SCRITTURA STANCA CHE STANCALa sento nelle ossa e nella carne
Ondulante nei nervi
La questione è un'altra:
Come disegnarla con i segni alfabetici
Anche un Serafino farfuglierebbe
E che non posso stiparla nei soliti tiretti…
Mi prende alle spalle beffarda
Mi grida arrenditi:
Sono io la dama di picche stasera!
Da questa sedia a quella finestra:
Una Fifth Avenue senza scintille
A percorrere tale distanza
Con lei sopra le spalle s’annera il pensiero
Come sole morente…
Poi facendosi buio tra le solite mura
Attento che gli occhi smontino di guardia
Al cambio della muta basta un coperta…
Scommessa persa: la notte è appena alle porte
Ed ella alza la posta suonando il liuto
Aggrappandosi al petto esulta
Dicendomi: con me la festa continua!
Muovendomi in giri di valzer amaro
Propongo a ritroso queste nozze:
Lei la sposa come sposo il riposo…
Zitella acida di rimando imbonisce:
D’un certo troppo che nel nulla svanisce…
La sento Signora di una steppa irrorata
Ne parlo come d’una amica che porta sfiga:
Chissà se nel mio più profondo
Ha già arredato una sua segreta casa?...
Però a volte l’invoco
Lei sa salvarmi da altro più terribile fuoco!