La stanza è inondata dal fragoroso aroma jazz, l’hifi si esprime al meglio in questa sera di mezza estate.
Le domeniche non vissute al mare passano con l’innaturale lentezza di chi ha tante idee per la testa ma poca voglia di metterle in pratica.
La vaschetta di gelato accanto al notebook è invitante. Cioccolato e nocciola. L’idea del fresco tè in frigo suscita pensieri frenetici, meglio alzarsi e bere un sorso.
La serata è calda ma non afosa, i messaggi nel cellulare si susseguono con mesta goduria …il ripetersi continuo del trillo è noioso e nevrotico.
Nella testa tante cose, disordinate e assillanti.
L’attesa.
Il tempo.
Le conferme e i dubbi.
Ora il tè ha pigliato il posto della vaschetta: è fresco e dissetante. E in più non aggredisce.
Le cose da dire rimangono in gola, o meglio tra i tasti che non ho il coraggio di premere.
Così passo da una parola all’altra, dall’atmosfera suadente del jazz a quella irriverente del tè alla pesca.
Mi sento come quell’Arturo Baldini di Chiedi alla polvere. E forse più.
Mi lascio andare alla facilità della scrittura. L’immagine di me libero sull’altalena, sorridente e felice, m’invade. I ricordi dell’infanzia.
La semplicità di quei giorni.
L’altalena, poi la scuola e dopo ancora il lavoro. E infine la pensione.
Fasi della vita.
Spicchi di un’arancia che non sai mai se è acre o succosa. Vitaminica o tradimentosa (ah sì, vero, quella è la mela).
Niente più si aggiunge. Sennonché la voglia d’avventura che non tutti portano dentro.
Amici di viaggio, attraverso quel tempo che fa tutti tormentare, persone che vanno e vengono. Alcune si fermano e si accomodano. Indugiano, ma sei sicuro che torneranno.
Altre lasciano un sorriso, che poi è l’autografo hai ricordi.
“senza filtri è molto bello scrivere”
Da oggi ogni mia pagina sarà accompagnata dal jazz.
E’ bello. Semplice. Sincero.
Poi si torna sulla terra, la luce ridiventa viva e perde l’aura stantia dei ricordi. La scrivania torna ad avere la sua funzione. Tutto torna a muoversi.
Gli atomi e la teoria sufi.
L’hifi responsabile della musica.
Ritornare alla realtà è viaggio sempre duro e rischioso. E’ come svegliarsi di notte a causa di un asteroide caduto sulla terra.
Non so se son fotografo o scrittore …o nessuno dei due.