Le metafore mi vengon proprio bene

Parto da un’immagine.
Una bambina sta seduta sul bagnasciuga, il mare fa maretta, le bagna i piedi e poi si ritira,beffardo, sembra volerla sfidare. Lei indossa un costumino rosa a pois bianchi con un piccolo volant alla vita;i capelli sono tirati in una coda alta alla fine della quale dei boccoli biondi sembrano un piccolo fuoco d’artificio.
E’ assorta,guarda l’acqua che arriva a lambirle i piedi quasi senza vederla:sembra una piccola divinità che non si degna di dare importanza ad un adoratore troppo insistente.
Mi rendo conto che la guardo da un po’ ed è come se mi avesse attirato in una specie di catalessi momentanea;mi chiedo a cosa stia pensando:cosa pensa una bambina di tre anni,seduta in riva al mare, con tanta intensità?
Cerco di ricordarmelo e cerco ,soprattutto, di ricordare quando mi si sono aggrovigliati i pensieri,quando ho smesso di pensare in linea retta e ogni mio ragionamento ha acquistato diramazioni varie,così tante da portarmi al centro esatto del mio nulla.
Anche adesso,che me ne sto seduta sulla spiaggia al tramonto,con nelle cuffie la mia canzone preferita,penso che dovrei rilassarmi e invece…aspetto lo tzunami!
C’è poco da ridere,c’è veramente poco da ridere.
Deve essere stato quando mi sono accorta che mi avevano fregato,che mi avevano costretta a crescere di colpo, che mi sono rattrappita. Ecco,nella speranza di recuperare la bambina che non sono stata mi sono accovacciata sulla mia anima e ,come un atleta che aspetti lo start,ho mantenuto la posizione in attesa che toccasse a me. Solo che ,cavolo,troppo tempo!Mi si sono” ncriccate” le giunture e ora,che potrei andare, troppi dolori mi fermano.
Certo,il recupero è possibile, ma intanto mi sa che la mia manche è passata da un pezzo e nuove giovani leve occupano uno spazio che non è mai stato mio.
E se provassi a riciclarmi come allenatrice?Si,chi prendo in giro? Sai che rumore le mie povere ossa!
Io invece è dei miei pensieri che sento il rumore e, giuro,ogni tanto mi vedo che raccolgo quei tre o quattro essenziali e mi lascio a vedermela da sola nel mio essere petulante,nel mio voler spaccare il capello in ventimila parti e analizzarne accuratamente ognuna.
Divorzio da me.
Tornando all’atletica è un po’ come se nella vita io avessi fatto il salto in lungo:sono partita bambina e sono atterrata donna. Mi mancano passaggi essenziali insomma,sono una dislessica esistenziale. Forse per questo non so leggere bene la mia vita.
Sorrido.
Rifaccio a me stessa tutto il discorso e poi penso”Però,le metafore mi vengon proprio bene!
E’ gia qualcosa,no?

E' moltisismo invece.
Come quella malinconia che passa da un sorriso di sbieco che lasci traspaerire dalle righe.
Come quel senso di vuoto che prende allo stomaco mentre la metafora spinge verso una corsa di vita senza tempi mai da record.
Mi è piaciuta...
Si è capito?

Direi di si,si è capito.Grazie Pier

Mi offro come ochetto salvagente gonfiabile....

ma dai che lo sai che non e' solo questo, e' come un " ti amo " che ho letto sol ieri, uguale, solo che questo ha bisogno di qualche coccola in piu', parlo cosi', per via della bambina saltata, che la fanciullezza si salti, per svariati motivi , non vuol dire che rimanga recondita nei bisogni d'averla, esce fuori, eccola qua.
un applauso anche a come le scrivi, le tue metafore che ti vengono proprio bene.

Massimo Guisso ha scritto:

Mi offro come ochetto salvagente gonfiabile....

Mi sta bene Sguissss!Faremo un cost-cost Liguria Calabria andata e ritorno.Solo aspetta che mi passi l'influenza....

X Sorcio:e la tua,di sensibilità,non si smentisce mai.Kiss.

Molto ma molto ma molto piaciuta, sì.
E ti riescono ottimamente le matafore, carissima...

Mi ci faccio fare un maglione, con le matafore...

anche a me è saltato qualche passaggio e compenso con l'immaginazione

Ritrovo pensieri conosciuti, nel tuo scritto. Piaciuto davvero tanto questo tuo pensare. Forse l'unica soluzione è davvero il salto e via, in ripartenza cercando di non fare troppe domande chè altrimenti di tempo fugge anche questo.
Grazie.

clelia

ecco l'idea di una dislessica esistenziale non mi era neanche passata nel cervello leggendoti.Trovo invece che diventare adulti implica una molteplicita di strade e di scelte. la vita del bambino accade, vive in funzione del momento e del gioco che l'attira ( ahi vorrei essere bambina spesso) non vive proiettato nel futuro con la zavorra del passato.
I nostri pensieri diventano come uno sciame di api impazzite, decine, centanaia di direzioni e alla fine abbiamo perduto noi stessi.
Dici che mi è venuta bene la metafora?