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 Fiori rossi, fiori gialli

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Rosario Albano
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Mario Malgieri
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Mario Malgieri
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MessaggioTitolo: Fiori rossi, fiori gialli   Fiori rossi, fiori gialli Icon_minitime28/10/2008, 15:12

"Quanti secoli venturi vedranno rappresentata
da attori questa nostra grandiosa scena in regni
ancora non nati, e in linguaggi non ancora inventati!"
(Shakespeare, Giulio Cesare, atto III, scena I)


Quella mattina pareva che la natura volesse recuperare il tempo perduto, riempiendo di fiori e di profumi ogni spazio, dopo un inverno più lungo e più freddo del solito.
Il cielo era talmente terso che verso l'Est, oltre la cima delle montagne dove dimoravano Reana e Molan, la Madre e il Sole suo sposo, si poteva vedere la falce della luna così chiaramente come se fosse ancora notte.
Eppure c’era una strana tensione nell’aria, come una vibrazione occulta, come il tremolio che d’estate sale dalla roccia riscaldata e inganna l’occhio di chi guarda, facendogli vedere ciò che non esiste.
Sopra una foglia, una grande farfalla aveva finito di asciugare al sole le sue nuove ali e le provò, alzandosi in volo. Poco distante, ma in direzioni opposte, due macchie di colore e due profumi diversi destarono la sua attenzione. Erano due cespugli in fiore. Per qualche misteriosa ragione, la farfalla decise di volare alla volta di quello dai grandi fiori rossi, vicino a una vecchia quercia.
Non poteva certo saperlo, ma la decisione avrebbe avuto molte conseguenze, anche per la sua effimera esistenza.
Un uccello spaventato, neppure lui avrebbe saputo spiegare da cosa, fuggì verso il suo nido, in alto, al sicuro tra i rami di un albero affacciato sul margine della foresta.
Appena più in basso, dove la grande valle si allargava, il lago dalla forma allungata e dalle acque limpide e profonde era appena increspato come da una brezza lievissima, tuttavia, stranamente, l'aria era immobile.
Le sponde, ripide e dominate dagli alberi secolari, si spianavano a Sud, dove una piccola radura erbosa si apriva sulle rive per un centinaio di passi di larghezza, sino al primo accenno di foresta.
Là sorgeva il villaggio di palafitte.
I tronchi tagliati rozzamente e infilati sul fondo melmoso sorreggevano, alte sopra il pelo dell’acqua, le piattaforme di robusti rami disposti con ordine, sulle quali erano appoggiate le capanne circolari di legno, fango e paglia. Piccole passerelle di tronchi le collegavano tra loro e con la riva, dove un falò era tenuto costantemente acceso, accudito dalle anziane che ne erano responsabili verso la comunità.
Al villaggio, le donne erano intente ai lavori quotidiani, mentre i bambini piccoli giocavano sull’erba e i più grandicelli aiutavano le madri nelle loro faccende.
Un anziano, oramai alla soglia dei quarant’anni, stava accoccolato vicino alla riva, intento a ricavare punte di freccia da un blocco di ossidiana usando una grossa pietra come incudine. I maschi validi erano tutti andati a caccia, una mandria di bufali era stata avvistata il giorno prima.
Selah, ultima giovane moglie di Loral, il capo del villaggio, era nervosa e si guardava spesso intorno. Si trovava a poca distanza dalla riva e stava lavorando in un tratto soleggiato. Con un bastone appuntito scavava piccole buche nel terreno morbido e vi depositava un seme, che poi si affrettava a ricoprire di terra. Vicino a lei, all’ombra di una grande quercia, riposava un neonato, avvolto in una morbida pelle di giovane cervo.
Selah aveva i sensi all’erta come sempre, più di sempre. Percepiva un pericolo senza averne ancora alcun segno reale.
Sembrava l'attività di una normale mattina di primavera, ma le donne del villaggio erano taciturne e impaurite. Tutti in qualche modo si sentivano percorsi da quella strana vibrazione senza nome, che mai, prima di quel giorno, si era manifestata.
Ma avevano il timore di conoscerne la provenienza, e il loro sguardo si volgeva spesso verso la dimora degli dei, sulle montagne.
Erano trascorsi due giorni dalla festa dell'equinozio, dedicata alla dea madre Reana.
Theron, lo sciamano, avrebbe voluto offrire alla divinità un cervo, come era avvenuto tutti gli anni precedenti. Aveva fatto preparare le fascine di legno stagionato, profumate con le essenze sacre da lui raccolte. Tutto era pronto per il rito, e il cervo, il primo di quella stagione trafitto dalle frecce dei cacciatori, attendeva al sicuro dai predatori in una capanna sull’acqua. Ma Loral si era opposto, aveva delle ragioni molto valide per sfidare il potere dello sciamano.
L’inverno era stato lungo e troppo freddo, il disgelo tardivo e piovoso. Le provviste messe da parte in autunno erano state attaccate da una strana muffa e rese immangiabili. Così molti anziani erano andati sulla montagna e si erano seduti sulla neve attendendo Tara, colei che accompagna gli uomini nell'ultima caccia. Il cibo destinato a loro, oramai inutili alla tribù, era stato distribuito ai bambini e poi alle persone valide. Quelle erano le leggi della natura, e quello era il volere degli Dei.
Nonostante queste misure drastiche, troppe volte Tara era scesa al villaggio prendendo al suo seguito i bambini e gli adulti più deboli, perciò Loral aveva detto chiaramente allo sciamano che la Dea Madre avrebbe certamente capito se il cervo fosse stato mangiato da tutti, per saziare la fame e riprendere le forze in vista delle cacce di primavera. Per quell’anno Reana si sarebbe dovuta accontentare di una lepre dal candido manto invernale, che una trappola fortunata aveva catturato quella mattina stessa.
Lo sciamano aveva consultato le pietre sacre ed esaminato le viscere del cervo, poi aveva sentenziato che la Dea era furiosa e non avrebbe accettato il risibile dono di una lepre.
La sua collera - aveva gridato Theron con voce accusatrice - sarebbe ricaduta su Loral e su tutto il villaggio.
Ma il capo era stato irremovibile e il cervo era stato divorato sino alle ossa durante la grande festa, mentre lo sciamano, sdegnato, si era tenuto in disparte.
Era comprensibile, a fame placata, che fosse subentrato il timore della collera divina, palpabile nei gesti e negli sguardi delle donne e dei vecchi intenti al lavoro. E poi c'era quella strana vibrazione che pareva farsi sempre più percepibile, più acuta, al di fuori di ogni precedente esperienza. I sensi di uomini e animali erano tesi al massimo, ma nessun pericolo era visibile, almeno nell'ambito della loro cognizione.

Il grande predatore aveva fame.
Sebbene fosse vecchio, il corpo restava possente, coperto dalle cicatrici di cento lotte per la supremazia nel branco.
Ma alla fine anche lui aveva perso. I richiami dei feromoni delle femmine in calore già si spandevano nell’aria e un giovane maschio, molto coraggioso e più ancora eccitato oltre il limite della prudenza, aveva sfidato il capo che l’età aveva reso più vulnerabile ai patimenti dell'inverno appena trascorso. Lo aveva vinto e scacciato, appropriandosi delle sue femmine e del suo potere.
Per il vecchio despota non c’era più la forza del numero che consentiva di cacciare le prede più grosse e pericolose, delle quali lui pretendeva ed otteneva le parti migliori. Ora era ridotto a mangiare carogne e per la prima volta nella sua vita, acquattato tra i cespugli, stava spiando una creatura piccola e insignificante, che sino a pochi giorni prima avrebbe guardato con disprezzo. Era un cucciolo di uomo, che dormiva sotto una quercia, vicino al villaggio.
Cauto e silenzioso iniziò ad avvicinarsi tenendosi basso e invisibile, lo sguardo fisso sulla preda.
Non faceva alcun rumore, i sottili rami del cespuglio dai fiori rossi si piegavano al suo passaggio, gli scivolavano lungo il corpo per poi ritornare alla posizione primitiva quasi fossero stati scostati gentilmente da mani di fanciulla. Si acquattò, in attesa del momento propizio per l'assalto.
Anche un uccello nero osservava attento i dintorni. Dall'alto del nido che stava finendo di costruire cercava una preda. La sua vista acutissima aveva già individuato delle possibili vittime, ma erano tutte troppo piccole per soddisfare il suo appetito. Poi, una macchia colorata entrò nel suo campo visivo. Era una grossa farfalla che volava bassa sull'erba, apparentemente diretta verso un cespuglio dai grandi fiori rossi. Era la preda perfetta. L'uccello si staccò dal nido e si lanciò verso il basso, veloce e micidiale.
Millenni e millenni di spietata evoluzione hanno affinato una particolare abilità in tutti gli animali superiori, che siano prede o predatori: l'occhio e il cervello elaborano con priorità e straordinaria sensibilità ogni parvenza di movimento. Troppo spesso la sopravvivenza dipende dalla rapidità di reazione a quello stimolo.
Selah stava china, il bastone in una mano e i semi nell’altra, cercando di finire più rapidamente possibile il suo lavoro. Alzò la testa di scatto, spaventata. Con la coda dell’occhio le era sembrato di percepire un rapido movimento ai margini della foresta. Cercò di capire cosa fosse e riuscì a cogliere l'immagine di un grosso uccello nero che si allontanava con qualcosa di colorato nel becco. Si sentì sollevata ma, subito dopo e nella stessa direzione, le parve di scorgere un qualcosa di fulvo e furtivo, celato dietro un cespuglio fiorito a una cinquantina di passi di distanza.
Osservò più attentamente sino a quando mise a fuoco due occhi gialli fissi su di lei.
Lanciando un grido d’allarme, Selah corse ad afferrare il piccolo che ancora dormiva ai piedi della quercia.
Abituati a non fare domande ma a reagire all'istante, tutti lasciarono precipitosamente le loro occupazioni e corsero a loro volta verso la passerella che univa il villaggio alla riva. L’anziano attese Selah col suo piccolo e poi ritirò il tronco, ponendo al sicuro in un luogo inaccessibile a qualsiasi predatore tutta la comunità.
Il vecchio cacciatore dagli occhi gialli capì di aver perso la partita e si ritirò lentamente nella foresta, alla disperata ricerca di qualcos'altro con cui placare la sua fame.

Saro era il nome di quel piccolo sfuggito alla morte. Egli crebbe robusto e coraggioso, e per queste qualità, unite alla sua saggezza, presto diventò a sua volta il capo del villaggio. Ebbe una vita lunga, sei mogli e molti discendenti.
Presto la gente di quel villaggio e di altri villaggi non lontani, spinta dall’arrivo di feroci tribù nomadi provenienti da Sud - Est, fu costretta a lasciare quelle terre, iniziando una migrazione alla ricerca di nuovi territori. Per generazioni e generazioni ci fu sempre qualche discendente di Saro alla guida di quel popolo, che nel suo percorso si suddivise in mille rivoli e diede origine a molti villaggi, spesso destinati a divenire città e poi nazioni.
Nei secoli e nei millenni successivi, aiutati dalle doti innate, o dalle leggi del caso, i discendenti della stirpe di Saro si diffusero in gran parte di quella che sarebbe stata conosciuta come Europa.
Molti transitarono sulla terra come granelli di sabbia travolti dalla corrente del tempo e mescolati ad altri milioni di esistenze insignificanti.
Altri invece furono come pietre, macigni o intere montagne che costrinsero il fluire della storia ad incresparsi o addirittura a deviare dal suo corso.
Furono artisti, mercanti, navigatori, scienziati. E soldati.
Il pomeriggio del 7 Ottobre 1571, secondo il calendario dell'era cristiana, uno di loro era al comando della galea spagnola che, con una manovra audace, riuscì ad abbordare l’ammiraglia del turco Alì Pascià nelle acque di Lepanto, mentre le sorti della battaglia volgevano al peggio; e fu lui in persona che, dopo aver guidato l'attacco e il feroce corpo a corpo sul ponte della nave nemica, raccolse la resa dell'ammiraglio turco. Infine, incurante dell’offerta di immense ricchezze in cambio della vita, lui stesso tagliò la testa di Alì Pascià con un solo colpo di spada, l’infisse su una picca e la mostrò al resto della flotta turca che, scoraggiata dalla morte dell'ammiraglio in capo, si diede alla fuga lasciando in quelle acque migliaia di morti e il grande sogno di egemonia ottomana sul Mediterraneo.
Quello fu uno degli snodi cruciali nella storia dell'uomo, che tracciò le linee fondamentali dello sviluppo della civiltà europea come oggi la conosciamo.

Sul lago, la vibrazione che tutti avevano percepito raggiunse un'altezza tale da renderla inaudibile persino dai pipistrelli dalle grandi orecchie. Poi, iniziò a scemare. Pareva smorzarsi come l'eco di arpe soprannaturali, che suonavano là, dove l'istante non ha significato, dove un miliardo di anni è come un battito d'ali di farfalla, dove lo spazio non è confinato nelle misere tre dimensioni dell'universo percepito dagli esseri senzienti e creato dalle fluttuazioni infinitesimali del caso. Universi paralleli si avvicinarono, si fusero e poi separarono nuovamente le loro strade.
Forse, dopo un istante o dopo un milione di anni, la vibrazione delle corde nelle undici dimensioni sarebbe tornata ad avvicinarli, ma nel frattempo si era creata una nuova, impercettibile perturbazione nel fluire degli eventi.

La farfalla era incerta sulla destinazione del suo primo volo. Tra i due stimoli principali che giungevano ai suoi organi di senso, per qualche misteriosa ragione scelse di dirigersi verso il cespuglio dai grandi fiori gialli.
Dall'alto del suo nido, l'uccello nero osservava i dintorni aspettando paziente una preda per sfamarsi, ma ancora nulla di adatto era in vista. Decise di spiccare il volo verso il lago. Su quelle acque forse avrebbe trovato una libellula imprudente.
Selah stava china, il bastone in una mano e i semi nell’altra, cercando di finire più rapidamente possibile il suo lavoro. Tutto sembrava tranquillo, dalla vicina foresta non giungeva alcun segnale di pericolo.
Il grande predatore scivolò furtivamente allo scoperto, oramai la protezione del cespuglio dai grandi fiori rossi non gli serviva più: la distanza che lo separava dal piccolo Saro, addormentato all’ombra della quercia, era quella che avrebbe potuto coprire con l’ultimo balzo.
Quando Selah udì il fruscio e sentì il ruggito di trionfo, era troppo tardi. Veloce e preciso, il predatore raggiunse il bambino, lo prese tra le fauci e sparì nel folto con la sua preda prima ancora che la donna si rendesse conto di quello che stava accadendo sotto i suoi occhi.
Selah urlò, tentò assurdamente di inseguire l'animale impugnando il bastone appuntito che stava usando, ma dopo una breve corsa si rese conto dell’inutilità di quel gesto e tornò piangendo sui suoi passi, andando incontro alla gente che era accorsa alle sue grida disperate.
Tutti rimasero atterriti, ma non dalla morte violenta del bambino, evento tutt'altro che raro nella vita irta di pericoli della comunità.
Il fatto più spaventoso era la collera degli dei che si era manifestata in modo tanto chiaro.
Reana aveva inviato Tanos, la bestia sanguinaria figlia del tuono, per divorare il figlio di Loral, il peccatore che non aveva offerto il giusto sacrificio all’inizio della primavera.
L'indomani Theron lo sciamano ebbe il suo trionfo, le parti scelte di un bufalo furono sacrificate alla dea Reana e la comunità, riappacificata con la sua divinità, presto dimenticò il piccolo Saro.
Non fu dunque uno dei suoi numerosi discendenti a guidare la tribù nelle migrazioni, e altri presero il posto della stirpe di Saro negli avvenimenti dei secoli successivi.
Nelle acque di Lepanto, il comandante di una galea spagnola valutò che tentare di avvicinarsi all'ammiraglia di Alì Pascià fosse troppo pericoloso.
Le galee veneziane del Barbarigo erano state aggirate sottocosta dall'abile manovra di Mahomet Siroco mentre Uluch Alì stava tentando la stessa manovra con le galee genovesi. Ora la battaglia volgeva a favore del nemico perchè le navi spagnole rischiavano l'accerchiamento e l'annientamento: meglio sarebbe stato portarsi ai margini della flotta e tentare un'onorevole ritirata, ancora possibile.
Il comandante diede l'ordine.


Bibliografia: Paul K. Davis: "Le 100 battaglie che hanno cambiato la storia" . Newton & Compton editori


Ultima modifica di mariovaldo il 28/10/2008, 17:02 - modificato 2 volte.
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MessaggioTitolo: Re: Fiori rossi, fiori gialli   Fiori rossi, fiori gialli Icon_minitime28/10/2008, 15:38

Hebbè: i soliti, meritati appalusi scroscianti!! Più un complimento, altrettanto sincero, ma non vorrei dilungarmi troppo... Questa estate a Praga ho visitato il Museo Nassionale, ove, fra l'altro, sono riprodotti alcuni ambienti primordiali e primitivi (non ricordo l'epoca): ebbene, tu li hai descritti perfettamente, io li ho rivisti leggendo!! Cambiando parsialmente discorso, forse non tutti gli altri sanno che anche i Liguri discendono dai Celti... Tra i due finali preferisco l'happy end - anche se mi piace immaginare un diverso corso della storia, come se io fossi un piccolo Philip K. Dick ("La svastica sul sole"). Unica facessia: bèh, ma sei mogli come Enrico VIII non sono un po' troppe? A me ne basta e avansa una, modestamente... Very Happy Insomma, oggi ringrassio Thor, figlio di Kmher, cugino di Satholl, erede del divino Sektor Nolimits, nonchè discendente del Potente Heyerdonalduck, per avermi concesso il tempo libero per poter leggere un tuo ennesimo racconto così.... meraviglioso!! cheers
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MessaggioTitolo: Re: Fiori rossi, fiori gialli   Fiori rossi, fiori gialli Icon_minitime28/10/2008, 16:02

Mi ricorda: il film 10.000 bc; racconti dei nativi americani; il libro della giungla; la Storia d'Europa e in ultimo il film Sliders (se non sbaglio il titolo): INSOMMA UN MONDO INTERO!!

Caspita mi sa che m'invento un nuovo lavoro a 50 anni e ti faccio da maneger e ti procuro qualche contratto tra gli Editori, con la e maiuscola!!

Subdoro che con te si possono far soldi!

UP! UP! UP! UP!

ciao
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MessaggioTitolo: Re: Fiori rossi, fiori gialli   Fiori rossi, fiori gialli Icon_minitime28/10/2008, 16:07

Mia mamma, Fiorella La Cattolica, invece da decennii dice che con me non ci si possono fare i soldi... Sad


Ultima modifica di Massimo Guisso il 28/10/2008, 16:53 - modificato 1 volta.
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MessaggioTitolo: Re: Fiori rossi, fiori gialli   Fiori rossi, fiori gialli Icon_minitime28/10/2008, 16:53

io credo tu sia uno scrittore che quando si appresta a scrivere un racconto si documenta sul periodo e su molti particolari.Trovo i tuoi racconti sempre perfetti senza sbavature o sviste.
Persino i nomi mi sembrano sempre appropriati.

bravo bravo!!!
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MessaggioTitolo: Re: Fiori rossi, fiori gialli   Fiori rossi, fiori gialli Icon_minitime28/10/2008, 17:34

In punta di penna
c'hai quella forza romanzesca
che ammiro,
e quella leggerezza
che si associa perfettamente
a precisione, e
determinazione scrittoria.

Bello, il racconto.
E, bravo tu!
C.
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MessaggioTitolo: Re: Fiori rossi, fiori gialli   Fiori rossi, fiori gialli Icon_minitime28/10/2008, 19:58

Due cespugli, una farfalla, tante altre cose e, soprattutto, la geografia di un autore.
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MessaggioTitolo: Re: Fiori rossi, fiori gialli   Fiori rossi, fiori gialli Icon_minitime28/10/2008, 20:06

Ammirata


______gin
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MessaggioTitolo: Re: Fiori rossi, fiori gialli   Fiori rossi, fiori gialli Icon_minitime28/10/2008, 21:09

Io non so più che lasciarti scritto, Mario.
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MessaggioTitolo: Re: Fiori rossi, fiori gialli   Fiori rossi, fiori gialli Icon_minitime29/10/2008, 07:17

Massimo Guisso ha scritto:
Hebbè: i soliti, meritati appalusi scroscianti!! Più un complimento, altrettanto sincero, ma non vorrei dilungarmi troppo... Questa estate a Praga ho visitato il Museo Nassionale, ove, fra l'altro, sono riprodotti alcuni ambienti primordiali e primitivi (non ricordo l'epoca): ebbene, tu li hai descritti perfettamente, io li ho rivisti leggendo!! Cambiando parsialmente discorso, forse non tutti gli altri sanno che anche i Liguri discendono dai Celti... Tra i due finali preferisco l'happy end - anche se mi piace immaginare un diverso corso della storia, come se io fossi un piccolo Philip K. Dick ("La svastica sul sole"). Unica facessia: bèh, ma sei mogli come Enrico VIII non sono un po' troppe? A me ne basta e avansa una, modestamente... Very Happy Insomma, oggi ringrassio Thor, figlio di Kmher, cugino di Satholl, erede del divino Sektor Nolimits, nonchè discendente del Potente Heyerdonalduck, per avermi concesso il tempo libero per poter leggere un tuo ennesimo racconto così.... meraviglioso!! cheers

Ti ci vedrei proprio nelle vesti di uno sciamano di quei tempi, a prendere per il c... insomma i fondelli il popolo e il capo tribù agitando ossicini di scimmia, bofonchiando parole oscure sensa la seta e sopratutto riservandoti lo jus primae et secundae atque tertiae noctis sulle fi... fiorenti fanciulle della palafittopoli clown
Ma grazie , da normanno (pare che i miei avi fossero tali) a celta, Very Happy si sente al di la dello spirito che il racconto ti è piaciuto
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MessaggioTitolo: Re: Fiori rossi, fiori gialli   Fiori rossi, fiori gialli Icon_minitime29/10/2008, 07:18

Net-percez56 ha scritto:
Mi ricorda: il film 10.000 bc; racconti dei nativi americani; il libro della giungla; la Storia d'Europa e in ultimo il film Sliders (se non sbaglio il titolo): INSOMMA UN MONDO INTERO!!

Caspita mi sa che m'invento un nuovo lavoro a 50 anni e ti faccio da maneger e ti procuro qualche contratto tra gli Editori, con la e maiuscola!!

Subdoro che con te si possono far soldi!

UP! UP! UP! UP!

ciao

Da genovese che per le palanche ha il massimo rispetto, ti dico: belin, parliamone! E grazie
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MessaggioTitolo: Re: Fiori rossi, fiori gialli   Fiori rossi, fiori gialli Icon_minitime29/10/2008, 07:24

Nuccina ha scritto:
io credo tu sia uno scrittore che quando si appresta a scrivere un racconto si documenta sul periodo e su molti particolari.Trovo i tuoi racconti sempre perfetti senza sbavature o sviste.
Persino i nomi mi sembrano sempre appropriati.

bravo bravo!!!

E' vero Nuccina, quando mi butto su racconti anche vagamente storici, mi metto il paracadute e cerco di essere attendibile almeno nel contesto. Cerco notizie, dettagli e sì, anche nomi che corrispondano all'epoca e al luogo (non in questo caso ovviamente, e chi li conosce i nomi che si davano allora?); sai, se c'è una cosa che mi fa chiudere definitivamente un libro è scoprire anacronismi & fesserie storiche o scientifiche assortite. E sapessi quanti ne ho chiusi!
Grazie infinite.
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MessaggioTitolo: Re: Fiori rossi, fiori gialli   Fiori rossi, fiori gialli Icon_minitime29/10/2008, 07:27

bovary c'est moi ha scritto:
In punta di penna
c'hai quella forza romanzesca
che ammiro,
e quella leggerezza
che si associa perfettamente
a precisione, e
determinazione scrittoria.

Bello, il racconto.
E, bravo tu!
C.

Mi son nutrito di romanzi da quando avevo sei anni... (lettore precoce, con grande gioia di mio padre) e dopo tutto questo tempo qualcosa resta attaccato, non credi?
Grazie infinite.
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MessaggioTitolo: Re: Fiori rossi, fiori gialli   Fiori rossi, fiori gialli Icon_minitime29/10/2008, 07:28

Gibbì ha scritto:
Due cespugli, una farfalla, tante altre cose e, soprattutto, la geografia di un autore.

Semper fidelis, Laughing anche nelle letture più lunghe. Grazie Gibbi!
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MessaggioTitolo: Re: Fiori rossi, fiori gialli   Fiori rossi, fiori gialli Icon_minitime29/10/2008, 07:29

Ginevralapazza ha scritto:
Ammirata


______gin

Grato (una T sola) Very Happy
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MessaggioTitolo: Re: Fiori rossi, fiori gialli   Fiori rossi, fiori gialli Icon_minitime29/10/2008, 07:32

Daniela Micheli ha scritto:
Io non so più che lasciarti scritto, Mario.

Lo scritto va benissino, passiamo agli orali... Shocked

lo so, lo so, faccio da solo, come tutto il resto Sad

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MessaggioTitolo: Re: Fiori rossi, fiori gialli   Fiori rossi, fiori gialli Icon_minitime29/10/2008, 08:55

Dallo spaziare nell’animo umano al tuffarsi nella Storia, la tua prosa rimane un'ottima lettura.
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Massimo Guisso
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MessaggioTitolo: Re: Fiori rossi, fiori gialli   Fiori rossi, fiori gialli Icon_minitime29/10/2008, 11:08

Grato e vinci (veni, vidi, eccetera: ma lo sai che citando sciaccaspere Williams, tu Mario sei l'unico che non sfigura, a parte gli scherzi).... Brano eccellenterrimo, che andrebbe pubblicato come minimo sul Secolo Decimo Nonno Valdo!!
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MessaggioTitolo: Re: Fiori rossi, fiori gialli   Fiori rossi, fiori gialli Icon_minitime29/10/2008, 20:44

Musa ha scritto:
Dallo spaziare nell’animo umano al tuffarsi nella Storia, la tua prosa rimane un'ottima lettura.

troppo buona, grazie! Fiori rossi, fiori gialli 556327
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MessaggioTitolo: Re: Fiori rossi, fiori gialli   Fiori rossi, fiori gialli Icon_minitime29/10/2008, 20:48

Massimo Guisso ha scritto:
Grato e vinci (veni, vidi, eccetera: ma lo sai che citando sciaccaspere Williams, tu Mario sei l'unico che non sfigura, a parte gli scherzi).... Brano eccellenterrimo, che andrebbe pubblicato come minimo sul Secolo Decimo Nonno Valdo!!

Il secolo decimononno mi pubblicò in effetti. Ricordi la favoletta della cuoca del tre? Quella fu indegnamente pubblicata un paio d'anni fa, probabilmente avevano un buco da tappare e non avevano sottomano un bambino che avesse morsicato un cane Smile
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MessaggioTitolo: Re: Fiori rossi, fiori gialli   Fiori rossi, fiori gialli Icon_minitime

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