DENTRO

LEI

Io non so se quello che dici – come lo dici –  è come io sento. Ciò che so è che le tue parole mi avvolgono – gomitolo di lana e di lettere – e, parola dopo parola, si tesse per me una coperta caldissima, che mi aiuta e mi stupisce. Mi stupisce, perché finalmente (ri)conosco la tenerezza, la dolcezza. Mi stupisce, perché un'anima me ne fa dono.
Mi stupisce, infine, perché vivo – in un solo istante – il timore di aver trovato una parte di me e la contemporanea consapevolezza di non volerla perdere.
Ti parrà assurdo che una persona sconosciuta sappia essermi così profonda, ma i sensi che attraverso sono, per me, un’esperienza nuova.
Mi basta poco: l’augurio di buona giornata, una parola letta e una scritta; una voce, quando è possibile, che mi sappia dire di una città – vera o invisibile – da vedere con la lente dei suoi occhi e con il desiderio dei miei occhi ad affiancare, per vedere le stesse cose con il mio diverso sentire.
Attraversare – insieme – un ponte sull'acqua del sogno – fermarsi – fissarsi negli occhi e sorridere nel riconoscere un altro desiderio che affiora.
Alle favole credevo, da bambina: adoravo i lieto fine.
Poi ho smesso di credere, perché le poche fiabe vissute erano sorrisi senza denti e baci senza bocca.
Ma ora – con te – supero il tempo, e mi sento finalmente una ragazza mai cresciuta, una bimba con desideri di donna.
Tu sei il mio desiderio, altrove e qui, ora, in questo momento.
E vorrei appartenerti, mentre ci scambiamo un bacio a labbra piene. E vorrei – in modo diverso da come lo sto facendo ora –  fare l’amore con te, l’Amore con te.