La notte di Loenzo
Aveva pelle spessa sul cuore
e pezze a ricoprire i piedi
giusto per camminare ancora un passo
lento nel discutere metri
come se fosse viaggio l'aspettare
della terra strusciata
il sapore acre sui calcagni
Così viveva
e in silenzio continuava a ricopiarsi
nei successivi giorni camminati
attento che l'inciampo non arrivasse mai
attendendo che il natale passasse
senza alcuna carta smeriglia da scartare
e nel qual caso una stilla di rugiada
o una virgola di sole
gli si fosse parata davanti
si sarebbe accucciato annotando
in un foglio nascosto tra le righe della fronte
ogni dettaglio da scordare
per quell'emozione
vigliaccamente assetata.
Come finì il cammino
è forse memoria di lumache lente
ma per lui fu liberazione.
S'appropriò del suo nulla e ne fece dono
a coloro che credevano l'amore
un covone al quale poggiare
le spighe del non vivere.
Pianse, si dice,
e quelle lacrime divennero stelle
che risero nel vedere le speranze umane
appicicate al buio
nella notte del suo eterno partire.
(2008)