessante. Puo' vedere come si comportano le persone quando si scambiano di ruolo. Professore Osvaldo!
<Osvaldo?>
<Che c'e', che c'e' .. non lo vedi che sono impegnato?>
<Impegnato a farti le seghe! Stai li che fissi la parete. Hai sentito quello che ho detto? No, non hai sentito quello che ho detto.>
Gia' la giornata era partita storta, proprio non ci voleva anche questo strunz! < Ma perche'? Che dovevo sentire? Ma perche' non te ne vai a studiare? o a lavorare, cosi' mi lasci in pace? A no, vero, te non lavori. Studi. Cioe' dovresti studiare. Perche' a lezione mi pare che non ci vai mai. E i soldi? come fai coi soldi? Ah, si, lo so: vai a scrocco..>
<Ei Ei EI... va bene scusa hai ragione. E poi oggi studio. Prometto. Chimica. Ti stavo appunto chiedendo se mi davi una mano, sempre che lorsignore si degnasse di stare a sentire, invece che passare il tempo nel suo mondo dei sogni.>
<Una mano? Ma che sei tocco? Io manco la terza elementare ho fatto.>
<Embe'? Una mano la puoi dare lo stesso. A preparare.. un esperimento, e a procurare l'indispensabile. Dico sul serio. Mi accompagni?>
<E dove?>
<Qui vicino. Ci sono un paio un negozi di prodotti chimici. Ce li dividiamo. Uno te e uno io. >
Ecco, lo sapevo che c'era una fregatura. <Perche'? non ci puoi andare da solo?>
<Dai, non fare storie. Che poi ti porto a fare un esperimento!>

Sono andati prima in un negozio all'angolo con via dei Tizi. Li e' entrato Guido. Uscito con una busta piena di qualche polvere, qualche sostanza. Poi, sempre a piedi sono andati in un altro negozio, in viale Ippocrate. Con un sacco di provette e alambicchi in vetrina. Tutti molto polverosi pero'. Chissa' perche' ma questo contrasto aveva colpito Osvaldo. La polvere che copre uno strumento scientifico. Non dovrebbe averne il tempo, perche' la scienza e' qualcosa che sta sempre in movimento. E allora queste provette? Sempre ferme in vetrina?. Se almeno qualcuno le pulisse..
<Osvaldo!!! Sei dei nostri? Che stai a fa'? Dai, sveglia che comincia l'esperimento. Allora, ecco, entri e chiedi 2 bottiglie da un litro di acido solforico.>
<Acido solforico? e a che ti serve?>
<E' per un "esperimento" bello grosso, col botto!. Ma stai attento che se si rompono sono cazzi. Brucia da matti. Ecco i soldi.>
<Te non vieni?>
<No, e' meglio che non mi faccia vedere in troppi negozi. Poi andiamo a prendere la benzina. E poi passiamo da Sgaravatti a comprare un bel po' di concime, quello a base di clorato di potassio. >
<Osva'? ma che non hai capito? E' per fare le bocce. Domani c'e' un corteo di quelli tosti. E' nazionale, vengono qui da tutta Italia e sicuro che ci stanno gli scontri. Tocca che ci prepariamo.>
<Scontri? Guido che cazzo state facendo? >
<Quello che va' fatto. Non ti preoccupare, dacci una mano oggi, tanto domani ce la vediamo noi.>

<Ecco. Attento. Versa un quarto di acido in ogni boccia. Poi finisco di riempire io con la benza. Chiudi bene. Senno' ce ne andiamo a fuoco subito e a domani manco ci arrivano. Vedi? funziona cosi': quando la boccia si rompe l'acido viene a contatto con questa miscela di clorato di potassio, zolfo e zucchero. La reazione chimica produce una fiammella che innesca la benzina. Semplice no?>
Osvaldo ha pensato che semplice era semplice. Bisognava vedere se poi avrebbe funzionato veramente pero'. E in effetti era stata davvero una lezione di chimica. <Ma dove le tirate? A che vi servono..>
<Queste servono per difenderci. Se le cose vanno in vacca e la polizia comincia a fare casino. Per dare tempo alla gente di scappare. Sabato scorso c'era una marea di polizia. Hanno caricato quasi subito. E c'erano pure un sacco di pulotti in borghese. Uno mi e' spuntato di fianco all'improvviso. Ha tirato fuori una la pistola e ci ha fatto mettere tutti contro il muro. Quello li', di via del Policlinico. A momento me la facevo addosso. Poi e' corso via. Abbiamo sentito dei botti. Noi siamo rimasti li come deficenti. Non avevamo niente in mano, e manco nella testa. E invece poi abbiamo sentito che due compagni sono rimasti perterra. Magari e' stato proprio quello stronzo li di via del Policlinico. Ecco la prossima volta qualcosa in mano voglio avercela..>
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Daniela Micheli
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MessaggioTitolo: Re: 77 - prima parte   77 - prima parte Icon_minitime26/5/2008, 09:35

salvo, stampo, ripasso.
non so quando però Wink
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