HOSPITAL ‘S POEM
(04/04/2002)
IL NUNZIO D’IPPOCRATE
Che dolce zaffata di zucchero oggi!
Nel ring di coazione candida a sanarsi
Puntine di rosso sangue mieloso caramellano…
Ahi come punge l’iperglicemica novella!
Ahi come buca la pelle l’ipoinsulinica stella!
Ahi com’è greve il bianco Ippocrate nel suo nunzio!
Che amaro atavico sconquassa il mio corpo.
Che paura dolciastra: anela miele ancora!
E che ridere fa quest’insania infissa nelle vene…
Qui invece che in una torta di gioia…
Qui in questa villa candida di alcool e di noia
Qui a frignare mentre il braccio aghi ingoia…
Ahi questo male d’eccessi moderni mi tiene
Ahi questo dessert indigesto la carne m’ottunde
Ahi questo estraneo veleno sazia il mio sangue…
Come non sostare a riflettere tremebondo
Dinanzi all’arrapata bestia: acquolina che m’artiglia.
D’ora in poi giù per questa china ruzzolerò in ruina!
Dottore, perché il caffè è così amaro stamattina?
NOTTE GLICEMICA
E nella notte sfrangiata d’acqua – fuori
Che l’infermiere bianco del terrore – dentro
M’addita ad una nuova bieca appartenenza…
Ecco perché questa miscedania d’aliti e paure
Mi stringono l’ego già strapazzato alla flebo:
Un dolce-amaro insetto abita in me profondo…
Una tovaglia di pori bucherellati s‘apre:
Ogni goccia è una cifra che urla: please dolcezza!
Ogni stilla di saliva si fa bolo d’ansia da deglutire…
E nel silenzio che sghignazza l’altolà
Brividi di angeli sfatti s’assemblano sul corpo
E dentro nelle cellule: aprono danze e nuovi riti.
La coperta di questa neo-alterità giace
Sul letto sedicesimo del vano numero 19:
Infilarmici sotto è tutto un rendermi conto:
Vegliare e fare conoscenza carnale
Dell’intruso nuovo fratello di sangue:
che pur invisibile mi morde e non mi lascia
Dormire…
CANTILENA DELL’AMARO IN BOCCA
Di abete in abete così zuccherellando
Sta in su Lina a mangiar bignè alla crema…
Un ago lungo per succhiare il sangue catrame
Uno corto per iniettare il diluente e strame
Un ago a farfalla per eiacularti nelle vene
Un micro-punto pizzicante di stille cliniche amene
Ma quando il vassoio passa: arriva. Dentro c’è niente!
Dopo di che passarti ai raggi X è terapia impellente…
Di abete in abete salivando per l’acquolina
Sta sempre più in su Lina bimba di saccarina…
Un pigiama di cortesia patologica plissè a sera
Una giacca da camera sinfonica che fa atmosfera
Poi arriva l’infermiera sorride e ti porge il cachè
E il di fianco fratello degente conta l’analisi per te e per sè
Oh ecco: il parente pietoso appare sull’uscio puntualmente
E Tu hai fame di cibo e d’aria e privacy divisi equamente…
Ma di abete in abete così lascivamente
Ride e si denuda impunemente molto più in su Lina:
e tu t’arrapi senza speranze: più incazzato di prima!
[01546] Personaggi famosi: Sharon Stone
13 Marzo 2008
Sharon Stone, attrice, produttrice cinematografica e modella, ha compiuto 50 anni il 10 marzo di quest’anno. Nasce in un paesino di provincia, Meadville, da genitori di origini irlandesi. Inizia a parlare già a dieci mesi, a cinque anni frequenta la seconda elementare e a quindici, con un q.i. di 154, viene ammessa alla Edinboro University. Da ragazza non ama il suo corpo, ma, spinta dallo zio, dopo qualche forzoso concorso di bellezza intraprende la carriera di modella. Nel 1980 approda al cinema. È la passeggera muta del treno di Woody Allen in ‘Stardust Memories’ e, un anno dopo, è diretta da Wes Craven nell’horror B-movie ‘Benedizione mortale’. Nel 1984 è Deidre Dupres nella serie poliziesca ‘Magnum P.I.’ e poi il regista Paul Verhoeven la affianca a Schwarzenegger in ‘Atto di Forza’. Nel 1992 nei panni di una scandalosa killer bisessuale, Sharon raggiunge il successo e la popolarità grazie alla scena di ‘Basic Instinct’ in cui accavalla le gambe senza indumenti intimi. Nella vita privata ha diverse storie d’amore e matrimoni. Sharon ha il diabete ed è allergica alla caffeina; buddista, è promotrice dei diritti dei gay e sostenitrice della ricerca sull’Aids dell’amfAR. È anche famosa per frasi provocatorie come «Se hai una vagina e delle idee in testa, la combinazione è esplosiva: deve funzionare per forza prima o poi».