Quanta follia nello scrivere semplice...

Si accendono di fuoco i vetri del paese
quando si abbassa questo sole chiaro
e senza nebbia, nella fredda e corta sera.

E fu buio improvviso. E tanti riccioli di fumo
s’alzano e stipano l’aria ora colma di mutismi.
Già, perché son tutti appresso al chiarore di fiamme
e spingono i ciocchi e battono in scintille nel camino.
La nonna avvolta in lutti perenni fissa
forse una lunga storia passata e non parla.

La mamma stira e guarda la tivù e sorveglia noi studiare.
Babbo tornerà tardi, per la cena: è fuori
al bar che gioca a pinella e fuma e beve birra.
Quando tornerà picchierà la mamma e guarderà
lascivo la mia sorellina che fugge sempre via.

Io finisco la geografia, faccio merenda e scappo
fuori, nel buio del pomeriggio e corro da Mirko.
A casa sua c’è musica, allegria, c’è calore
di sorrisi, guardiamo insiemi i cartoni animati.

Scrivere semplice, con mano bambina, e parlare di cose di ogni giorno, di gesti quotidiani.
Un bello scrivere, Enrico...

sin dal titolo sei provocatorio. eppure, mi dico, dopo tutto scrivere semplice (mi) rende felice...a volte mi lascio andare a parlare al plurale

Che dolcezza...

clelia

"Io finisco la geografia, faccio merenda e scappo
fuori, nel buio del pomeriggio e corro da Mirko.
A casa sua c’è musica, allegria, c’è calore
di sorrisi, guardiamo insiemi i cartoni animati "

tu sei andato oltre , in questo pezzo della tua, oltre le parole scorgo anche i pensieri, e viene voglia d'abbracciare.
sei grandissimo santoporto

ogni verso di questa poesia riporta a scene di vita su cui pensare.
Dalla nonna alla mamma, dal padre al bambino che scappa dalla sua vita per andare a casa dell'amico.

Piaciuta molto.

quanta follia nella vita apparentemente semplice.

Pagina/lirica che definire eccessionalerrima sarebbe poco...

si... la follia creativa..non è da mettere mai a paragone con le cose assurde, paurose, mescine, atroci, disumanizzanti....che la "semplice" realtà ci propone...Ma mentre si può dire che la semplice realtà può essere pura follia...non si può dire che la follia (creativa), per essere recepita come tale,..debba essere per forza descritta "con"..semplicità. Infatti è limitativo..e la follia non è possibile direzionarla in una qualsiasi maniera......Spazia e va dove deve andare.....a volte può anche essere semplicemente concisa..e messa giù in due parole . A volte tutt'altro. (Sono un po' stanca di chi sostiene, per esempio, che se si ha da dire molto..si deve per forza essere semplice nello scrivere...
Infatti nell'arte non si ha da trovare il modo di dire o raccontare, dipingere, suonare...e basta..ma si ha solo da "fare": cosa non si sa ancora...infatti è per quello che si "fa". Insomma se un giorno dovessi scrivere una poesia in ostrogoto..nessuno può venirmi a dire che la scrivo così..perché non la so scrivere semplice.__________ ...significherebbe solo che DOVEVO scriverla così.___Grazie per avermi dato il La..a dire ciò che porto avanti da un secolo e molto più... ...saranno almeno due secoli...eheheh:rendeer:

mi piace, e molto. E' una poesia che "fa" come dice DIOYDEA,
o come dico io "da" a prescindere la forma del linguaggio "usato"
per queste immagini che ognuno può sentire sue e per questo condividere
maggiormente. La tua "geografia" mi apre a spazi molto più vasti
che non possono essere racchiusi in tempi e luoghi.
grazie, cino

V'è un accenno inquietante sul padre che torna a casa alterato dall'alcol, picchia la madre che stava stirando - e forse, distratta dal teleschermo, aveva bruciacchiato una sua camicia... - e cerca poi con occhi "lascivi" - cavolo! ...con due zeta. - la sorellina, quell'inerme bambina che sa - purtroppo - che deve scappare...

Versi semplici da diario segreto, parole incerte che sussurrate al telefiono verde dovrebbero far rizzare le orecchie dell'assonnata centralinista...

Versi invece d'un realismo lirico da dover condividere con un certo disagio, e da saper apprezzare con sincera simpatia...

Vittorio Fioravanti

* * *

ripasso qui

hai fatto bene, questa poesia non l'avevo letta, lascia una lacrima di commozione sincera negli occhi. Poche parole per descrivere un universo. R.