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 Il dimenticato

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rubinia
Mario Malgieri
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Mario Malgieri
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MessaggioTitolo: Il dimenticato   Il dimenticato Icon_minitime24/8/2008, 15:59

Sono ancora qui, seduto come un ebete, il taccuino sulle ginocchia, la penna in mano.
Forse mi prenderò una bronchite; forse devo tornarmene a valle, al sicuro, lontano da baratri e mercanti pazzi.
O forse il pazzo sono io.
Ho appena riletto gli appunti. Da quando sono in pensione ho trovato il tempo per una passione sempre rimandata: la scrittura. Ma l'ispirazione per me è cosa rara e sfuggente, guai a lasciarla andare via quando s'affaccia per un istante, quindi porto sempre con me carta e penna, così se mi passa per la testa qualche idea la butto giù in note sparse, per poterci lavorare in seguito. E qualche idea mi era venuta, come accade spesso mentre, con le mie lunghe camminate solitarie, impegno cuore e gambe lasciando la mente in libertà.
"Mi aggiustai sulle spalle lo zaino leggero e ripresi a salire, superando i canaloni ombrosi dove i nevai stillavano lentamente, immolandosi al sole per donare l'acqua alle fioriture di primavera."
Questo doveva essere l'incipit, preso da un altro racconto scritto non molto tempo prima. Mi era venuto in mente di farne un seguito. In fondo era logico: stavo arrancando lungo il sentiero che mi avrebbe portato nello stesso luogo dove avevo ambientato quella prima storia, surreale e un tantino pretenziosa.
"Mi pareva fossero passati anni, non pochi mesi. I luoghi erano i medesimi, ma tutto era cambiato.
Era l'odore di terra umida e di foglie in decomposizione, era la tavolozza con poche pennellate di verde e molte sfumature di rosso, era il suono della brezza del nord che sussurrava parole di gelo per indurre i larici a spogliarsi degli ultimi aghi. Era l'autunno, fuori ma sopratutto dentro di me.".
Il secondo appunto la diceva lunga sulle mie intenzioni. Quel linguaggio un po' aulico era al servizio dell'ultima frase, con la quale avrei introdotto il vero tema del racconto: un discorso introspettivo e probabilmente noioso sul tempo che passa e sulla malinconia dell'autunno.
La realtà è che oggi lo zaino pareva foderato di piombo, che gli scarponi sembravano dotati di una propria volontà restia a staccarsi dal terreno, che salendo ansimavo e il cuore pulsava frenetico oltre la soglia di rischio.
- Attento a non fare "belinate" alla tua età. Ricorda la formuletta: parti da 220, togli i tuoi anni, poi togli ancora un dieci per cento di sicurezza. Se superi quelle pulsazioni, fermati e aspetta che scendano -, mi aveva raccomandato Gianfranco, più amico che dottore.
Sono fuori forma; anzi no, questa è una frottola che rifilo a me stesso. Io sto invecchiando, ecco la verità.
Pure il mio cervello sta regredendo, disseminando cadaveri di neuroni ad ogni pompata del cuore, altrimenti non si spiega la fesseria che ho commesso, una di quelle che in montagna sono proprio vietate e per le quali la pena può essere la più severa.
Immerso nei miei pensieri, affaticato, non mi ero accorto della nebbia che dal fondovalle risaliva in fretta. Mi aveva raggiunto, avvolgendomi di umidità e togliendomi ogni riferimento. Dovevo fermarmi e se non si fosse diradata dopo un tempo ragionevole, sarei dovuto tornare sui miei passi, al sicuro. Invece, un po' infantilmente, non avevo voluto darla vinta al tempo: ero partito per arrivare al ghiacciaio e là dovevo arrivare.
Così, fidando nella mia presunta conoscenza dei luoghi, avevo proseguito e probabilmente avevo sbagliato a un bivio, senza rendermene conto. Tempo dieci minuti non sapevo più dove fossi: il sentiero, che nel mio ricordo si inerpicava verso un piccolo lago, aveva preso un andamento ondulato, rimanendo a mezza costa. Il colpo finale alla mia presunzione lo aveva dato un altro bivio, questa volta ben visibile per via di alcune paline di segnalazione gialle. Una di esse la conoscevo bene: un antico viaggiatore stilizzato, con tanto di mulo al seguito, era il segnavia del percorso mercantile che in passato collegava alcune vallate attraverso valichi oramai frequentati solo dagli escursionisti. Almeno non mi ero perso del tutto, avevo pensato, ma la nebbia insisteva e io avevo capito l'antifona.
Ecco perchè finalmente mi sono fermato qui, dove sono ancora adesso.
Addossato a una roccia e ben coperto, mi ero messo a scrivere, e non era trascorsa che una decina di minuti quando un rumore di pietre smosse e di zoccoli ferrati mi aveva fatto sollevare gli occhi dal foglio. Il suono proveniva dall'alto, nella direzione della via mercantile. Possibile che ci fosse qualcuno in giro a cavallo lassù, in mezzo alla nebbia?
La risposta era arrivata subito. Due forme si erano materializzate un poco più in alto: si trattava di un uomo a piedi che conduceva un mulo, e quella strana coppia scendeva verso di me.
Quando avevo potuto vederli a pochi passi, la sorpresa si era mutata in qualcosa che dava spiacevoli sensazioni alla radice dei capelli. Quei due pareva fossero usciti pari pari dal segnavia. L'uomo era coperto da un mantello scuro, stretto in vita da una specie di cordiglio, portava un cappellaccio di foggia antica e le mani erano avvolte con delle fasce; in una teneva un lungo bastone, nell'altra le redini dell'animale, sovraccarico di un basto coperto da un telo.
Ero rimasto di stucco, la penna ancora appoggiata sul foglio, mentre l'uomo fissava lo sguardo su di me e poi sul taccuino. Piccolo di statura, tutto ciò che potevo scorgere di lui sotto il cappellaccio era un volto abbastanza giovane, una lunga barba nera e un paio d'occhi forse più stupiti dei miei.
- Vedo dei segni sulla carta, tu scrivi?- disse accennando al mio taccuino. La voce aveva un tono strano, quasi ansioso, e l'accento era davvero indefinibile.
- Sì, sto scrivendo, sono solo degli appunti. -
- Tu sei forse un Autore?-
- Un autore? Veramente a volte scrivo dei racconti, ma non sono certo un autore, ci mancherebbe, io scrivo per divertimento.-
- Tu crei delle persone, tu inventi delle storie, e qualcuno le legge. Non è così? -
- Non direi. E' vero, io invento delle storie, ma certo non creo delle persone, creo dei personaggi. E quanto ai miei lettori, saranno al massimo una decina, forse venti.
- Personaggi, persone, non fa differenza. Tu crei, qualcuno legge. Quindi tu sei un Autore e devi aiutarmi, te ne prego. -
Quello strano uomo mi metteva paura, lo confesso. Forse era un pazzo, magari pericoloso. Non mi era certo sfuggito il coltellaccio che portava alla cintura, un arnese dall'aspetto poco rassicurante e ben più lungo di quanto permesso dalla legge. Ma era una persona interessante, forse ne avrei potuto ricavare un racconto, tutta manna per la mia ispirazione che se n'era andata in vacanza da un po'.
In ogni caso, se avesse voluto nuocermi non avrei potuto fare molto: eravamo soli, il mio povero coltellino svizzero non avrebbe potuto competere con la sua lama e quanto a fuggire, quel tipo sembrava più giovane di almeno una trentina d'anni e sulle montagne pareva esserci nato. Quindi non mi restava che assecondarlo e sperare.
- Se posso l'aiuterò volentieri, ma onestamente non vedo come uno scrittore dilettante possa servirle in qualche modo.-
L'uomo si era seduto di fronte a me e aveva persino abbozzato un sorriso.
- Tu puoi aiutarmi, ma prima lascia che ti faccia ancora qualche domanda. Per prima cosa, dimmi, quando inventi le tue storie, le persone le fai morire? -
Una domanda strana. Avevo percepito ansia e forse minaccia nel tono, dovevo stare attento, qual'era la risposta giusta?
- Dipende, ci sono diversi generi di storie, in alcune non parlo di persone, magari parlo di animali, oppure racconto di me stesso, o costruisco storie su fatti realmente accaduti e quindi non invento io i personaggi.-
- Non mi hai risposto; non mi interessano gli animali e quanto a te stesso o alle persone che tu dici essere reali, non ne sei l'Autore e quindi anche loro non mi interessano. Dimmi delle persone che crei tu: le fai morire?-
Non potevo tergiversare oltre, quindi decisi di rispondere sinceramente, sperando che non reagisse male.
- Sì, a volte le faccio morire. Io amo scrivere racconti drammatici. Per esempio, una volta ho scritto di un antico guerriero che era venuto a morire proprio su queste montagne, lassù sotto il ghiacciaio... -.
- Il guerriero! - mi interruppe - Io l'ho incontrato tante volte, ma da qualche tempo non più. Allora sei stato tu a farlo morire? -
Mi aveva preso per un braccio e mi guardava a occhi sbarrati. Ero spaventato, di sicuro avevo dato la risposta sbagliata. Invece l'uomo, dopo la sorpresa iniziale sembrava incredulo, non in collera.
- Certo, sei stato tu! Allora mi aiuterai, non puoi rifiutarti, lo hai già fatto altre volte!-
- Mi scusi, ma proprio non capisco, cosa c'entra un mio racconto fantastico col fatto di poterla aiutare?-
- Non capisci? Allora ascoltami, cercherò di aprirti gli occhi. Vedi, ognuno di noi vive perchè un Autore lo ha creato. E' lui che ci dà il corpo, ci delinea il carattere, decide i fatti più importanti della nostra vicenda e poi, a un certo punto, ci toglie dal mondo. Ma a volte capita che uno di noi sia dimenticato: l'Autore, non so perchè, non lo guida sino alla sua fine. Questo è ciò che è accaduto al guerriero, a me e a tanti altri: noi siamo le persone dimenticate. Io vago per queste montagne da tanti anni che non so più contarli, aspettando un Autore che mi dia finalmente riposo. -
Era decisamente un pazzo, ora non avevo più dubbi.
- Vorrebbe farmi credere di essere una specie di Olandese volante, condannato a vagare per l'eternità non sugli oceani ma su queste montagne?-
- Io non so chi sia questo olandese volante. Forse un'altra povera creatura lasciata senza un destino da un Autore distratto. Io sono soltanto un mercante che percorre questa via nei giorni nebbiosi, ma non giungo in alcuna piazza di villaggio, nessuna donna viene a comperare la mia merce, nessuno aspetta il mio ritorno nella Kramertal. Sono stanco, questa vita senza uno scopo non è una vera vita. Tu devi farmi morire.-
Diede un colpetto affettuoso sul muso del suo mulo - Anche lui, povera bestia fedele, se lo merita.-
Non sapevo cosa dire, ero sbalordito, anche un po' commosso. Non che gli credessi, certo, ma da scrittore mi lasciavo trasportare dalle emozioni e dalla fantasia.
- Se capisco bene, lei vorrebbe che io mi sostituissi al suo Autore e scrivessi un finale per la sua vita, è così?-
Tutto ciò è accaduto da pochi minuti e io non ho avuto una risposta diretta, ma l'espressione di gioia e gratitudine su quel viso antico era stata sufficiente. Subito dopo una folata di nebbia più densa ha celato per un momento l'uomo e la sua bestia e poi, quando un raggio di sole è riuscito a penetrare quella caligine e la valle si è aperta dinnanzi a me, oltre la svolta, dietro il costone, mi è sembrato di udire un suono di zoccoli sulle pietre, ma nessuno è ricomparso dove il sentiero torna visibile.
Ecco perchè sono ancora qui, seduto come un ebete, il taccuino sulle ginocchia, la penna in mano.
Ho appena aggiunto qualche altro appunto:
"Forse, scrivendo il racconto, quell'uomo avrà pace. Forse, non scrivendolo, continuerà a vivere.
Forse ciò che pensiamo essere libero arbitrio non è che il capriccio di un dio chiamato in mille modi. Autore è uno di questi."
Non so cosa scriverò, per adesso ho solo una certezza: essere un Autore è una grande responsabilità
.


Ultima modifica di mariovaldo il 25/8/2008, 14:43 - modificato 1 volta.
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rubinia
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MessaggioTitolo: Re: Il dimenticato   Il dimenticato Icon_minitime24/8/2008, 19:17

Caspita, Mariovaldo, ora devo far morire un sacco di personaggi-persone che mi è venuta l'angoscia!!!
Pagina bellississimissima, veramente.
Grazie per avermi fatto entrare in questo mondo.
(però a me non mi uccidere eh? Very Happy ).
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MessaggioTitolo: Re: Il dimenticato   Il dimenticato Icon_minitime25/8/2008, 00:24

Scrivi anche per me, allora, scrivimi come andrà a finire....
Ora sei investito di una grossa responsabilità: hai da scrivere una storia...
Come finirà, a tua discrezione, accetto di tutto.
Sei speciale e un Autore, con la A maiuscola, lo sei per davvero.
Bravissimo, Mario!

cheers
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MessaggioTitolo: Re: Il dimenticato   Il dimenticato Icon_minitime25/8/2008, 07:03

_________gin
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MessaggioTitolo: Re: Il dimenticato   Il dimenticato Icon_minitime25/8/2008, 10:24

Direi forse il migliorerrimo tra i tuoi capolavori migliori... Bello anche lo slang ligure "belinate", Maestro! Circa trenta anni fa lessi (quindi posso sbagliarmi) che Hemingway disse che le storie migliori devono concludersi con la morte del protagonista, o giù di lì. Il finale lo definirei "teosofico", se io sapessi di preciso cosa vuole dire. Purtroppo, l'unico mulo che conosco è quello che usa mio figlio per scaricare la musica in MP3 sul web... Però, però... anch'io porto un foglio A4 alla spiaggia ed una piccola penna per prendere appunti: non si sa mai.. E poi ai bagni La Bussola mica c'è la nebbia!! (il palmare lo lascio a casa: strumento troppo "freddo", con la sabbia si rovina, e poi mi prenderebbero per pàsso. A chi me lo chiede rispondo sempre che sto scrivendo un promemoria delle cose da acquistare, tipo la lista della spesa: pane, latte, vino, eccetera, poi nascondo il foglio nel borsello - magari in realtà era l'incipit di una poesiuola)... Very Happy Embarassed Dimenticavo: splendido anche il titolo! cheers
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MessaggioTitolo: Re: Il dimenticato   Il dimenticato Icon_minitime25/8/2008, 11:00

Sì, è una pagina originale e davvero molto bella.
UP

cheers
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MessaggioTitolo: Re: Il dimenticato   Il dimenticato Icon_minitime25/8/2008, 13:00

Sono bellissime le storie sulla e nella scrittura. E' un'idea meravigliosa questa, nel suo svolgersi ha tanti e tanti spunti di pensiero.
Non mi spaventa più la lunghezza dei tuoi racconti sai, come questo hanno una scorrevolezza naturale nella bellezza di leggerli.
Sei davvero in gamba Mario e hai una filosofia del semplice arricchito che è bravura.
PS. hai " dimenticato " una erre, in tornarmene.
bravo bravo bravo.
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Massimo Guisso
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MessaggioTitolo: Re: Il dimenticato   Il dimenticato Icon_minitime25/8/2008, 21:13

ri-UP!!
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Mario Malgieri
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MessaggioTitolo: Re: Il dimenticato   Il dimenticato Icon_minitime26/8/2008, 07:23

rubinia ha scritto:
Caspita, Mariovaldo, ora devo far morire un sacco di personaggi-persone che mi è venuta l'angoscia!!!
Pagina bellississimissima, veramente.
Grazie per avermi fatto entrare in questo mondo.
(però a me non mi uccidere eh? Very Happy ).

A te non ti uccido, Wink vai tranquilla, e chi mi legge se no?
Grazie a te per frequentarlo, questo mio piccolo mondo.
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MessaggioTitolo: Re: Il dimenticato   Il dimenticato Icon_minitime26/8/2008, 07:26

Daniela Micheli ha scritto:
Scrivi anche per me, allora, scrivimi come andrà a finire....
Ora sei investito di una grossa responsabilità: hai da scrivere una storia...
Come finirà, a tua discrezione, accetto di tutto.
Sei speciale e un Autore, con la A maiuscola, lo sei per davvero.
Bravissimo, Mario!

cheers

Per scrivere la storia, devo ritornare in quei luoghi, versare litri di sudore, accettare che le mie pulsazioni superino il limite imposto dalla mia veneranda età... appena il mio amore per la montagna supererà la mia pigrizia ursina ne riparliamo, nel frattempo, GRAZIE!
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MessaggioTitolo: Re: Il dimenticato   Il dimenticato Icon_minitime26/8/2008, 07:31

Ginevralapazza ha scritto:
_________gin

Hai il dono della sintesi, cara Gin Shocked
Mi piace pensare che ti sia piaciuto... oppure è un modo gentile per evitare una sacrosanta critica? Ai posteri l'ardua sentenza!
Grazie sincero, in ogni caso.
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MessaggioTitolo: Re: Il dimenticato   Il dimenticato Icon_minitime26/8/2008, 07:35

Massimo Guisso ha scritto:
Direi forse il migliorerrimo tra i tuoi capolavori migliori... Bello anche lo slang ligure "belinate", Maestro! Circa trenta anni fa lessi (quindi posso sbagliarmi) che Hemingway disse che le storie migliori devono concludersi con la morte del protagonista, o giù di lì. Il finale lo definirei "teosofico", se io sapessi di preciso cosa vuole dire. Purtroppo, l'unico mulo che conosco è quello che usa mio figlio per scaricare la musica in MP3 sul web... Però, però... anch'io porto un foglio A4 alla spiaggia ed una piccola penna per prendere appunti: non si sa mai.. E poi ai bagni La Bussola mica c'è la nebbia!! (il palmare lo lascio a casa: strumento troppo "freddo", con la sabbia si rovina, e poi mi prenderebbero per pàsso. A chi me lo chiede rispondo sempre che sto scrivendo un promemoria delle cose da acquistare, tipo la lista della spesa: pane, latte, vino, eccetera, poi nascondo il foglio nel borsello - magari in realtà era l'incipit di una poesiuola)... Very Happy Embarassed Dimenticavo: splendido anche il titolo! cheers

Belin, ti porti un singolo foglio A4 perchè una risma costa troppe palanche, e il palmare lo lasci a casa per paura che te lo "jiattino" (si scrive così?). Laughing
Grassie grassie, per il commento e l'uppaggio (mamma mia, come sono caduto in basso, ma non trovo una parolina per sostituire "uppaggio" Sad )
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Mario Malgieri
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MessaggioTitolo: Re: Il dimenticato   Il dimenticato Icon_minitime26/8/2008, 07:37

sorcio ha scritto:
Sono bellissime le storie sulla e nella scrittura. E' un'idea meravigliosa questa, nel suo svolgersi ha tanti e tanti spunti di pensiero.
Non mi spaventa più la lunghezza dei tuoi racconti sai, come questo hanno una scorrevolezza naturale nella bellezza di leggerli.
Sei davvero in gamba Mario e hai una filosofia del semplice arricchito che è bravura.
PS. hai " dimenticato " una erre, in tornarmene.
bravo bravo bravo.

Come commentare un commento così? Embarassed
GRAZIE, e basta, sei sempre davvero troppo buono...

p.s. corretto, grazie, era sfuggito pure al correttore ortografico Evil or Very Mad
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Massimo Guisso
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MessaggioTitolo: Re: Il dimenticato   Il dimenticato Icon_minitime26/8/2008, 09:41

Jattare (pronuncia solitamente sdrucciola tipo "sgiattare", ma anche giattare) = rubare... Frase celebre: mi hanno giattato il motorino. N.d.T.
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