Coup De Théâtre: Il fiume

Scenografia: filmato in retroproiezione di un fiume che nasce in alto e che scorre impetuoso in mezzo a un bosco rigoglioso.
Davanti, a destra del proscenio, alcune rocce realizzate in polistirolo espanso (procurarsi alcuni rami e cercare foglie finte, di varie tonalità e dimensioni per dare l’idea della continuità dell’immagine anche sul palco), uno sgabello sul quale siede l’attore.
Il sipario si apre sul palcoscenico completamente buio.
Parte la musica: Volo sul Mondo di Giovanni Allevi (da sfumare alle prime parole che verranno pronunciate).
Occhio di bue sull’attore: sta chiaramente pescando e riflette tra sé.
Le luci si allargano, illuminando tutta la parte bassa del palcoscenico con l’accortezza di lasciare in ombra lo sfondo che continua a proiettare lo scorrere infinito del fiume.
Monologo.

- Eh, caro il mio Daniele, pensa te a come sei fortunato: sei qui, in mezzo alla natura, puoi respirare a pieni polmoni quest’aria frizzante, nessuno ti disturba, non hai orari per tornare a casa, tanto la Maura mica t’aspetta per la cena, se c’ha fame la mangerà da sola… Ti lamentavi, oddio quanto ti sei lamentato, te, che credevi che una volta giunta l’ora della mobilità non c’avevi nulla da fare per far arrivare sera ed invece… ora puoi ripigliare la tua canna e venirtene a pescare, fin quando ciò t’aggraderà farlo. Daniele mio, lo so che t’inquietavi a restar solo pei boschi, ma c’hai n’età, ormai, che dovresti sol aver paura di te e dell’ombra tua.

Rumore: una nenia inizia a sentirsi nell’aria (Rakim – Dead Can Dance)

- O che è questa musica? Donde viene questa melodia?

Plateale gesto di stapparsi le orecchie.

- Usai pure i Cotton Fiocc stamattina e l’otorino mi fece la pulizia del tappo sol due mesi addietro, eppure io l’odo per davvero questa musica celestiale? Daniele, non temere, su, sii uomo e smettila di tremare ché poi ti vien la cagarella. Pensa a quante volte hai pensato a qualche cosa talmente intensamente che poi t’è parso di vedere il tutto per davvero! Lo so, stai solo pensando a pescar una bella trota da portar a Maura per il pranzo di domani… Stai mo a vedere che quella che senti è la musica delle trote e te non lo sapevi nemmeno! Trota… trotina… sei tu? Dai, vieni fuori, fatti vedere, ché me la sto facendo sotto…

Si guarda attorno, scuote qualche ramo e sbircia dietro. La musica cessa all’improvviso. Dalla sinistra del palcoscenico entra a passi lentissimi una figura con un cappuccio che nasconde il capo e con un lungo mantello a coprirla tutta. Fine monologo. Inizia il dialogo a due.

- Oh, buongiorno… Mi stavo spaventando! E tu chi sei, buon uomo? No, forse buona donna, la voce che cantava non era mica da uomo, quindi il Daniele direbbe che tu sei una donna…

- Ciao Daniele

- Ma come fa la signoria vostra a conoscere il mio nome? Cioè, io ero (forse lo sono ancora, dipende) un modesto ragioniere con venticinque anni quasi ventisei di servizio, poi sa, con la crisi mi hanno messo in mobilità e ora vengo qui, su questo fiume, a pescare e pensare, ma non sapevo che mi conoscessero da queste parti

- Io conosco tutto e tutti, sono amica di tanti e arrivo ad aiutarli, quando hanno bisogno di me

- Vuole dire, signora, che adesso mi aiuta a pescare una bella trota? Di quelle belle grasse che poi in paese ci fanno pure la foto e domattina la mettono sul gazzettino, sì che la mia moglie si va poi a vantare con tutto il vicinato, sventolando il giornale? Sa, signora, poco tempo fa c’è andato il Bastai, quel prepotente, sol perché aveva trovato un porcino di due chili! Sapesse la mi moglie che scatole mi ha fatto venire: invidiosa era e…

- Fermati, Daniele, non sono qui per aiutarti a pescare una trota. Sono qui per realizzare quello che realmente desideri

- Ma… ma… io veramente non ho mica tanti desideri. Oddio, mi piacerebbe che mi riprendessero a lavorare, sa, mi piace venire a pescare e mi piace anche leggere, quando la mia moglie dorme scrivo anche, di nascosto, perché la Maura mi prende sempre in giro se lo faccio, ma altre cose… Ma se le dico, signora, che voglio vincere due milioni di euro al superenalotto, me li fa vincere per davvero?

- No, Daniele, io posso realizzare solamente desideri che riguardano cose personali che non contemplano altre ricchezze se non quella di sé

- Eh ma se lo lasci dire, lei, che è un pochino enigmatica, mica l’ho capita bene che cosa intende… Io ce n’avrei, dei desideri, ma mica li dico, li penso soltanto, ché son uomo di terra, modesto, allevato con sani principi e mi vergogno molto…

- Esatto, ma anche se tu li pensi solamente, io li sento, mi arrivano. Perché io sono nata per ascoltarli tutti e non ti dico che continuo bisbiglio che ho nella testa, incessantemente. A volte vorrei non udire ma esisto per questo e basta e non mi è possibile realizzare il mio unico desiderio

- E come ti chiameresti, se posso, signora? Oh, sono passata al tu, perdonami, ma devi essere una ragazzina, a giudicar dalla tua voce

- Io non ho tempo e non ho età. Mi chiamo Eleinad

- Che bel nome! Allora, Eleinad, quali sono i miei pensieri c’hai udito?

- Hai un desiderio, solo che tremi a dirlo. Solamente quando riuscirai a farlo, a pronunciare le parole che parlano del tuo volere, solamente allora io potrò intervenire

- Fammi un po’ pensare… Il lavoro che torni? No, non è quello, in cuore mio lo so che non mi dispiace più di tanto avere tempo, questa cosa così preziosa a disposizione, senza dovermi preoccupare di nulla. Soldi no, grazie a Dio non mi manca nulla.. Figli non ne ho, ed è ormai tardi per volerne uno. Non saprei, Eleinad, sinceramente non so qual è il mio pensiero segreto che hai udito. Non è che ce lo dai un aiutino, al Daniele amichetto tuo?

- Hai pensato incessantemente ad una cosa, guardando lassù, dove inizia il fiume

Si gira alla proiezione e indica in alto, alla sottile foce che, piano piano, si gonfia scendendo a valle.

- Sì, ho pensato tante volte a venire qua, sedermi e aspettare che una trota abbocchi

- Una trota, Daniele? Sei sicuro? Avanti, sei sulla buona strada

- Uffa, a te non si può nascondere nulla, sei pericolosa te, non sono mica così sicuro di volerti sempre al mio fianco! Confesso, non è proprio una trota quella a cui pensavo, anche se c’ha la faccia da pesce lesso

- Evviva la sincerità! Dai, ancora un piccolo sforzo e ci siamo

- E’ un volto sopra a un corpo, femminile mi pare ma da quaggiù è molto confuso. Poi non ho ancora ben capito se è vivo o morto o e già cadavere. Io sto qua, ad aspettare, perché sono molto curioso: quando passerà, qui davanti, prenderò un bastone e lo avvicinerò alla sponda ché voglio proprio vederlo negli occhi, anche se saranno morti non avranno certamente perso quella luce che li fa essere occhi cattivi, sia quando erano in vita che quando passeranno di qui, morti.

- Ci sei riuscito, Daniele, sei riuscito a esprimere il tuo desiderio pur vergognandoti dei tuoi pensieri. Ora siediti, continua a pescare e aspetta. Sarai stupito di quello che accadrà. Parola di strega.

Nel filmato della retroproiezione, appare un corpo, a faccia in giù nell’acqua, braccia aperte, che viene trascinato a valle dalla corrente.
Sfuma, uscendo dallo schermo.
Buio totale sul palcoscenico.
Quando si riaccendono le luci, Eleinad non è più in scena. Il cadavere è ai piedi di Daniele, a braccia spalancate sul pavimento e con la faccia rivolta in basso. Daniele si avvicina titubante. Senza una parola, lo gira, lo prende per mano e lo fa alzare, accompagnandolo al centro del proscenio mentre sfumano le luci e si accende il solo occhio di bue sul cadavere.
Inizia a togliersi, una ad una, le varie maschere che indossa, (fotografie in bianco e nero di vari volti) fino all’ultima, che è lo stesso volto di Daniele.
Sipario.
Fine.