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 la lingua del pazzo (forever trusting who we are)

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Roberto Miano
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MessaggioTitolo: la lingua del pazzo (forever trusting who we are)   la lingua del pazzo (forever trusting who we are) Icon_minitime17/6/2008, 07:29

Non trova più neanche i cd in macchina. Radio rock sta proponendo vecchie cose, troppo vecchie per supportare la rabbia di sentimenti giovani (certi sentimenti non invecchiano, semplicemente dimenticano di essere stati, muoiono giovani per rinascere e continuare in un loop infinito). Certo è che highway star è una gran canzone, “made in japan” poi non è “un disco”, è “il disco”. Note di hammond e due-tre strusciate di rullante si inseguono fuori dal finestrino.

Però ci vuole qualcos’altro.

I Metallica potrebbero andare, sono un buon compromesso tra anima pop e pugno di ferro.

Max si ferma. Scende dalla macchina, si guarda intorno, poi va dietro, apre il portabagagli, fruga e trova il porta cd, non lo prende, cerca il cd dal vivo, quello masterizzato, una sorta di compilation live dei 'tallica. La trova, chiude il portellone, rientra in macchina, lo infila, riaccende il motore.

https://www.youtube.com/watch?v=d7kfD4lsy4o

Sono le undici.Alza il volume. Il pubblico dal disco sembra approvare la gita (rumoreggia all'idea), questo sembra a Max che sorride a abbassa il vetro elettrico, niente cinta..

E’ già sera quando le note di “fade to black” lo accompagnano verso l'ennesima idea di un non precisato dove. C’è abbastanza gas (gpl), due palline, e abbastanza benzina, nel portafoglio ci sono 10 euro, un bancomat e un mare di scontrini.
Certe vite mediocri sono misurabili dal numero di scontrini insignificanti collezionati senza coscienza nel portafogli.

Things are not what they used to be, Missing one inside of me, Deathly lost, this cant be real, Cannot stand this hell I feel, Emptiness is filling me (1)

L’aria è calda. Le luci fuori lasciano bluastriature sulle ultime tracce di arancio di un democratico tramonto di periferia.

L'occhio vuole la sua parte per questo abita l'infinito.

Le canzoni danno ritmo al cuore. Il respiro si calma, ora la speranza di non dover dimostrare nulla proprio quella notte viene su tra le pieghe dell’ansia. La rabbia però si attacca alla musica e mette la crosta intorno ai riff di chitarra. Il volante è ostaggio delle mani.

- Dove andiamo max (soprattutto come andiamo)?
- Comandiamo? Non intendo comandare nulla!
- Magari però dirigere il tuo destino…
- Esiste un riassunto del destino, un bignami delle possibilità da vivere in una notte?
- Non ne ho idea. Ma a volte in una notte si cambia il destino.
- Sì. Chi lo cambia quello già percorso?
- Non credo si possa rottamare.
- Vero! Né lo si può permutare con un destino di classe A+ da poter poi scaricare sul 730.
- Chissà, un domani sulla pensione si porterà in detrazione una vita di merda. Hai però parecchi scontrini nel portafogli…
- Sono spese inutili, spese di vita invisibile.
- Ma ti conoscono e ti stimano in tanti.
- Sono soltanto una mera somma di singole occasioni felici, non un insomma. Io ho una strada mia, incondivisa ed incondivisibile.
- Che canzone è questa?
- My friends of misery.
- Alziamo il volume?
- Va bene.

You just stood there screaming, fearing no one was listening to you (2)

- Sei d’accordo?
- Con cosa?
- Con il testo!
- Le canzoni hanno sempre ragione. Siamo noi a vestirle con le nostre storie.
- Sei convinto nessuno ti ascolti?
- In realtà mi ascoltano in tanti. Ma poi rimangono le parole, quelle mie.
- Che vuoi dire?
- Che ormai quello che dico ha più valore di quello che sono. Vuol dire nessuna risposta.
- E allora, Max, che significa?
- Significa che alla memoria puoi portare rispetto senza doverlo poi dimostrare con i fatti alla persona. - - Significa che sono morto (…da sempre).
- Per questo sei deluso?
- Ho finito di essere deluso. Ho iniziato ad essere arrabbiato. E’ sensazione più appagante.

Max mette la terza, accelera e imbocca il raccordo. La quarta marcia e la quarta canzone si accordano per entrare insieme. Quando entra la quinta, lo cassa sinistra chiede attenzione alla destra per un arpeggio, Max approva e sistema il volume. Ha il gomito fuori dal finestrino. Non ha intenzione di correre. Le luci dei lampioni gli disegnano strani ideogrammi sul volto. Sembra ora triste ora furioso. In realtà Max sta cantando. Domani è l’ennesimo altro giorno, e ogni nuovo giorno è come se dovesse dimostrare qualcosa. Non ha mai vinto nulla, colleziona memoria al merito, ne ha traccia, ma non le ha mai potute indossare. Strano il destino di chi vince solo se e quando va via dalla vittoria.
Forse è un po’ come morire.

What Ive felt, What Ive known, Turn the pages ,Turn the stone, Behind the door, Should I open it for you? (3)

Max ha sempre avuto paura del buio. Memoria di bambino, del resto se poi non è mai diventato un uomo allora può ben poco contro i suoi incubi. E sorride perché i Metallica sembrano ascoltarlo.

Say your prayers little one, Dont forget, my son To include everyone (…)Exit light Enter night Take my hand. Off to never never land (4)

Alza il volume, di nuovo, fa rientrare il gomito. Cambia marcia, sorpassa una macchina e inizia a correre. Tira su il finestrino. Segue con le dita i solo di chitarra, li inventa sul volante. La grancassa bussa sulla suo nevrosi, supera il limite di velocità, e continua ad accelerare.

Exit light Enter night Grain of sand.

- Sabbia? Grani di sabbia?
- Sabbia e Rabbia. Ecco dove sto andando.
- Andiamo al mare Max? Non rispondi ma io lo so che stiamo andando lì. Ho i tuoi stessi occhi. Ti ho preso le mani per scrivere e anche tutto il resto per vivere.
- Cosa mi hai prestato? Di che resto parli?
- Parlo del tuo corpo. Della tua anima atrofizzata dal dover lasciar spazio troppo presto alla tua anima prima troppo adulta ora orfana di gioventù.
- E allora Parliamo del mio/nostro corpo. Credi serva a qualcosa?
- Non lo so, non lo gestisco da tempo. Ne hai l’usufrutto da anni, sta a te curarne la manutenzione.
- Cazzate. Io sono, solo e in esilio in un sarcofago esposto alla memoria di un uomo.
- Hai difficoltà ad accettarlo.
- Sì, non sono io che ritorno dallo specchio.

Take a look to the sky just before you die, It is the last time you will, Blackened roar massive roar fills the crumbling sky, Shattered goal fills his soul with a ruthless cry, Stranger now, are his eyes, to this mystery, He hears the silence so loud (5)

- Allora che ci andiamo a fare cosa al mare?
- A vivere o a morire, per esempio.
- Fa differenza per te?
- Domanda giusta!
- Comunque vado a sentire il profumo dello iodio.
- Che profumo ha l’odio?
- Mai indossato, purtroppo. Ad ogni modo se giochiamo con le parole non arriviamo da nessuna parte, mentre ora, io, metto la freccia, giro sulla Pontina e vado verso il mare.

Max manda avanti il lettore cd di una traccia. Abbassa il finestrino destro. Il vento si porta via le chiacchiere e il suo fantasma.

Outta my way, Outta my day, Out of your mind and into mine, Into no one, Into not one, Into your step but out of time, Headstrong, What's wrong? I've already heard this song before, You arrived, but now it's time to kiss your ass goodbye, And now it's time to kiss your ass goodbye (6)

Ripete a sqaurciagola “kiss your ass goddbye”. Max è una di quelle persone che ha labbra per baciare tutti, ma non sempre tutti contracambiano con le proprie labbra. Certi si tirano giù le mutande perché pretendono tu debba baciar loro il culo. Sono le stesse persone che nel tuo culo vorrebbero infilarci il loro pezzo più famoso, sono spesso proprio quelle persone che si fanno il segno della Croce in nome di un umano “non si sa mai” e che poi in privato fanno una croce su altri segni, tipo l’altruismo, l’amore, la coerenza, per non dire della giustezza
.
L’amore cos’è? Chi l’ha inventato?
Max stringe i denti.

I'll tear me open, make you gone, No longer will you hurt anyone, And the hate still shapes me, So hold me until it sleeps, Until it sleeps (7)

- Non troverai nessuno.
- Non attendo nessuno.
- Ma ci speri. Speri di poter trovare qualcuno, anzi qualcuna da farci all’amore.
- Odio quella parola.
- Ecco perché hai sempre glissato sull’argomento.
- Questione di…
- Di?
- Di tempismo.
- Esatto! Ora pensi di poter tornare indietro? Le tue ragazze sono andate, tutte. Hanno scopato, a differenza tua, ed ora sono in una casa a gestire al meglio il loro processo di vita, con amore e disillusioni connesse. Ma comunque – se ti bastasse - potresti pur sempre trovare una puttana, no?
- Ce ne sono ancora che te la danno per 20 mila lire oppure ce ne sono di nuove col bancomat? Non credo riusciirei mai a scopare con una puttana. Semmai cercherei di “approfittare” di una nella mia stessa situazione a patto che lei decida per par condicio di approfittare di me.
- Vorresti fare tu la puttana per una che ha 10 euro nella borsa?
- Non immagini quanto vorrei saper essere una puttana. Io credo solo che la vita complichi maledettamente le cose. Se guardi bene ci sono molte solitudini che si incastrerebbero perfettamente tra loro.
- Intendi dire “si incastrerebbero tra le gambe”?
- Anche! Che male c’è a godere della vita.
- Stai parlando di godere della vita o di godere della fica?
- Non mi piace il tuo sarcasmo, non stasera! Ma del resto non mi chiederai certo scusa.
- No di certo. Però non posso darti torto se proprio devi baciare il culo a qualcuno fallo a chi porta un - perizoma. Ma ricorda…
- Cosa?
- … non puoi innamorarti di quegli attimi. Devi dimenticare altrimenti peggioreresti la memoria di ciò da cui ti illudi di fuggire.

What Ive felt, What Ive known, Never shined, through in what Ive shown,Never free Never me,So I dub the unforgiven (Cool

- Vuoi dire che non posso sperare di risorgere.
- Vuoi dire che non puoi riamare? Tu ami fin troppo, e amando hai finito gli spicci. Non hai che sabbia nelle scarpe. Tu sei il tuo “sandman”, hai paura di te stesso. Le persone sono avide. Hanno bisogno di essere amate con assegni circolari non trasferibili. La tua sincerità vale nulla. Non è il libero arbitrio che dà valore alle cose umane. Il signore dei pupazzi non cerca pinocchio, tra l’altro tu non sei neanche bugiardo. Semmai ha bisogno di marionette con fili sottili ed invisibili, come quelli che si usano per le canne da pesca. Le marionette devono poter pensare di agire da sole. La consapevolezza stolta le fa agire con ferocia. L’essere veramente liberi, in un simile circo, è controproducente. Tu cerchi marionette senza fili. Ne esistono poche. Addirittura stasera vorresti trovarne una che allarghi le gambe e non solo le braccia, che accolga la tua contorta romantica visione delle cose. Se una marionetta perde i fili fugge via, spesso inciampa, di sicuro non si ferma al mare per condividere attimi di sesso mediocre e di malincoraggio con te (abbassa il volume per favore!). Due mezzi bicchieri si sommano per un mezzo gaudio a testa. Ma quando li moltiplichi in nome di una pretesa di riscatto a breve termine, due mezzi bicchieri danno solo un quarto di delusione da dividere per due. Matematica, anzi matem’etica.

Master, master, wheres the dreams that Ive been after? Master, master, you promised only lies, Laughter, laughter, all I hear and see is laughter, Laughter, laughter, laughing at my cries (9)

- Non è colpa mia se ho rispettato le donne, al punto di averne avuta una soltanto.
- E ti sembra un modo, quello giusto di rispettarle?
- Mi sembra, o meglio mi è sembrato!
- Non sei tu quello che odia il termine puttana?
- Sì sono io, e allora?.
- E allora non credi che le donne abbiano i tuoi stessi desideri?

You live it or you lie it! You live it or you lie it! My lifestyle determines my deathstyle! My lifestyle determines my deathstyle! (10)

- Continua, ti ascolto!

If I could have my wasted days back, Would I use them to get back on track? Stop to warm at karmas burning, Or Look ahead, but keep on turning. Could I have my wasted days back? Would I use them to get back on track. (10)
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Roberto Miano
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MessaggioTitolo: Re: la lingua del pazzo (forever trusting who we are)   la lingua del pazzo (forever trusting who we are) Icon_minitime17/6/2008, 07:29

- E allora forse il tuo venire meno alla soglia di certi attimi è stato considerato tutt’altro che un segno di rispetto o, al limite (il tuo limite), segno di timidezza. Le donne le hai deluse, ad iniziare dal sesso. Ora cerchi di pagare i tuoi vecchi debiti con le parole e rimpiangi le cose che non hai detto e quelle che di conseguenza non hai fatto. Il tempo passa e il rumore delle lancette dei secondi rimbomba insopportabile tra le pareti della tua onestatica solitudine. Sei condannato a cercare, all’infinito. Sai quanti secondi suonano in un infinito?

Keep searching. Keep on searching. This search goes on. This search goes on. Frantic tick tick tick tick tick tock. Frantic tick tick tick tick tick tock. (10)

- Non mi piace affatto quello che stai dicendo, eppure suona bene. Allora perché ho questa rabbia?
- Che domande stupide. Sei incazzato con te stesso. E’ il profumo dell’odio non dello iodio. Sei arrabbiato con la vita e con tutto quello che non è stato e non sarà più (devi girare, metti la freccia). Ma non sei violento e allora lasci rimbombare i pugni sull’osso delle tue tempie. Più spesso metti della musica che si assuma la colpa di essere violenta. Ti copri con la stessa e ci vai di notte verso il mare, come ora, come da bambino quando entravi nello sgabuzzino a luci spente sfidando il buio sotto la tua coperta verde. Hai una rabbia che ti porterà a distruggere l’unica cosa che non riesci ad amare.

Fuck it all and no regrets, I hit the lights on these dark sets, I need a voice to let myself, To let myself go free. (11)

- Cosa?
- La tua vita!
- Ma a me piace la vita. Adoro il profumo delle cose che altri gettano via. Mi piace il profumo di terra. Adoro le smorfie abbandonate delle persone. Cado in ginocchio di fronte alla sensualità di certe donne, piango tra le note di certe canzoni.
- E muori nell’impossibilità di ritrovarle nella tua vicenda. La vita è mietitrice di dispiaceri e tu sei la lingua del pazzo. Vivi sulla tua pelle gli incubi che gli altri scartano, questo perché tu presti attenzione, sacrificando il tuo tempo, magari una scopata, a contemplare dove si annidano le falsità. Tu soffri delle colpe non tue e dimentichi di vivere. Tu sei pazzo. I pazzi alla fine prendono in prestito la vita degli altri, dimenticano la propria ed odiano gli specchi, imparano in breve a parlare da soli.

Harvester of Sorrow, Language of the Mad, Harvester of Sorrow, All Have Said Their Prayers, Invade Their Nightmares, To see into My Eyes, You'll Find Where Murder Lies. (12)

- Con chi stai parlando tu ora?
- Con te.
- E io chi sono?

Max aggiusta lo specchietto retrovisore. Non gli è mai piaciuto il suo faccione tondo. La strada è sempre buia. Non c’è nessuno. La velocità è moderata ma le ruote sono domate dalla musica. La rabbia monta. Sta veramente parlando da solo? La solitudine non dà forse voce ai fantasmi più fedeli? E i fantasmi più fedeli non sono quelli che si nutrono delle tue canzoni?
Max pensa che potrebbe spegnere lo stereo, ma poi quella strada sarebbe semplicemente buia e non la via per l’ennesimo infinito.
Fuori dal finestrino ci sono anime che incrociano destini e lo fanno in silenzio.
Max rallenta per rubare fotogrammi che stima interessanti. E’ attratto dall’incedere deciso ma sereno di un tizio vestito di nero, sembra un mimo, ma ha uno zainetto rosso, appeso c’è un clown di coccio. Il tipo sta cantando. Max non può sentirlo, ha la sua musica. Glie la presta.

Here I am - on the road again, There I am - up on the stage, Here I go - playing star again, There I go - turn the page (13)

Lo supera, lo trattiene con lo sguardo nello specchietto retrovisore, lo osserva fino a vederlo confondersi con la notte, ha un naso rosso di plastica. Quale folle gira di notte con un naso rosso di plastica? Max ci riflette. Forse lo ha solo immaginato. Quel tipo non è mai esistito, forse, non è mai apparso su quella strada e forse non ha mai cantato. Svanisce senza titoli di coda, lasciando il posto alla musica.

Aint no mercy, aint no mercy left for me, Do you bury me when Im gone, Do you teach me while Im here ...just as soon as I belong, then its time I disappear. (14)

- Vorresti poter sparire anche tu?

Max sembra sorpreso. Cerca la voce nello specchietto. Lascia passare una macchina. Mette entrambe le mani sul volante.

- Vorrei sapere cosa significherebbe.
- Lo vorrebbero tanti, se non tutti. Nel caso porterebbero in tanti il tuo lutto. Sentirebbero in tanti la tua mancanza. Ma la vita prima o poi continuerebbe anche senza di te. Quello che non accetti è la mancanza del tuo punto di vista. Questo ti mancherebbe della vita. In tal senso hai paura di morire, per questo hai paura di vivere, e freni la normale consecutio delle tue cose. Ed hai paura che gli altri non comprenderanno mai la bellezza della tua ricerca curiosa. Questo è - in fondo e per assurdo - il motivo che ti fa considerare la povertà della tua vita, quella che gli altri dovrebbero vedere ma che si limitano ad ipotizzare prendendo spunto da alcuni elementi in loro possesso. E allora io ora ti domando “si può sapere cosa vuoi?”
- Voglio andare al mare. Triste ma vero. Voglio solo andare al mare, incontrare un angelo, toglierle (i miei angli hanno un sesso, non intendo discuterne) le ali, farci l’amore in maniera volgare, ubriacarmi, dimenticare d’essere stato bastardo e morire, magari tornando a casa, ma solo dopo aver dato un passaggio a quel clown vestito di nero.
- Quale clown?
- Un tipo…
- Che ne sai che è un clown?
- Lo so e basta, in fondo gli altri sono quello che noi vogliamo vedere siano. I miei clown fuggono di notte dai colori. Tu dovresti capirlo questo, o no? Tu piuttosto, tu chi cazzo sei.
- Io, sono il tuo lato triste ma vero. Ma la domanda pertinente era ed è chi sei tu.

You, You're my mask, You're my cover, my shelter, You, You're my mask, You're the one who's blamed (…) I'm your dream, make you real, I'm your eyes when you must steal, I'm your pain when you can't feel, Sad but true (15)

- Non rispondere alle domande con alter domande. Sto cercando risposte. Stasera voglio atti, non potenza. La mia potenza serve a niente. Non ho il controllo della stessa. Riesco a gestirla fino al momento di colpire, poi ho pietà delle mie colpe e rimango digiuno. Sono un angelo senza ali, la mia anima cammina a terra ormai da tempo. Sono un piccolo fallimento di dio. Non ho fiducia nelle grandi opere. Credo nel grande facitore solo nella misura in cui Egli (Max fa virgolette con le dita, lasciando il volante) ammetta di poter sbagliare e sorrido, perché mi nutro di autorinoia, esattamente nel momento in cui comprendo che lui mi dà prova delle sua fallibilità tracciandola sulla mia sorte.

It feeds, It grows, It clouds all that you will know, Deceit, Deceive, Decide just what you believe, Find your peace, Find your say, Find the smooth road in your way (16)

- Sono condannato ad essere memoria. Sono costretto a nutrirmi di reminescenza. Ho compreso che per quanto cerchi la mia via, per quanto corra verso qualcosa, ebbene la mia strada è sempre quella appena passata. Sono condannato a guardare avanti dentro uno specchio. Ecco perché ci sei tu. Posso solo guardarmi indietro anche se solo di un attimo. E allora la mia rabbia è inutile. Perché non potrò mai vendicarmi di quel che è stato. Non potrò mai cambiare né incassare i miei crediti. Sono incastrato tra il presente è quel che è stato. Vado avanti con potenza infinitesimale sommando complementi di attimo. Quando riuscirò a vivere di fatto, ebbene allora forse sarà il momento di dire addio alle cose. Di morire.

And cant the band play on, Just listen, they play my song, Ash to ash Dust to dust, Fade to black (…) Fortune, fame, Mirror vain, Gone insane... (17)

Max ora è nervoso, si sente l’odore del mare, il rumore che viene su dall’orizzonte invisibile della battigia ha delle frequenze così basse che si sente nonostante il volume esagerato della musica. I finestrini sono giù. Gli occhi lacrimano, forse è l’aria, ma forse no. Max scende dalla macchina, lascia lo stereo acceso, c’è una donna seduta sulla sabbia. Sembra lo stia aspettando. Il mi basso di “nothing else matters” si perde nel buio. Max si avvicina. Lei lo prende per mano.

- Sei pronto?

Max si volta, questa volta è buio anche alle sue spalle. Sente la musica. Stringe la mano di lei.
Non servono parole, il cuore batte all’impazzata, la musica scema, regnano le sensazioni, le più forti, il buio intorno addomestica gli occhi, nessuna distrazione, ora c’è solo la sua vita, foss’anche l’ultimo atto della stessa, ora - ché il resto non importa – si può abbassare il sipario.

So close no matter how far, Couldnt be much more from the heart, Forever trusting who we are, No nothing else matters. Never opened myself this way, Life is ours, we live it our way, All these words I dont just say, And nothing else matters. (18)

https://www.youtube.com/watch?v=WElvEZj0Ltw&feature=related




Metallica:

01) fade to black
02) my friend of misery
03) the unforgiven II
04) enter sandman
05) fro whom the bell tolls
06) ain’t my bitch
07) until it sleeps
08) the unforgiven
09) master of puppets
10) frantic
11) st. anger
12) harvester of sorrow
13) turn the page
14) I disappear
15) sad but true
16) the god that failed
17) the memory remains
18) nothing else matters
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Natascia Prinzivalli
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Natascia Prinzivalli


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MessaggioTitolo: Re: la lingua del pazzo (forever trusting who we are)   la lingua del pazzo (forever trusting who we are) Icon_minitime17/6/2008, 07:37

La 18esima la mia preferita.

Chi ha inventato l'amore io non lo so. Tu sai dirmi chi ha inventato l'abbandono.

Rileggerò con calma.

____gin
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http://www.bedo.it/allaricercadeltempop/
Giuseppe Buscemi
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Giuseppe Buscemi


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MessaggioTitolo: Re: la lingua del pazzo (forever trusting who we are)   la lingua del pazzo (forever trusting who we are) Icon_minitime17/6/2008, 23:46

Cool = 8 ) - lo spazio in mezzo
Scherzi emotici...
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Massimo Guisso
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Massimo Guisso


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MessaggioTitolo: Re: la lingua del pazzo (forever trusting who we are)   la lingua del pazzo (forever trusting who we are) Icon_minitime18/6/2008, 08:57

Io getto sempre via gli scontrini, anche quelli dei lettori MP3 in garansia, che però poi si rompono... Un altro rammarico è non sapere l'inglese. Riguardo ai clowns, io amo i colori: Hendrix diceva "vorrei più colore per le strade", nella sua ultima INTER(windows)Vista. L'altro giorno un tappetaro marocchino raccontava che ha due mogli: folla maschilista in delirio!! Poi ha detto che ha anche due suocere: Sad Qui lo smiley ci vuole, anche se tu li odi. Quanto alla memoria della paura di morire e di vivere, bhè, per me ormai è fisiologica!
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MessaggioTitolo: Re: la lingua del pazzo (forever trusting who we are)   la lingua del pazzo (forever trusting who we are) Icon_minitime

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