Una dell'Est

La spiaggia è il solito formicaio. Musica, giornali, secchielli, ambulanti africani, creme solari, muscoli, cellulite, sudore, noia…
La ragazza arriva a metà mattinata. È sola.
In pochi, all’inizio, le fanno caso.
Alta, filiforme. Capelli biondi, corti, occhi chiari trasparenti. Sarà ucraina, o rumena… sicuramente una dell’est.
Si guarda attorno, trova un po’ di spazio, proprio vicino al mare, e poggia la grande borsa di paglia sulla sabbia.
Si spoglia. Ha la pelle bianchissima, indossa un costume intero, troppo largo, d’un verde che sa di vecchio.
Con delicatezza estrae dalla borsa un piccolo coniglio; lo tiene fra le mani, lo accarezza, quasi lo coccola poggiandolo sul seno, lo bacia sul muso.
Poi, risoluta, s’inoltra nel mare. Va avanti, finché l’acqua le arriva alla vita. Ora deve stringere l’animale che ha preso ad agitarsi. Lo solleva, girando su se stessa, e ritmicamente lo immerge. Prima solo le zampette, poi fino al ventre, poi sempre di più, fino al collo. È un girotondo, una danza.
Ora tutti li guardano. Lei sorride. Il coniglio è fradicio, trema, gli occhi terrorizzati, enormi, vogliono schizzare fuori dalle orbite.
La ragazza continua a volteggiare, muove appena le labbra come se, muta, stesse cantando.
Poi, all’improvviso, affonda il coniglio. Lo tiene giù. Lo tiene giù a lungo.
La gente è immobile. Alcuni trattengono il respiro. Alcuni, forse, vorrebbero muoversi, ma è subito troppo tardi. La ragazza sta già tornando verso la battigia. Il coniglio, esanime, galleggia abbandonato.
Sulla spiaggia cala un silenzio innaturale, assurdo, mentre lei, passo dopo passo, riemerge dall’acqua. Ha il viso contratto, gli occhi fissi come due fucili spianati, lunghi brividi le saettano sotto la pelle.
Va via così, bagnata, scalza, solo con quello straccio di costume adeso al ventre, all’alba di un gonfiore incerto e disperato.


P.S. questo racconto è inserito nella raccolta "Consumare preferibilmente entro..."

Questa, sì.
Il coniglio ammazzato, non può permettersi la ragazza dell'est di crescerlo, allevarlo, farlo diventare un coniglio adulto. Non può, per lei c'è un altro destino già segnato. E non ci possono essere cuccioli d'animali a modificare ciò che ha vinto al super enalotto della vita.
Grazie di avercela regalata, Turi.
A me, e a quanti lascerà l'amaro che a me ha lasciato.

Benvenuto.

Vorrei dire povero coniglio, ma nulla accade per caso. Povero coniglio.

_____nat

Ha conosciuto crudeltà e con crudele disperazione uccide ciò che per lei rappresentava una dolce presenza. Povero coniglio, creatura inconsapevole ed innocente che paga un conto che non è il suo. Quanta amarezza lascia questa pagina per questi destini "vuoti a rendere".Saluti Turi.

Io sono noto nei forum di scrittura per dire ciò che penso, perchè ritengo sia giusto così, nel bene e nel male. Ma sempre di ciò che leggo, mai di chi scrive.
Ho apprezzato altre cose che hai scritto, sono andato a vedere il tuo blog. Questa no, mi lascia un senso di profondo disagio perchè non la capisco sino in fondo. Non riesco a penetrare una certa nebbiosità che copre il "perchè". Perchè il coniglio muore, e in quel modo atroce. Perchè per mano di una "ragazza dell'est". Perchè questa follia.
Ecco, è probabile che queste risposte ci siano ma io non sono riuscito a trovarle, o meglio, quelle che ho trovato non mi piacciono. Penso che sia colpa di una mia attitudine mentale e forse anche un po' tua che non dai un aiuto al lettore mediamente sprovveduto quale io sono.


P.S. ringrazio pubblicamente Turirubino... lui sa perchè

Ciao Mariovaldo,
un commento, il tuo, di quelli che uno (sedicente…) scrittore va cercando! E che mi sollecita alcune riflessioni/risposte.
Non conosco la tua “attitudine mentale” (anche se mi sembri un lettore attento e tutt’altro che sprovveduto), ma soprattutto non mi dici (ma non è DIRLO il punto) quali risposte (che non ti piacciono) hai trovato tu ai tanti interrogativi che il mio scritto ti ha suscitato (cosa che mi fa oltremodo contento e per me è già un risultato lusinghiero!). Sono proprio queste, le TUE risposte, la cosa più interessante e importante sia per te (lettore) che per me (scrittore), anche se io non dovessi mai venirle a sapere!
Detto questo (dio mio, mi sa che sono sempre più complicato da capire via via che scrivo…) mi tengo molto cara l’opinione che, come scrittore, non “aiuto” il lettore. Devo dirti che è condivisa da molti (ahi ahi…) e che purtroppo la cosa non mi dispiace. Fra l’altro, su alcuni scritti che ho provato a rendere meno criptici (ma non sono sempre così, io, no?), il risultato è stato a mio avviso sempre molto deludente: sapevano di forzato, di pedante.
Ciao Mario, grazie infinite!

Il coniglio per me è un bambino abortito da chi è costretta a fare la vita, potrebbe essere dell'est o di qualsiasi altro posto...
A me arrivò così allora, a me arriva così oggi: una dolorosissima pagina su scelte obbligate.