Sara quella sera era tornata prima del solito dal lavoro. Cominciava a nevicare, evento raro per quelle zone, e il titolare della sua azienda aveva deciso di chiudere in anticipo. "Siamo uno dei pochi uffici che riescono ancora a tirare avanti, vista l'aria che tira"- aveva detto il capo- "Non voglio rischiare che qualcuno dei miei dipendenti si faccia male e resti a casa, quindi stasera tutti a casa!"
Sara non se l'era fatto ripetere due volte, aveva spento il computer, infilato il cappotto e si era precipitata giù per le scale.
Un sottile strato di neve cominciava a coprire le strade, le auto procedevano con lentezza. quindi impiegò più di un'ora per arrivare a casa, ma finalmente girò le chiavi nella serratura ed entrò nel suo bilocale. Era piccolo, ma funzionale, arredato con gusto. Le pareti erano tappezzate di libri e CD, come piaceva a lei. I mobili erano bianchi e lucidi e facevano sembrare le due stanze più grandi.
Si tolse le scarpe bagnate e fece una doccia bollente, si infilò una tuta e cominciò a prepararsi qualcosa da mangiare. Stranamente però, questo rientro anticipato le aveva messo addosso un velo di malinconia. Le tornarono in mente le sere di quando era bambina e viveva in un paesino del nord Italia in cui la neve invece veniva spesso. Suo padre accendeva il camino e sua madre preparava spesso qualcosa da cuocere sul fuoco. Erano una famiglia molto unita: solo 3 persone, Sara era figlia unica, ma si bastavano. Erano tre anime e un corpo diceva sempre la sua mamma, ma ora Sara era rimasta da sola. I suoi genitori se n'erano andati all'improvviso in un incidente d'auto. Sara aveva 25 anni, si era appena laureata ed era andata via quasi subito dal suo paesino. Troppi ricordi.
Si era gettata a capofitto nel lavoro che aveva trovato quasi subito nella grande città in cui si era trasferita, aveva fatto una discreta carriera ed aveva trascurato amicizie e amori per il suo lavoro. "Single", si definiva con orgoglio a chi le chiedeva il suo stato civile. Quella parola le piaceva, la faceva sentire speciale, ma quella sera aveva un altro suono per lei. Andò nel bagno e si guardò allo specchio: aveva 40 anni ben portati, ma si scoprì all'improvviso qualche capello bianco, qualche sottile ruga attorno agli occhi e alle labbra. "Single" si ripetè, ma si rese conto tutto ad un tratto di essere sola. Come avrebbe passato il Natale che si avvicinava? Aveva lasciato da qualche mese un ragazzo d'oro, innamorato pazzamente di lei, che voleva portarla con sè in una calda città del sud, ma lei mai e poi mai avrebbe rinunciato alla carriera. Ma in nome di cosa? All'improvviso fu come se la neve che cadeva fuori stesse in realtà ricoprendo il suo cuore, vide se stessa tra qualche anno, vecchia, "single" ma sola.....era valsa poi la pena trascurare tutto per il lavoro? Una lacrima le scese sul viso, senza che quasi se ne accorgesse, quando il suono del campanello la fece trasalire- "Chi può essere a quest'ora?"pensò. Andò ad aprire e si trovò davanti il suo vicino di casa, un giovane che abitava nell'appartamento di fronte. Lo conosceva appena, era un ragazzo minuto con uno sguardo profondo e dolcissimo. La gente diceva che fosse gay, e spesso ridacchiava al suo passaggio. Anche Sara lo pensava: aveva uno sguardo troppo dolce, femminile per essere un uomo "vero", ma lei non aveva mai avuto pregiudizi in questo senso, quindi lo accolse volentieri. "Avresti un po' di zucchero da prestarmi?" le chiese "Sto facendo un dolce e mi sono accorto di essere senza e con questa neve non mi sento di uscire. Se vuoi dopo te ne porto un po'!"
Sara gli prestò il suo barattolo e in quel momento la neve sul suo cuore cominciò un pochino a sciogliersi. Forse c'era ancora speranza, forse non sarebbe poi rimasta sola per sempre, in fondo un amico lo aveva, proprio sul pianerottolo di casa sua.