QUEL CARNEVALE DEL '69 ***

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Quel Carnevale del '69
Lirica di Vittorio Fioravanti



Due fessure profonde
e una stretta bocca stinta
mani e capelli inanellati
nella marea d'esseri alieni
incorniciati d'argento e d'oro
andavo a stento seguendo
da giorni la fragile traccia
del tuo profumo

Un moro ai piedi di colombina
desdemona travestita
Un arlecchino a pezzetti
Il profilo d'un pierrot sui tetti
Tra i peli fitti dell'ermellino
un sole chino sul dorso
d'una stellina sdraiata
su un consunto gradino
del mio percorso

Il doge che fuggì lesto
nel riflesso verde d'un rio
L'incesto rimasto segreto
dietro due volti celati
Lo scalpiccio di passi
sul greto per le calli e sui ponti
mentre io ti cercavo

Risa e chiacchere
e strilli allegri di bimbi
a rincorrersi come grilli
su quelle stesse pietre
attorno all'orme lasciate
dal mio affanno crescente
Il grido informe del gondoliere
rasente all'angolo smusso
nell'incrocio di due canali

Immagine sfatta e rifatta
di fanali e d'ormeggi
sullo specchio d'acqua
dove volava il gabbiano
ripetendosi esausto
nel medesimo spazio di luce
su quell'onda franta e rifranta
contro la stessa sponda

Un vaporetto passò affollato
di maschere semiserie
ed io a scoprirti
in ogni sorriso nascosto
senza riuscire a svelare
il tuo viso
La regata di caorline intanto
scivolava sotto Rialto
col ritmo cadenzato
da uguali colpi di remo
resi in silenzio

Non c'eri in piazza
e i piccioni a San Marco
mi sbarravano il passo
confuso vortice d'ali alzate
alle manciate di granoturco
Occhi di gatto mi guardavano
dagli umidi androni
Ratti scappavano al buio
Nel sottoportico dell'osteria
a bere un'ombra di vino
e a dare morsi a una seppia
e qui incontrarvi un'amica
nelle braccia d'un altro
e venire a sapere che m'aspettavi
in quella stanza mai prima osata
da ricordare con brividi freddi
giù per la schiena sudata

Accesi lampioni
nell'imbrunire striato
da un filo grigiastro di nubi
con l'astro rosso
appena graffiato
che se n'andava schiacciandosi
sull'oscuro mosso profilo
d'isole appena affiorate
sullo sfondo sfumato

C'erano fiaccole dappertutto
lungo gli orli della laguna
mentre accorrevo al richiamo
fremente di desiderio
la mano e gli occhi sui muri
nel labirinto del Cannaregio
colmo d'ansia e di voglia
fra le note sommesse
d'un concerto per oboe
insinuatosi nella mia mente
sconcertante ouverture
d'un desiderio fremente
come un grido
nelle mie vene

E così avvenne
come un empio miracolo
implorato per anni
nella penultima notte
di quel carnevale del '69
là dove proprio
non avrei mai creduto
che potesse succedere
sotto broccati e fra sete
sommerso nel drappeggio
di quel tarlato talamo
del settecento

Le braccia allacciate
ai corpi nostri incrociati
il glande mio risucchiato
nel morbido gorgo
della tua gola nuda
mentre l'avida serpe
della mia lingua cruda
provava ad insinuarsi
fra le labbra tue schiuse
tacitamente offertemi
come un'orchidea



2003

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Un carnevale veneziano che ha cesellato di un ricordo da conservare, ancora e ancora e ancora. Espressa in una lirica di assoluta sensualità.

... io invece speravo in un 69 con Colombina a Carnevale...

Daniela Micheli ha scritto:

Un carnevale veneziano che ha cesellato di un ricordo da conservare, ancora e ancora e ancora. Espressa in una lirica di assoluta sensualità.

Venezia, la mia sensuale ossessione...

Vittorio ***