Scusate lo sfogo.

Lo schianto sarà stato terribile. Morire giovanissimi, o almeno rimanere feriti gravemente e per molto tempo crea uno stato di apparente ingiustizia.
Forse molto più che apparente.
Le distrazioni in cui sono immerse le nostre vite lasciano libero accesso al dolore.
Sabato sera.
Si sa, è risaputo, molti giovani ci lasciano le penne in quelle ore. Troppi.
La storia è la stessa, la versione cambia.
Noi giovani non facciamo che ubbidire, senza pensarci e quindi cambiare, alle stupide regole del nostro tempo.
Una volta era la sigaretta. Oggi la pasticca.
Le luci soffocanti, la musica insensata e ad altro volume, creano delle reazioni. Non bisogna fermarsi, uscire dalla pista altrimenti si è fuori. Ma da cosa?
Allora qualche pasticca aiuta, ci rende invulnerabili. Solo nei sogni.
Le notizie arrivano la domenica mattina.
“Sai che è successo?”
“Hai saputo di ieri sera?”
“Ma dai se l’è cercata!”
Parole, sorrisi. Pianti.
E sì perché c’è qualcuno che la domenica mattina ci prova gusto, si sente più alto. Forte.
Sì, siamo distratti dal voler apparire forti, invincibili. E sempre i migliori.
Poi la notizia invecchia, diventa acida come la maionese fuori da frigo.
Si attende il prossimo bollettino, la prossima notizia.
Le famiglie poi piangono, non sapendosi spiegare i perché.
Non si chiedono il perché del vestito all’ultima moda; del perché dei silenzi. Delle assenze.
Dei figli lasciati soli a se stessi per l’insensata e stupida voglia di arricchirsi. E di apparire.
Questi i perché?
Forse sì. Sicuramente sono una buona fetta.
Mi direte che la musica è vecchia, che di queste storie se ne sentono in continuazione.
Non mi arrendo. Voglio reagire.
Il botto sarà stato terribile. Anche quello della mia coscienza.
Voglio capire, e contribuire a non lasciarci andare.
Siamo in molti a pensarla così. E questo mi rassicura.

Ciao Anam.
Ho un figlio che ha un anno più di te e uno più piccolo, di 17 anni.
Io mi auguro davvero di non avere loro inculcato solo il mito dell'arricchimento facile, dell'auto da sfoggiare a tutta velocità.
Sarebbe un discorso lungo e complesso. Ed alla fine sono le famiglie di quei quattro ragazzi che si sono schiantati la risposta. Oltre a loro, che non saranno più ulivo ma resteranno per sempre germogli.
Mi hai commosso molto, Anam.
Daniela

Siamo in molti a pensarla così. E questo mi rassicura.

ci sono anch'io, caro anam.
Elisabetta

Non riesco a trovare cosa così tanto bella, quanto lo stare in uno stesso luogo ventenni, trentenni, quarantenni e cinquantenni insieme per una condivisione, per una stessa passione. Questa, appunto.

Non devi dire scusate, ma dobbiamo forse scusarci noi, discotecari una volta, genitori adesso, perchè in questo modo si apprende e ci si sa più parlare, da ambo le parti.
ritienilo uno dei tanti canali aperti alla comunicazione.
tranquillo che poi ritornerò su questa pubblicazione che adesso esco.

Anam non sei solo.
Ho un figlio di 21 e una di 18 che la pensano com te, come me.

E' molto bello che sia un giovane giovane, a parlare così...
Quando lo diciamo noi, vecchi, sembriamo dei gufi portajella a cui rispondere: "Ma che dici? Sempre le solite solfe..."
Saranno solfe, sì, ma stare in ansia per un nipote uscito in auto con amici al sabato sera, non è "solfa", è legittima preoccupazione. Anche se non la esterniamo e ce la teniamo dentro finché lui o lei, al rientro, tanto per far star tranquilla "quella barbogia", telefona dicendo: "sono rientrato"...

Sai Anam, la mia ragazza ha 17 anni e ha scritto un pezzo sulla morte della povera Lorena: l'ha scritto da"dentro"perchè donna e diciassettenne. Le avevo chiesto di pubblicarlo e lei mi aveva dato il permesso, perchè penso che sentire la vostra voce, quella di chi ancora c'è dentro tutto alla storia, sia per noi importantissimo. Forse lo posterò quel pezzo...
Intanto grazie a te e, come giustamente ha detto Luciano: scusateci voi.

La prima volta, insomma, può essere l'ultima.
Purtroppo, la società è più pericolosa di quanto pensiamo e anche i migliori possono cadere in trappola. A volte è la curiosità che li spinge a sperimentare stupefacenti, in un modo ingenuo, superficiale. Il che rende le droghe ancora più pericolose. E poi queste sostanze vanno di moda perchè aumentano le prestazioni e permettono in qualche modo di superare i propri limiti.
Come possono reagire i genitori? E' importante che la famiglia sappia sempre dove i ragazzi vanno, quali "giri" frequentano, in che condizioni tornano a casa la notte. Ma per costruire tutto ciò è cruciale parlare con loro senza tabù. Spesso, gli adulti ripetono solo che le droghe sono pericolose. E basta. Per i figli, invece, le droghe sono piacevoli. Due posizioni inconciliabili, ma entrambe sostenibili dai singoli punti di vista, e che così finiscono per creare un muro d'incomunicabilità. Bisogna, dunque, scendere sul terreno dei giovani. Invitarli a esternare le ragioni che li portano verso la "pasticca".
L'amara verità è sempre quella: gli adolescenti tendono a seguire il branco e ad aderire a certi modelli di comportamento.
Ho respirato nella mia famiglia, come il profumo del caffè al mattino, le regole della caserma, uscendo con gli amici, ero solo io la responsabile delle mie azioni e ancora adesso sono fiera di tutto questo!
Scusa per lo sfogo.

grazie.
i vostri commenti sono la mano che si poggia sulla mia spalla e mi incitano ad andare avanti in questa direzione.
dobbiamo cercare di migliorare, insieme.
commoventi e calorose le vostre parole...

bello sentir parlare così un giovane. mi allarghi il cuore, davvero!
Elisabetta

No comment per mia stupida scaramanzia & up...

Si anam, continua a guardare così
e parla parla parla
con la tua voce, uguale alla loro, ascoltano se stessi.

Luciano Sanna ha scritto:

Non riesco a trovare cosa così tanto bella, quanto lo stare in uno stesso luogo ventenni, trentenni, quarantenni e cinquantenni insieme per una condivisione, per una stessa passione. Questa, appunto.

Sì, Luciano, hai evidenziato una cosa molto bella secondo me.

nocturna ha scritto:

Luciano Sanna ha scritto:

Non riesco a trovare cosa così tanto bella, quanto lo stare in uno stesso luogo ventenni, trentenni, quarantenni e cinquantenni insieme per una condivisione, per una stessa passione. Questa, appunto.

Sì, Luciano, hai evidenziato una cosa molto bella secondo me.

Si... lo penso anch'io...

sorcio ha scritto:

Si anam, continua a guardare così
e parla parla parla
con la tua voce, uguale alla loro, ascoltano se stessi.

sarebbe bello aprire un dibattito, sono sempre molto curioso di conoscere le ragioni altrui.

rubinia ha scritto:

Sai Anam, la mia ragazza ha 17 anni e ha scritto un pezzo sulla morte della povera Lorena: l'ha scritto da"dentro"perchè donna e diciassettenne. Le avevo chiesto di pubblicarlo e lei mi aveva dato il permesso, perchè penso che sentire la vostra voce, quella di chi ancora c'è dentro tutto alla storia, sia per noi importantissimo. Forse lo posterò quel pezzo...
Intanto grazie a te e, come giustamente ha detto Luciano: scusateci voi.

sono (molto) interessato a leggere quel "pezzo"