Giuseppe Buscemi Star
Numero di messaggi : 2457 Data d'iscrizione : 28.04.08
| Titolo: La macchia di Leopardi 27/1/2009, 01:45 | |
| Testo roundesco risvisto e scorretto (ché scrivere revisionato mi pareva un po' gonfio di petto, un po’ da FIAT 127, fresca di revisione, ma bruttissima istesso. Comunque ho avuto una Punto, una Uno e una Panda. Mi resta Panda l’antivirus. Punto. Ehm, scusate... silenzio, adesso, c’è la macchia di Leopardi. Shhhh)
– Chi è là? Chi sei? – Una creaturina insignificante. – Vieni fuori. Fatti vedere. – E se fossi invisibile? – Hai voglia di giocare, eh! – Sei tu che giochi: a fare il burbero. – Ti decidi a uscire o vengo a prenderti con la forza? – Se ne sei capace... – Sta’ a sentire, questa è la mia zona... – Bella! – E stabilisco io chi può entrare e chi no. – Sì... il posto mi piace. Sento che ci starò bene. – Fingi di non capire? – Rilassati... e parlami di te, dei tuoi segreti... Conquistami. – Io non ho segreti. E comunque non sono affari tuoi! Piuttosto, vuoi farti vedere? – E se poi prendi paura? – T’avverto, fra un attimo esplodo. – Eccomi. – No! – Incantato? – Sei... sei una... – Sono, sono. Contento? – Va’ al diavolo! – Be’... ... ... ... – ... e così sono finita qui, a vigilare su Paolo. – Sloggiare, devi, altro che vigilare! Fila via, subito! – Come sei precipitoso! – Io c’ho lavorato su quel ragazzo, c’ho lavorato sodo. E tu lo rovineresti. – Punti di vista. – Vattene. – Smettila, scimunito. – Vade retro! – Questa davvero non è originale! – Satanassa maligna, io... – Càlmati, o turberai i sogni del nostro pupillo. – Bestiaccia immonda... – Senti, rasségnati. Farsi continuamente la guerra è una tale noia... Di’, la sai quella del sagrestano con la gamba di legno? ...
– Paolo, per favore, vuoi riassumere per i tuoi compagni più distratti la lezione di ieri? – Certo, professoressa... Dunque, ieri abbiamo approfondito la poetica di Leopardi... – Sì. – Abbiamo sviscerato il suo pessimismo, seguendone l’evoluzione... – Sì. – Evidenziando le diverse sfumature che il dolore assume nella sua opera. – Bene. – Stavo pensando, però... – Sì? – Hm... no, niente. Lasciamo stare. – Che succede, Paolo? Non ti senti bene? – Sì... cioè no. Non lo so. Mi chiedevo, insomma... se Leopardi quella cugina se la fosse trombata... – Paolo! Ma che stai dicendo? – Dico... la sua sofferenza sta tutta nell’aver soffocato pulsioni sacrosante... Meglio avrebbe fatto ad agguantare la cugina, a condurla in camerino e a scoparsela com’è di giusto. – Ti sei ammattito? E voi fate silenzio! Silenzio! Paolo... tu non stai bene. – Be’, è strano... forse ha ragione... Continuo con Leopardi? – No! ... ... ... – Potete andare, adesso. Con calma! A domani... Paolo, puoi fermati un attimo?, vorrei dirti due parole. – Certo, professoressa... – Ho l’impressione, Paolo, che un po’ di riposo ti gioverebbe. – Devo andare a letto prima, professoressa? – Intendevo... magari con lo studio stai esagerando... – Hm... come Leopardi? – In un certo senso. – Mi verrà la gobba? – Non si tratta di questo... – Perderò la vista! – Paolo! ... Paolo, caro... concediti una pausa, eh!
– Hai visto, brutta serpe, che figura gli hai fatto fare stamattina? – Chi, io? – E chi, sennò? In tanti anni di onorata carriera studentesca, mai una cosa del genere gli era capitata. – Mi dai meriti che non merito. – Vipera! – La vuoi smettere con i riferimenti serpentìli... Detesto i rettili. – Taci! Rogna biforcuta. – Sei uno sciocco. Sguazzi nei retaggi. – Non mi abbagli, gorgone. – Fanatico! – Saprò schiacciarti, e stritolarti, farti poltiglia, impasto gocciolante... – Sto per dare di stomaco. – Non ti lascerò scampo, vedrai, aggiusterò le strategie... – Eh, che barba! ... La sai quella della suora pasticcera? ...
– Scusi, giovanotto: mi legge a che ora passa il venticinque? Sa, la vista... – Certo, signora... vediamo... ecco: alle sedici in punto. – Grazie... Ha proprio una faccia da bravo ragazzo, lei. Come si chiama? – Paolo. – Paolo! Mio nipote si chiama Paolo! Vedesse che bel bambino! E com’è intelligente! Ha dieci anni il mio Paolino... Ma... ehi! Guardi là! – Che? – Quel tipaccio che si sta avvicinando... Non mi piace. – Dice? – Cosa nasconderà in quella tasca? – Non so, non si vede. – Non mi piace... E si dirige proprio verso di noi. – Punta su di me, direi. Eccolo... – Zitto! e non fare mosse, sennò ti affetto. Dammi l’orologio, svelto. – No, l’orologio no, ti prego... Ho dei soldi, ti darò dei soldi... – Quanti? – Tanti. Te li do tutti, ma lasciami l’orologio. – Va bene, dammi i soldi. – Ecco, tieni. – E adesso l’orologio. – Cosa? – L’orologio, forza! – Selvaggio perdigiorno! Le sembra questa la maniera di guadagnarsi da vivere? – Zitta nonna, ché fra un po’ tocca a te... Hm... bello st’orologio! Quanto ci posso fare? – Non saprei. È un regalo di mio padre... – Boh, si vedrà... Andiamo a te, adesso, nonnina agitata... – Stia lontano, villanzone! Lontano! Gliele do sulla fronte, sa? – Non fare la difficile, vecchia. Non mi va di usare l’arnese. – Crede d’impaurirmi? Prenda questo... e questo... e questo... – Ora ti squarto!
S’avanza, il manigoldo, cercando un varco fra le borsettate. Paolo, un leone, gli s’avventa contro e lo sbatte per terra facendogli perdere il coltello. Scivola via, l’arma, traballando sul marciapiede. L’afferra Paolo, con gesto felino, e l’affonda non senza voluttà in una coscia del brigante. Un attimo dopo, dritto sul naso, gli piazza un cazzotto che chiude la partita. Cede, il naso, e il sangue cola: rosso come te l’aspetti. – Testa di cazzo! – infierisce il vincitore sul povero cristo, riprendendosi soldi e orologio. – Stronzo! – aggiunge, mentre gli sferra un calcione là in mezzo, dove fa più male. Poi si mette in tasca il coltello e con mossa circense salta sul venticinque, offrendo – prego! – una mano alla signora, che – no, grazie, – risponde, – vado a piedi.
– Se in quel momento passava una volante, il ragazzo mi finiva in galera! – Esagerato! – Sei tu che hai esagerato! Gliel’avresti fatto ammazzare, quel disgraziato, se non era per me. – Io non ho fatto niente. – Impostora. – Sarà che Paolo... qualcosa va imparando. – Reagire può essere legittimo... – Visto? Mi dai ragione! – Niente affatto! – E invece sì. – Non mi provocare! Animale infido, malevola entità... – Ecco, ci risiamo... Che tedio... Te l’ho già raccontata quella di San Tommaso al bordello? ...
– Ciao Paolo, benvenuto alla festa. – Ciao Pietro. – Vieni... entra... Ah, Paolo, ti ricordi di Caterina, mia sorella? ... Le abbiamo appena raccontato dei tuoi ultimi exploit... – Ciao Caterina. – Ciao Paolo. ... ... ... – Ma è vero che eri un secchione? – Assolutamente no! Io sono, un secchione. – Ma dài! – È la verità. – E di Leopardi che mi dici? – Leopardi è un poeta immenso. – Con la gobba. – Già. ... ... ... – Caterina... – Sì? – Ti andrebbe di fare un giro? ... Ci allontaniamo un po’ dalla festa, io e te... – Be’, sì... volentieri... – Conosco un posticino niente male. Vorrei tu lo vedessi.
– Simpatica ’sta Caterina, non trovi? – Hm, più o meno... sebbene non vedesse l’ora di buttarglisi fra le braccia. – Sei il solito maldisposto. – E tu la solita frivola. – L’amore non va soffocato. – Ma neanche regalato al primo che passa. – Paolo, però, non è il primo che passa. – Avresti potuto aspettare un po’, farli conoscere meglio... – Ma... conoscersi meglio è proprio quello che hanno fatto! Coi tuoi tempi saremmo ancora alle lettere d’amore. – Che vuoi saperne, tu, dell’amore? – Ne so eccome! ... Ah! L’amore... l’amore, l’amore, l’amorel’amorel’amore... – Che ti prende? Sembri invasata... Mi preoccupi... Te l’ho già raccontata quella di Belzebù con le mutande di pizzo?
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Daniela Micheli Admin
Numero di messaggi : 14694 Data d'iscrizione : 04.01.08
| Titolo: Re: La macchia di Leopardi 27/1/2009, 14:01 | |
| Deliziosa, mi era piaciuta da morire nel round (angiolettoooooooooooooo) e mi ha divertito anche qui. Revisioni? Dovrei confrontare cos'hai revisionato, mi è ri-filata via che è una meraviglia! Ebbravio Gibbì, per il Virus c'ho Avast | |
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Monica Porta Top
Numero di messaggi : 1069 Data d'iscrizione : 26.06.08
| Titolo: Re: La macchia di Leopardi 27/1/2009, 20:24 | |
| L’ angelo e la diavoletta risultano vincenti nel doppio misto, sapientemente miscelati dalla carica di ironia presente nel testo. Per me l’alchimia sta proprio qui: nel riuscire ad attirare il lettore comunicando con lui. Grazie per averlo rispolverato.
PS: mi sono annotata le quattro chicche. Se ne fai un libro me lo schiaffo nel carrello.
Monica | |
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Giuseppe Buscemi Star
Numero di messaggi : 2457 Data d'iscrizione : 28.04.08
| Titolo: Re: La macchia di Leopardi 28/1/2009, 09:02 | |
| Dani, usi l'Avast? Ah, vastasa! In effetti limai qualcosa. Musa, thanx a lot. Confesso: le chicche nun ce l'ho... Però... adesso ne parlo con due amichetti... | |
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