Non è vero come dicono.
Il male è in ognuno di noi.
Alcune volte dorme tranquillo, per anni, e poi esplode.
Tante volte si manifesta innocuamente, in maniera curabile.
L’uomo è portatore sano di malvagità.
L’uomo comune. Forse dimentichiamo di essere animali, così come un cavallo o un pinguino. O come l'Ambystoma tigrinum che vive esclusivamente nel lago Xochimilco a Città del Messico.
Siamo animali superiori. Intelligenti.
Mi vien da pensare (però): dotati di sentimenti. Ma ho un dubbio, un cane non ha forse la sua modesta (solo ?) fetta di sentimenti?
Sì. Rispondo.
Fuori piove.
L’estate sembra essere stata spazzata via.
I colori sono mutati, cambiati. Gli odori hanno perso un po’ della loro forza pungente e alcune volte distruttiva.
L’umore ne risente, ma anche no.
Sento il respiro tranquillo tra le gocce che cadono, gli occhi sono attirati da questa vecchia novità.
Poi un lampo e la meraviglia che come sempre porta via.
Un rumore quasi assordante. Quasi però.
Il modo perfetto per rappresentare questa divisione nell’uomo è lo Yin e Yang.
Il bene e il male.
Nel bene c’è una goccia di male, e viceversa.
Dove inizia uno, termina l’altro. Danzano beatamente formando una curva armoniosa.
Accettare questo, da una grossa mano. Aiuta.
Dominare la nostra parte oscura, cattiva, non è sempre facile. Conoscerla è un primo passo.
Ma non bisogna fermarsi solo alle evidenze della cattiveria. L’uomo è dotato di una dilagante bontà.
Fermata da dighe molto spesso arrendevoli.
E quando la bontà inonda il campo, penso al perdono così come alla fiducia, raggiungiamo una perfetta serenità.
Il grande passo è la conoscenza di se stessi.
E conoscenza è forza, libertà.
Ne siamo capaci, non ci resta che capirlo. Siamo in grado di dominarci.
Mi fermo, sono un po’ stordito.
Poi avanzo.
Le prime gocce bagnano la testa, poi le spalle. Alzo gli occhi al cielo e, mi meraviglio.
L’acqua sembra essere colorata e ricorda le luci a intermittenza tipiche del Natale e di certi locali fuori moda.
Sorrido. Non posso far altro.
Le gocce ora hanno bagnato in successione maglia, pantaloni e scarpe.
Cammino, piano.
Le cose che vediamo, la roba che mangiamo.
Le luci.
Le ombre.
La fame di conquista.
La voglia di restare fermi, in silenzio. Magari all’ombra di un ulivo.
L’uomo è capace di molte cose. Divine cose.
E ora basta con le pippe dosoniane, è ora di divertirci.
Sì, è bello farlo.
Dai, andiamo.
Corro.