“Lascia perdere!”
Esclamò Romeo, che stava per raggiungere l’orgasmo.
Giulietta insisteva, ma anche lei era decisamente posseduta dalla vicenda. La fanciulla non aveva preso i necessari accorgimenti e disse tra un ahh e un mhh
“Romeo, tu sei fuori come un balcone! Non puoi decidere di tua sponte di venire senza preavviso, io ti amo, ma non possiamo avere un figlio, non farmi ricordare quanto si incazzerebbe mio padre, mia madre al limite capirebbe pure, ma suo cugino Guglielmo, quello inglese, uhh, ne farebbe un dramma!
Pensa, nonostante si dica in giro che è un tipo acculturato, ebbene sta ancora studiando i verbi, lo sento infatti tutto il giorno che si arrovella il teschio
“Essere o non essere…”
Peraltro è un tirchio pazzesco, ad un’altra cugina ha regalato un fazzoletto e per decidersi nel negozio un'ora di dubbio amletico!
Ma tornando a noi, caro, facciamo così, adesso tromba! Montecchiami, trasforma questa cosa semplicemente godibile in un sogno di una notte di mezza estate!”
Romeo fu abile nel preservarsi saltando al dunque.
Nel congedarsi, baciando la sua bella, disse [ec-citando]
“Coito ergo sum!”
“Oh, Romeo, come sei intelligente!” Replicò lei, lasciandolo andare.
Il giovane si stava ancora calando dal balcone, quando da dietro una tenda di velluto venne fuori l’aitante messer Paluani che, in mutande, saltò sulla fanciulla che entusiasta gli dedicò codesti versi:
Amarti devo, mio giovine di Chievo,
sarai allor mio schiavo, fai rima!
Su-dai bravo!
Anche questi si prodigò per soddisfare l’appetito d’amore della benedetta, e fuggì tosto anch’esso giù dal balcone. Non aveva ancora toccato terra che da un armadio uscì fuori il giovin Bauli.
Lui, narra la storia, il preferito era di Giulietta,
ma anche il più ignorante ché salutò “Troietta!”.
Lei oca giuliva sorrise assai eccitata,
sbattendo le sue uova e offrendo la frittata.
Consumarono l’amore con grande godimento,
Guglielmo, il cugino, fu di ciò sgomento.
Fuggì quindi il ragazzo, finito fu il sollazzo,
ma giù da quel balcone tosta fu tenzone.
Tre amanti ancora caldi, baldanzosi e baldi,
a reclamar vendetta p’amore di Giulietta!
E uccidendosi a vicenda bramando quel balcone,
Ignari che Giulietta trombava col garzone!
[Galeotto fu quel seme,
fu infornato un panettone!]
Povero Guglielmo!, mentendo in stile inglese,
parlò di una cugina, dal cuore assai cortese.
Il nome era Giulietta, per Romeo ebbe una cotta,
ma il mondo non accetta che lei fu una gran mignotta!