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| | La parola ci illude? | |
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+3Daniela Micheli rubinia Rosario Albano 7 partecipanti | |
Autore | Messaggio |
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Rosario Albano Star
Numero di messaggi : 1464 Data d'iscrizione : 29.09.08
| Titolo: La parola ci illude? 29/9/2008, 20:48 | |
| VERSO LIBERO VERSO!Il verso libero è come vino rosso Scintillante declina giù a fiotti Liquore di Bacco e sangue di vitigni vergini: Rinvigorisce sollevandoti! Lingue chiocchiano gustose sorsate: Ah quanti ebbri Vati caracollano Quanti dotti Critici ondivagando esultano E poi giù a bere rossa spuma… Libere parole che etilizzando vanno In ugole riarse di ciarle Cuore-Amore-Afrore! E che trangugi strozzati appena E che gorgoglio di liriche liquide untuose! Sì versando e lievitando la rima va Smaniando da volgo a volgo Cos'è se non vocalizzo-gargarismo d'osteria: Caldo ritrovo di Muse cirrotiche… E poi trangugiare l'immanente Delirio tremens che bagna di gloria-honoris causa E asciuga l'anima già essiccata e screziata Crosta di terra dionisiaca e quindi versa Versa liberamente nel giusto verso che noi ingolleremo! | |
| | | rubinia Star
Numero di messaggi : 5393 Data d'iscrizione : 04.01.08
| Titolo: Re: La parola ci illude? 29/9/2008, 20:52 | |
| Lo dico sempre che essere astemia mi priva di qualcosa... Questa però me la sono scolata fino all'ultima...parola! Sei bravo, veramente | |
| | | Ospite Ospite
| Titolo: Re: La parola ci illude? 29/9/2008, 21:06 | |
| scusami per la scesa nel profano ma c'è pure chi bevendo si schianta contro un albero !
ahahahah |
| | | Daniela Micheli Admin
Numero di messaggi : 14694 Data d'iscrizione : 04.01.08
| Titolo: Re: La parola ci illude? 29/9/2008, 21:11 | |
| Ussignur! Ma hai ragione di essere egocentrico, visto come scrivi Sulla domanda che poni come titolo rispondo sì, sì e ancora sì
Ultima modifica di Daniela Micheli il 29/9/2008, 21:11 - modificato 1 volta. | |
| | | Rosario Albano Star
Numero di messaggi : 1464 Data d'iscrizione : 29.09.08
| Titolo: Re: La parola ci illude? 29/9/2008, 21:11 | |
| - rubinia ha scritto:
- Lo dico sempre che essere astemia mi priva di qualcosa...
Questa però me la sono scolata fino all'ultima...parola! Sei bravo, veramente Grazie, ma sentirsi dire bravi tra ubriachi (di poesia e del poetare...) non ha "senso", bisogna riempire un altro bicchiere ed un altro ed un altro ancora... e poi finire a cantare in coro... quindi finire o in manicomio o in galera: per schiamazzi poetici non autorizzati! CIAO! | |
| | | Daniela Micheli Admin
Numero di messaggi : 14694 Data d'iscrizione : 04.01.08
| Titolo: Re: La parola ci illude? 29/9/2008, 21:12 | |
| Mi sto sorseggiando un grappino, gradite? | |
| | | rubinia Star
Numero di messaggi : 5393 Data d'iscrizione : 04.01.08
| Titolo: Re: La parola ci illude? 29/9/2008, 21:15 | |
| Ubriachi di parole...si, mi piace! Dani, non bevo ma sai che non ne ho bisogno | |
| | | Daniela Micheli Admin
Numero di messaggi : 14694 Data d'iscrizione : 04.01.08
| | | | rubinia Star
Numero di messaggi : 5393 Data d'iscrizione : 04.01.08
| Titolo: Re: La parola ci illude? 29/9/2008, 21:19 | |
| Prendo l'uva e quindi scappo. La spilucco sul divano il bicchier nell'altra mano. Solo acqua, niente Bacco. Sciaooooooooo!!!!!!!!!! | |
| | | Daniela Micheli Admin
Numero di messaggi : 14694 Data d'iscrizione : 04.01.08
| Titolo: Re: La parola ci illude? 29/9/2008, 21:27 | |
| Vigliacca... ti privi di uno dei piaceri della vita! | |
| | | Rosario Albano Star
Numero di messaggi : 1464 Data d'iscrizione : 29.09.08
| Titolo: Re: La parola ci illude? 29/9/2008, 21:27 | |
| - Daniela Micheli ha scritto:
- Ussignur!
Ma hai ragione di essere egocentrico, visto come scrivi Sulla domanda che poni come titolo rispondo sì, sì e ancora sì beh una volta dissi (rispondendo a qualcuno che dava dell'egocentrico a chi scrive..) che è meglio cullare, curare e allattare il fanciullino che è in noi ergo l'egocentrismo dei poeti e degli artisti, che non osannare e/o emulare l'arroganza becera e a volte feroce di CHI vuole e/o gestisce il potere!! Penso ancora oggi che sia giusto! sei d'accordo? Comunque questa "poesia" è tratta da un intera silloge dove io (come penso chiunque scriva o legga) mi pongo delle domande (accennando a qualche risposta) sulla poesia, sul suo ruolo, sulla sua utilità (anche del poeta): isomma poesia sulla POESIA... Siccome tratto l'argomento sì con lacerazione e partecipazione, ma ci metto anche dell'ironia e dell'autoironia, a volte del sarcasmo, se a Te e a Voi non dispiace, vorrei postarne delle altre, per provocare una focosa e salutare discussione... Grazie e ciao! | |
| | | Daniela Micheli Admin
Numero di messaggi : 14694 Data d'iscrizione : 04.01.08
| Titolo: Re: La parola ci illude? 29/9/2008, 21:30 | |
| Ci dispiace? Assolutamente no! Sul fanciullino mi trovi assolutamente d'accordo con te. Te lo dice una egocentrica narcisista che però scrive tutto meno che poesia. Ma usa le parole, cerca perlomeno di usarle. Perchè, come tu stesso dici, le parole siamo noi. Avanti, Net. Sarà un piacere leggerti.
D. | |
| | | Ospite Ospite
| Titolo: Re: La parola ci illude? 29/9/2008, 21:42 | |
| sono nettamente in disaccordo se vogliamo discutere. Presupponendo che non credo si possa dire " non mi importa di cio che pensa l'altro " io credo ( come ho gia detto a qualcuno ) che barattare la propria libertà in cambio di un consenso o della comprensione di se da parte degli gli altri sia sbagliato. Siamo tutti egocentrici ma a volte la nostra libertà interiore prevale sulla voglia ( peraltro necessaria ) di prodursi per gli altri, per dimostrar loro chi siamo. Quindi l'io del poeta può essere anche di questo tipo, un io sincero , non pessimisticamente ( o forse no ) egocentrico come lo etichetti, forse ermetico, ma non egocentrico.
Poi curare il fanciullino interiore cosa produce? Solo l'interminabile profluire dell'adolescenza nelle persone quarantenni che vivono la propria vita in modo distorto gestendo i rapporti umani nel deserto emotivo che la nuova generazione sta creando ( forse bucando adirittura la vecchia reduce dal sessantottinismo pentito ahaha ? ). Queste persone cresciute , fluttuano con la mente orientata al culto dei miti di autoconservazione placentati da qualche slogan televisivo o da sicurezze simili come le stronzate del potere da cui scioccamente si tenta di fuggire senza comprenderlo prima nella sua interezza deleterea.
Questo conduce ad un controllo ancora più diretto , chi si ritiene fuori dal potere orientandosi verso se stesso non fa altro che guardare laddove guarda il potere anche. All'immagine di se, all'invisibilità dell'altro. Io sono più Kantiano in questo. Infondo oggi si vuole proprio questo. Eliminare il conflitto, che tutti stiano bene , abbiamo le tv a fare da baby sitter ai 40enni...
ahahahaha
saluti ! |
| | | Daniela Micheli Admin
Numero di messaggi : 14694 Data d'iscrizione : 04.01.08
| Titolo: Re: La parola ci illude? 29/9/2008, 21:53 | |
| - Citazione :
- Siamo tutti egocentrici ma a volte la nostra libertà interiore
prevale sulla voglia ( peraltro necessaria ) di prodursi per gli altri, per dimostrar loro chi siamo. dimostrare loro chi siamo come lo chiami, Amorfou? | |
| | | Ospite Ospite
| Titolo: Re: La parola ci illude? 29/9/2008, 21:55 | |
| si ma leggi il discorso, il senso intendo
La libertà interiore ( il nostro vero io ), prevale sulla voglia di dimostrare alla gente chi siamo ( l'egocentrismo ) |
| | | Rosario Albano Star
Numero di messaggi : 1464 Data d'iscrizione : 29.09.08
| Titolo: Re: La parola ci illude? 29/9/2008, 21:57 | |
| - Daniela Micheli ha scritto:
- Ci dispiace? Assolutamente no!
Sul fanciullino mi trovi assolutamente d'accordo con te. Te lo dice una egocentrica narcisista che però scrive tutto meno che poesia. Ma usa le parole, cerca perlomeno di usarle. Perchè, come tu stesso dici, le parole siamo noi. Avanti, Net. Sarà un piacere leggerti.
D. OK grazie per l'imput, ma vorrei che nascesse un bel dibattito (al di là del valore dei miei scritti), con post pieni di versi, immagini, pensieri sul ruolo della poesia e dei poeti... <alba pratalia araba, et albo versorio teneba et negro semen seminaba>>Indovinello veronese del VIII-IX secolo D.C. AB ORIGINE…Una lingua vagitante chiede Popolo bilingue per necessitate Duopolio anima et corpo et Intestini et palato: una sola domanda! Volti transnaviganti su più acque Et più lidi et più occhi et più sesso: "Rivolgiti al re di turno o a Giano!" Anch'esso bifronte e con due bocche… Un eco che riverbera il quesito: Chi in origine disse A e chi Zeta? Or siamo ad un conflitto palatale Ad un intreccio di papille e "fibrille" E che scintille! È da qui l'inizio La scaturigine d'una nube di vocali Un impasto di campane ed etnie Un'afasia affabulante nenie e litanie: Poesie dislessie e idiosincrasie… Ma il big bang ha il corpo leonino Quello della Sfinge sbrindellata Quello dell'urlo sanguigno di Babele… Un ultimo quiz frater uno solo per piacere: Perché del formaggio e delle pere Ancora oggi non si deve sapere?! AH GLI SCRIBI…Molti apprendisti stregoni: gli scribi Fissano l'attimo morente del cielo, Un blu che indugia al boato del tuono; Un ferrigno dispiegarsi di vapori… E si bagnano di uggia con l'erba. Il faraone nella più aurea stanza S'inombra tra i topazi e i lapislazzuli: Spegne gli occhi e s'accascia sul trono; Il figlio di Ra s'intristisce al diluvio… E lo scriba bada al suo dovere: descrive! (Perché quando gli dei fanno la doccia Irrigano di penombre e lampi la terra? Perché i poeti intingono ai pantani? Perché il bimbo silente conta le stille Che vede schiantarsi contro i vetri? Perché l'aria di tempesta folleggiante Urla straziante appena dietro la porta? ) Lo scriba non discerne, ma tutto registra: Tutto fino all'ultima folata Di piovasco, scroscio dopo scroscio… Mentre il faraone spira rabbuiato Tra il traslucido tesoro degli avi Ed il redivivo muschio irrorato. LA PAROLA CI ILLUDEL'omicida ha il punteruolo in mano E gocce di vita sparge a terra: Eppure la sua verve broglia l'acqua: "Giusto commisi niente d'ingiusto!"… Gorgoglia di vino la gola del beone E barcolla come platano sbattuto: Eppure con balbettio dà via il fiato: "Non bevvi che bolle d'aria frizzante!"… Ah come il verbo tradisce il sole: Copre con l'ombra l'apparente fiore E rimesta scuse come tempesta di neve: "A primavera è necessaria la rosa!"… Ah come si mischiano gli empi ai santi: Ognuno da colpa all'altra torre Ognuno sillaba la propria canzone: "Colpa delle lingue se non c'intendiamo!"… L'illusione ci forgia nuove parole: La cosa di cui cianciamo è: capire L'idioma dei muti come oro silente: Infatti in questo spazio del non senso: Tra dire e non dire c'è il morire! per stasera basta così non vorrei assordare gli amici ciao! | |
| | | Rosario Albano Star
Numero di messaggi : 1464 Data d'iscrizione : 29.09.08
| Titolo: Re: La parola ci illude? 29/9/2008, 22:14 | |
| - amorfou ha scritto:
- sono nettamente in disaccordo se vogliamo discutere.
Presupponendo che non credo si possa dire " non mi importa di cio che pensa l'altro " io credo ( come ho gia detto a qualcuno ) che barattare la propria libertà in cambio di un consenso o della comprensione di se da parte degli gli altri sia sbagliato. Siamo tutti egocentrici ma a volte la nostra libertà interiore prevale sulla voglia ( peraltro necessaria ) di prodursi per gli altri, per dimostrar loro chi siamo. Quindi l'io del poeta può essere anche di questo tipo, un io sincero , non pessimisticamente ( o forse no ) egocentrico come lo etichetti, forse ermetico, ma non egocentrico.
Poi curare il fanciullino interiore cosa produce? Solo l'interminabile profluire dell'adolescenza nelle persone quarantenni che vivono la propria vita in modo distorto gestendo i rapporti umani nel deserto emotivo che la nuova generazione sta creando ( forse bucando adirittura la vecchia reduce dal sessantottinismo pentito ahaha ? ). Queste persone cresciute , fluttuano con la mente orientata al culto dei miti di autoconservazione placentati da qualche slogan televisivo o da sicurezze simili come le stronzate del potere da cui scioccamente si tenta di fuggire senza comprenderlo prima nella sua interezza deleterea.
Questo conduce ad un controllo ancora più diretto , chi si ritiene fuori dal potere orientandosi verso se stesso non fa altro che guardare laddove guarda il potere anche. All'immagine di se, all'invisibilità dell'altro. Io sono più Kantiano in questo. Infondo oggi si vuole proprio questo. Eliminare il conflitto, che tutti stiano bene , abbiamo le tv a fare da baby sitter ai 40enni...
ahahahaha
saluti ! Non t'incazzare, del tuo parlare ho capito ben poco (ma è senz'altro colpa mia!!), poi rileggendo, ho scorto una cosa che mi sembra rivelatrice: quando parli del potere: "...come le stronzate del potere da cui scioccamente si tenta di fuggire senza comprenderlo prima nella sua interezza deleterea.", beh commetti un lapsus, dici deleterea e non deleteria, a mio avviso è sintomatico: per te forse il POTERE (quello cazzuto e non quello misero delle parole dei poeti...) assume una forma eterea ergo soave ergo da anelare? No, te lo chiedo, così per trovare (il vero?) bandolo del tuo "groviglio di parole"... Ehi si scherza eh!!! Ciao e buona notte! | |
| | | Ospite Ospite
| Titolo: Re: La parola ci illude? 29/9/2008, 22:22 | |
| - Net-percez56 ha scritto:
- amorfou ha scritto:
- sono nettamente in disaccordo se vogliamo discutere.
Presupponendo che non credo si possa dire " non mi importa di cio che pensa l'altro " io credo ( come ho gia detto a qualcuno ) che barattare la propria libertà in cambio di un consenso o della comprensione di se da parte degli gli altri sia sbagliato. Siamo tutti egocentrici ma a volte la nostra libertà interiore prevale sulla voglia ( peraltro necessaria ) di prodursi per gli altri, per dimostrar loro chi siamo. Quindi l'io del poeta può essere anche di questo tipo, un io sincero , non pessimisticamente ( o forse no ) egocentrico come lo etichetti, forse ermetico, ma non egocentrico.
Poi curare il fanciullino interiore cosa produce? Solo l'interminabile profluire dell'adolescenza nelle persone quarantenni che vivono la propria vita in modo distorto gestendo i rapporti umani nel deserto emotivo che la nuova generazione sta creando ( forse bucando adirittura la vecchia reduce dal sessantottinismo pentito ahaha ? ). Queste persone cresciute , fluttuano con la mente orientata al culto dei miti di autoconservazione placentati da qualche slogan televisivo o da sicurezze simili come le stronzate del potere da cui scioccamente si tenta di fuggire senza comprenderlo prima nella sua interezza deleterea.
Questo conduce ad un controllo ancora più diretto , chi si ritiene fuori dal potere orientandosi verso se stesso non fa altro che guardare laddove guarda il potere anche. All'immagine di se, all'invisibilità dell'altro. Io sono più Kantiano in questo. Infondo oggi si vuole proprio questo. Eliminare il conflitto, che tutti stiano bene , abbiamo le tv a fare da baby sitter ai 40enni...
ahahahaha
saluti ! Non t'incazzare, del tuo parlare ho capito ben poco (ma è senz'altro colpa mia!!), poi rileggendo, ho scorto una cosa che mi sembra rivelatrice: quando parli del potere: "...come le stronzate del potere da cui scioccamente si tenta di fuggire senza comprenderlo prima nella sua interezza deleterea.", beh commetti un lapsus, dici deleterea e non deleteria, a mio avviso è sintomatico: per te forse il POTERE (quello cazzuto e non quello misero delle parole dei poeti...) assume una forma eterea ergo soave ergo da anelare? No, te lo chiedo, così per trovare (il vero?) bandolo del tuo "groviglio di parole"... Ehi si scherza eh!!! Ciao e buona notte! da inalare probabilmente si ! non c'è nulla da capire , l'esasperazione dell'ego porta ad un deserto emotivo che poco ha a che fare con la poesia , e siccome la poesia muore nella siccità di questo mondo , io la ritengo sbagliata. D'altronde se in una poesia parlassi SOLO del tuo ego , penso che nessuno la leggerebbe. Come dicevo in un commento precedente , c'è chi da ebbro scrive un poema , e c'è chi da ebbro si schianta contro un albero. Non credo sia da delegare al vino il merito di entrambe le cose se non hai capito rileggi e dimmi cosa no hai capito, mi pareva volessi discutere invece di prendere per il culo |
| | | Ospite Ospite
| Titolo: Re: La parola ci illude? 29/9/2008, 22:30 | |
| Non mi piace che si veda la parola come o uno strumento di culto della propria persona , o come alternativa un modo per osannare il potere ? c'è solo questo ? io credo di no. Secondo me c'è più scelta , poi se fai o l'uno o l'altro, non mi importa. |
| | | Rosario Albano Star
Numero di messaggi : 1464 Data d'iscrizione : 29.09.08
| Titolo: Re: La parola ci illude? 30/9/2008, 00:36 | |
| - amorfou ha scritto:
- Non mi piace che si veda la parola come o uno strumento
di culto della propria persona , o come alternativa un modo per osannare il potere ? c'è solo questo ? io credo di no. Secondo me c'è più scelta , poi se fai o l'uno o l'altro, non mi importa. Allora, non ti prendo per i fondelli, solo che per carattere e formazione "culturale-ideologica", mi piace usare la leva della "provocazione" e se vuoi dell'ironia, ma poi se bisogna spendere due parole serie, stanne certo che non mi tiro indietro. Sulla questione seria dell'egocentricità o meglio dell'egotismo, io sono il primo critico, però non essendo ipocrita, non posso non registrare la forza che questo , come vogliamo chiamarlo, status mentale, fenomeno della psiche umana, sentimento eccetera, esercita sull'uomo! Penso che gli addetti al ramo ne hanno scritto oceani d'inchiostro, specialmente la psicoanalisi, ma a me interessa rilevare la sua presenza ed i suoi effetti, su un particolare tipo d'uomo, il poeta e/o l'artista... Penso, detto in termini banali, che l'ego del poeta è allo stesso tempo ricettore e propulsore di particolari energie (o sensibilità), come un mantice che accumula e sputa fuori a ritmi elevati: contraddizioni, violenze, bellezzze, storture, passioni e chi più ne ha più ne metta! Egli si serve delle parole, della metrica, del canto, della tradizione e dell'innovazione per compiere una trasformazione, una produzione creativa, ma questo processo avviene attraverso una dilatazione del proprio ego, inteso come capacità particolare di approccio alle realtà (si a più di una), certo che a questo punto l'equilibrio è compromesso, molto facilmente l'egotismo, non il solo ego, prende il sopravvento!! Il suo prodotto porterà indelebilmente il marchio del suo io dilatato ma anche lacerato, franto, eccessivo, a volte allucinato, a volte perfino dissonante e alieno, ed in alcuni casi sfiorerà il balbettamento e l'afasia, ti farò due esempi straordinari di quest'ultimo caso (ma non sono gli unici eh, sono quelli che io amo particolarmente) Paul Celan e Amelia Rosselli, e te li cito anche per sottolinearti come l'ego ammazza soprattutto i poeti, infatti: tutte e due sono morti suicidi!!! Per quel che mi riguarda, forse perchè io non sono poeta, ma amo la poesia, assumo un atteggiamento di lotta a questo meccanismo, e quando anche lo cito, lo faccio con ironia, che è l'unica arma di difesa che riesco ad usare per non soccombere: poi non ci riesco, vuol dire che il "fanciullino" che entro mi cova è più stronzo di quello che sembra... e per dimostrarti che Net-percez56 ci fa a cazzotti con il suo ego e con quello oggettivo dei poeti, ti posto queste due poesie come testimonianza EGOTISMO IN DIVENIREAd una parvenza tenue di fiori verrei Io che non posso distogliere dai sassi Gli occhi e che mischio mani e vento. Verrei trasportato da un gabbiano Da un velo ad un azzurro infinito Un dilatarsi di presenze: le mie! Su una laguna di osmosi dovrei Adagiarmi e smemorare certo E flettermi come arcobaleno. Dovrei sfarinarmi in oro e argento Da un lato della vita ad un punto morto Nell'ultimo plenilunio: il mio! Per diecimila anni luce diverrei Dispositivo più rovente del sole Io che ansimo per vampe e nevischio. Diverrei lucore furente che dona Da una stagione di cielo e mare Refrigerio ad un'ombra: la mia! IL POETA SCARABEOFibrilla una ragnatela di parole E mi duole la crisalide fantasia. Ti vedo atassia di me stesso: scarabeo, Prima al perigeo poi perso nello stige… Effige d'un aculeo di benessere: Il tessere degli scorpioni il bluff. E se lo chef porge la larva bontà: In intimità t'inoculo il veleno… E nemmeno il diadema dei miei salti: Bassi, alti, come la luna dispone O suppone, gelida, cinicamente, Impenitente, mi distrae dai virgulti… Verme d'insulti, viscido e piantato Nel mio peccato palustre: poetare! Nugolo di zanzare suggenti plasma, Da un miasma di recessi infidi: Spasma, fonesi d'amplessi di mantidi… Ti saluto, dicendoti che questo è solo il mio punto di vita soggettivo... la discussione va avanti! | |
| | | Ospite Ospite
| Titolo: Re: La parola ci illude? 30/9/2008, 01:02 | |
| Anche io ero provocatorio e volevo solo parlare. Fa piacere ciò che hai scritto , anche io la vedo così. E' che parlare di potere legato alla poesia mi fa girare un po i cojones.. ahahahaha
ammiro molto la tua scrittura e capisco cosa intendi, anche se per me la poesia è l'anti-analisi..
ma insomma
la parola al poeta la parola ai lettori
l'ego secondo me non è del poeta , ma è di tutti , quando lo si mette in gioco.
Porto Pessoa come esempio già che lo cità Borges , così come Tiziana ! ahahaha
ciao |
| | | Massimo Guisso Star
Numero di messaggi : 6648 Data d'iscrizione : 07.01.08
| Titolo: Re: La parola ci illude? 30/9/2008, 11:04 | |
| ... la chiusa mi ha ricordato i Carmina Burana... | |
| | | Ospite Ospite
| Titolo: Re: La parola ci illude? 30/9/2008, 12:54 | |
| - Citazione :
- la chiusa mi ha ricordato i Carmina Burana...
guisso sei affilato come la più tagliente delle lamette qui un bisturi l. |
| | | Ospite Ospite
| Titolo: Re: La parola ci illude? 30/9/2008, 13:32 | |
| la parola ci illude; purtroppo ci illude. Poi c'è la ragione che ci disillude, mediatrice fra ombra e luci. ma chi è l'armigero che usa questa spada ? UNA PAROLA E' UNA MANO ARMATA. mano assasina mano onesta duplicità di potere, ambivalenza, ambiguità. mano di potere ? Lo è. Pessoa fingeva ma ci credeva. E' da assolvere essendo artista ? quale danno, quale rovina, quale conseguenza sull'ego ? Fosse stato filosofo, politico, quant'altro era solo da sbattere in galera. Perchè la poesia è così orrendamente permissiva e illegale ? Il plagio della parola, il fanciullino pascoliano, io, te, lui ,l'altro, e quell'altro ancora e tutti, ma quale arma dare alla nostra mano ? E' un bel dilemma. Anzi no. Ognuno conosce i suoi proiettili. E' l'eterna dualità dell'uomo. Filosoficamente parlando......eheheh |
| | | Massimo Guisso Star
Numero di messaggi : 6648 Data d'iscrizione : 07.01.08
| Titolo: Re: La parola ci illude? 30/9/2008, 15:14 | |
| Non è per prendere della figa, ma in sintesi concordo con Alkimias; però forse era necessaria una premessa: io sono un fankassista e principalmente un giovane autore comico dilettante! Sul '68, avendo 52 anni, concordo con Amorfou, in parte anche sul resto - ma ho capito il 50 per cento di quello che ha scritto, perchè io non sono un'aquila, è risaputo: mea culpa! Più che a Kant od al rasoio di Okkam a cui allude Liesma (un posso di sciensa per davvero), io direi che sono sartriano: te guardi me, io guardo te, noi ci leggiamo ed impossessiamo a vicenda, eccetera. Ma IO non confonderei, tipo sinonimo, l'egocentrismo ( e/o l'egoismo che produco casalingamente nei confronti della Guissa) con il fatto che pubblico e quindi non mi tengo invece i miei scritti nel classico cassetto... The aqua carda discovery: è vero che una pistola non è una piuma di Forrest Gump, od una penna d'oca... però dipende comunque dall'uso che se ne fa: l'autore in primis, il fruitore in secundis - ma anche qui ci sarebbe da discutere per minimo due ore, su chi ha passato la borraccia all'altro nella fotografia: Coppi o Bartali? | |
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