Una strada

Città d'inverno
Passi svelti in orario di chiusura
dove scivolano grosse macchine,
vetrine lucide
la gente appena può
si specchia.
La mia città non è una città
ma fuori, al capolinea
una strada è senza fine
solo le cose si vedono, dove finiscono
- lassù -
quei cavi non riflettono più luce
- giù -
nel fango secco corrono i cani
come una grande aiuola non giocano bambini.
Verso la città sobbalza un treno
illumina me, supera i ricordi
dove fioriscono cantieri
senza veder anime,
in quel prato bianco
sporco di brina
giace uno scheletro
arrugginito dal fuoco,
quante ore nere deve aver passato.
Come quell'uomo senza nome
avvolto nel cartone,
dove i rami del salice
non sono più alberi
lambiscono le rive come fili,
come quel gatto nascosto
fra l'erba alta
feroce
lancia il suo sguardo
di sfida.
L'impossibilità la vera sofferenza,
allora viene la paura
di colpo, del buio più cupo
come ai bambini nelle cantine,
ed è dolce la tristezza
è il battito veloce
il freddo del suo inutile cuore.

http://it.youtube.com/watch?v=UbBSDE-Dywo

questa non doveva passare così
è bellissima.
Le paure sono quelle che teniamo nascoste
non quelle che ci dicono di avere.

bravissima.

Non ho avuto paura in quella strada vedendo un sorcio.
Grazie!

forse è la paura di guardare
per negare
per far finta di essere cieci

tu non lo sei stata, Vanina

L'impossibilità la vera sofferenza,
allora viene la paura
di colpo, del buio più cupo
come ai bambini nelle cantine,
ed è dolce la tristezza
è il battito veloce
il freddo del suo inutile cuore.


Bellissima.... davvero... bravaaaaaaaaaaaaa

e mi ripeto:" l'impossibilità la vera sofferenza "

Daniela Micheli ha scritto:

forse è la paura di guardare
per negare
per far finta di essere cieci

tu non lo sei stata, Vanina

un tragitto sull'autobus verso sera, dalle luci d'artista del centro, alla periferia...
grazie Daniela.

....allora viene la paura
di colpo, del buio più cupo
come ai bambini nelle cantine,

Brava, si rivive l'atmosfera, si rivivono momenti, che sono stati, vissuti.

Anam ha scritto:

L'impossibilità la vera sofferenza,
allora viene la paura
di colpo, del buio più cupo
come ai bambini nelle cantine,
ed è dolce la tristezza
è il battito veloce
il freddo del suo inutile cuore.


Bellissima.... davvero... bravaaaaaaaaaaaaa

e mi ripeto:" l'impossibilità la vera sofferenza "

sei riuscito a evidenziare anche se non erano scritte in grassetto, la sofferenza e la fine di un uomo.

_g&f_ ha scritto:

....allora viene la paura
di colpo, del buio più cupo
come ai bambini nelle cantine,

Brava, si rivive l'atmosfera, si rivivono momenti, che sono stati, vissuti.

Bravo g&f, ero proprio io!

Come il bozzetto d'un affresco da voler poi realizzare,
un percorso che vada perdendosi in quella strada senza fine di periferia,
il simulacro d'una vita che - impaurita d'essere, d'esistere -
si stia invece irrazionalmente estinguendo.

Vittorio ***

Vittorio Fioravanti ha scritto:

Come il bozzetto d'un affresco da voler poi realizzare,
un percorso che vada perdendosi in quella strada senza fine di periferia,
il simulacro d'una vita che - impaurita d'essere, d'esistere -
si stia invece irrazionalmente estinguendo.

Vittorio ***

I poeti sono anche psicologi.

Vanina ha scritto:

Vittorio Fioravanti ha scritto:

Come il bozzetto d'un affresco da voler poi realizzare,
un percorso che vada perdendosi in quella strada senza fine di periferia,
il simulacro d'una vita che - impaurita d'essere, d'esistere -
si stia invece irrazionalmente estinguendo.

Vittorio ***

I poeti sono anche psicologi.

ma anche stregoni