A nove e un quarto le mie mani

Sensazioni incredibili avvolgono il mio spazio
l’abitacolo come unica frontiera non valicata
movimenti sincronici, lasciano liberi la mente
che alata percorre i miei viaggi muti nel verbo.

Scorre veloce l’asfalto sotto la posa attenta e lineare
mentre c’è musica nuova che scioglie il mio corpo
che danza di dentro fra molteplici ritmi sinuosi
allungando percezioni infinite in rettilinei perfetti.

Pennello corsie tratteggiate, come paesaggi di lato
lasciano tempo a campi coltivati dalla vita di altri
prestata ai frutti di questa immensa terra benedetta
che cambia sfumature e forma tuffandosi in stagioni.

C’è pura armonia in questo futile posto di comando
sono padrone antico ormai del rombo e di me stesso
compiaciuto da questa simbiosi che allarga sorrisi
barattando intervalli esplorati con future speranze.

Eccoti qui vita mia! Ti sento nel vento che accosta
i segnali di questo mio incessante assecondarti
interprete sei dei sogni che presenti ai miei giorni
in cui trafiggo il mio volto marcato dai segni dell’essere.