Lettera dal semaforo (rotto)Sì, siamo tutti fermi qui amici miei ed è una calca abnorme!
Allora ho pensato di scrivervi, lo so non è logico e io direi
nemmeno tanto igienico dato lo smog e il risalir di strani afrori…
Ma tant’è, siccome ad un semaforo c’è l’attesa ho pensato di riempirla:
già colma e satura però sento questa specie di onfalo capovolto,
che a pensar d’aggiungere altre omelie a quelle sedimentate mi si piegano
le gambe, eppure bisogna viversi anche questa altra pausa malata.
Va beh, che ogni tanto alzo la testa ed incrocio i vostri sguardi a me noti,
eppure ci leggo atarassia e i muscoli del collo non mollano la presa …
Se poi ci si mette l’occhiata strabica dell’intruso vociante a far da arbitro,
mi sa che lascio la penna e raccolgo sassi belli tondi e lisci e pesanti
e mi trasformo in novello Davide da strada …
… Stiamo stipati come cani al canile-porcilaia comunale eppure
continuano ad arrivare altri pedoni-predoni con le facce stirate
e “mi consenta e non sa chi sono io”: ho ormai i loro gomiti
inflitti nel costato, meno male che da veggente all’alba qualcosa
presentivo, ma essendo la connessione ballerina, ho captato solo il bisogno
di inforcare i mocassini disusati, se no oltre i calli ci rimettevo
anche le scarpe di stagione acquistate con i saldi …
Lo so e l’intuisco dal vostro tossire nevrotico e subliminale:
che non ho news e nemmeno gossip di prima mano da poter annotare,
ma continuo a scrivervi perchè l’e/pistola è un media fumante,
un tributo umanitario a cui non so rinunciare in questo non-luogo
in cui siamo costretti alla fratellanza coatta e sospensiva a norma del
codice stradale …
E poi, chi l’ha detto che il tempo gioca a nostro favore; una teologia
colloquiale afferma che il rosso è una specie di penitenza pastorale:
dopo ci sarà sempre l’erbe verdeggianti in cui pascolare!
Già ma qui sembra che l’attraversamento sia una specie di giudizio universale,
nel senso che s’aspetta un lampeggiare qualsiasi che però non arriva mai …
Ma io sono istruito e per solidarietà redigo il verbale, scrivo
riga dopo riga, e se salto qualche virgola la colpa è solo per i falsi
allarmi che qualche baldanzoso astante tenta meccanicamente,
con una inconscia ribellione per poi pentirsene al primo accenno del
solito pater familiae che lo strattona ricordandogli che almeno qui
siamo tutti uguali di fronte al niente andare e niente ritornare …
Cari amici, da piccolo scrivano perso al crocevia insieme a voi, impegnato
a rendicontare, un passaggio anelato ad un semaforo autoritario
(ma sempre democraticamente accettato e istituzionalizzato), dicevo
anzi scrivo, trasudando, che ormai ho perso la speranza e se potessi,
tornerei indietro, indietro fin dentro all’utero materno, perché caspita,
nessuno e siamo ormai a migliaia di migliaia, ha avuto il coraggio di dire,
almeno sottovoce, che il marchingegno s’è rotto ed il verde go è stato eclissato o meglio abrogato!
…
Cari amici, ormai è notte fonda, qui siamo quasi tutta l’Italia intera, ed il governo
ha mobilitato oltre le ronde , gli hell’s angels e l’ultimo bersagliere d’istanza
a Casarsa delle delizie (Friuli) per tenerci all’addiaccio ma calmi e quieti e
la cosa più allarmante e che ho finito l’inchiostro e il polso è gonfio come
il carciofo del Cynar, e non so più a che santi affidarmi …
No aspettate! è appena passato
l’Angelo sterminatore:
chissà mi potrebbe prestare qualche altro foglio bianco:
ho molto ancora da raccontarvi! (…)