Saranno ancora tuoi i giorni

E’ sciaguratamente tutto vero, maligno, il male non dà tempo ai pensieri più neri. Stupisce la rapidità di certi eventi. Quasi fosse elemento necessario per poter accettare una verità così dura, ineluttabile. Un se non può essere severa condanna. Eppure quel naso bisognoso d’essere liberato di continuo, nascondeva segnale preciso. Una condanna brutale che lascia sgomenti. Come se il non avere prestato attenzione a quel cartello, fosse colpa da espiare. Chi l’avrebbe fatto! Un consulto urgente a rendere algida la schiena, frantuma sogni e certezze, mentre tempie galoppanti, sputano pensieri turbati e senza fiato dal recinto della mente. Un carcinoma avido, spietato, già atrocemente subdolo nel nome. La vita un giorno bussa dal suo lato peggiore senza permesso, senza logica. Un macigno ruvido a schiacciare ogni ragione. Così la tua, quella di uomo che affronta ciò che non sapeva neppure supporre. Non puoi scacciare né accettare quel torto malvagio. Sono stati giorni fermi di pensiero, chiusi nel vortice di un perché io. Sei steso ora, sotto un enorme riflettore acceso da infinite ore. Molte dita esperte avvolte in guaine di lattice ti stanno addosso. Scavano nelle cavità il tuo volto per vincere il male che ti cerca. Non hanno scelta loro, se non quella di salvare una vita. Non saranno scultrici, né macellaie, ma faranno fino in fondo ciò che deve essere fatto. Sei forte dicono. Trattieni quella forza dentro te, come serbatoio colmo da svuotare quotidianamente nel tuo oltre. Quando le bende zuppe dei tuoi perchè saranno cadute e inghiottire davanti ad uno specchio non darà rassegnazione, ti servirà quella forza. Scrivo adesso, con pudore, prima che tutto sia compiuto. Prima che tu abbia intorno solo espressioni affrante, spaventate forse più di te. Sarà come rinascere dal dolore di un calvario. Nuova dimensione per i tuoi giorni futuri, immersi nella memoria di ciò che è stato. Continuerà la tua esistenza con dignità e forse domani sentirai persino di ringraziare quel Dio che oggi t’appare ingiusto, distratto. Lo pregherai commosso per ciò che ti ha lasciato. Ci sono progetti buoni avviati da tempo che attendono ancora il tuo impegno per essere ultimati. Persone che ti amano, con il quale condividere cicatrici e tutto il nuovo che verrà, reclamano che tu sia presto tra loro. Sarai genitore nei tuoi giorni e nei suoi stanne certo, con orgoglio lo guarderei crescere tuo figlio, come un albero, forte e gentile. Sarai ripagato vedrai da un torto che non meritavi, nessuno può meritare tanto. Ora che il tuo tempo indotto è sospeso ancora per un po’, accetta questo smarrito abbraccio di parole come promessa di preghiera per te. Il mio cuore è confuso, turbato dai misteri della vita. Nella mia palpabile impotenza di piccolo uomo e dentro ciò che ho scritto, aspetto fiducioso il tuo risveglio. Ciao Gianni Isaia!