Gente io non so come si fa.
Ho iniziato, ho riletto e ho detto e dopo?
Il primo pezzo è questo....Dopo vorrei dire che lei trova lavoro in un'altra città e si mette a fare la postina e apprende che il marito che so muore? Per un incidente in cui si sente una sirena? boh....Non ho pazienza, meglio un pezzo che niente Perchè non lo finite voi che siete capaci?
La sirena lancia un grido di dolore. Ma stavolta non mi domando il motivo, se sia una rapina o un morto.
Apro la porta del furgone e ingrano la marcia, poi tenendo il volante con una sola mano tiro il pacco a Jimmy rendendogli il sorriso.
Quattro mesi prima.
L’asfalto lucido oramai da venti giorni lasciava intendere la poca possibilità di trascorrere un ponte natalizio lontano dalle piogge. Pioveva di nuovo ed eravamo tutti annoiati. Ci saremmo violentati ancora una volta nel preparare i doni e le visite ai parenti. Jack stilò la lista. Puntuale. Mancava solo l’ultima riga: sua zia era morta e ci saremmo risparmiati gli scatarri per quell’anno.
Quel giorno Jack mi raccontò di sua madre e di quando abitavano lungo una strada dissestata del rione nord e avevano fame. Conoscevo a memoria quel racconto e anche la fine: tu non sai cosa significa un’infanzia cresciuti a pane e sprechi sempre tutto.
Guardai la sua faccia prepotente e ripresi a fare i pacchetti.
C’è un avanzo di porridge sulla credenza, Jack, son sicuro che lo vuoi….
Non c’era ironia nelle mie parole, solo noia. Un cantilenare monocorde in risposta alla stessa omelia.
Cosa vuoi dire?
Niente, scusa – risposi. A proposito non dobbiamo invitare Charlie? E’ da solo quest’anno…
Non finii la frase, ma voltai il viso con dolore allo schiaffo sopraggiunto.
Jack era paonazzo mentre fissavo le grosse mani prendere la giacca sulla sedia, tirare via la bottiglia di birra dal tavolo e spingere la porta.
Impiegai qualche istante dopo il rumore dell’uscio sbattuto fissando il lavello con i piatti sporchi : Devo ridare il vassoio a Jenny – pensai.
Non riuscivo nemmeno ad arrabbiarmi, Jenny, Jack, il vassoio erano la stessa cosa in quel momento: cose sporche da lavare.
Era arrivato il mio turno di sedermi un po’ e parlare. Far sentire le mie ragioni.
Lo feci soliloquiando, mormorando con voce sicura la rabbia.
Ma a chi serve la nostra pazienza? Perché dovremmo aver pazienza? Mormoravo al viso di Jack mentre risentivo la sua voce roca dal fumo di sigarette alzarsi di tono.
Erano passati diversi anni da quando l’avevo conosciuto, ma mai avevo dimenticato la prima volta che udii la sua voce roca alterata.
Le altre le volli dimenticare.
Jenny aveva apparecchiato con una tovaglia bianca e dolci. Le restituii il vassoio con sopra le chiavi del retro giardino usato come stenditoio.
Aspettai la sera e la sua luna guasta per prendere la corriera.
Al semaforo che non scatta mai, sotto la tabella, c’era poca gente, nessuno che conoscessi. Un ragazzotto tornito dal baffo rado mi spinse sopra la pesante valigia e mi aiutò a salire .
Erano le sette e un quarto di sera. Avrei viaggiato tutta la notte.