Le voci dentro parlano
Accarezzano memorie
Indicano l’attorno
I profumi e il verde sovrastano, nascondendo il cielo
Gli archi di pitosforo annunciano nuovi percorsi
Piccoli occhiaffamati rincorrono passeri e merli, in terra
Si voltano impauriti, nello smarrimento di verdi tutti uguali
e sentieri troppo simili, che evocano smarrimenti e abbandoni
Sorridono riconoscenti alle figure parentali e proseguono per l’oceano delle scoperte
Uomini anziani accarezzano giornali troppo seri, attraversati da lame di luce perforanti
Donne in età sorridono puntocrociando. Gli occhi hanno sapore di miele d’acacia
Gazebi fioriti accolgono solitari libri, sfoglianti tra le mani di ragazzi solitari
I pini regalano i loro doni e la terra si fa pregna del rumore degli odori
Un giovane attraversa sentieri ed archi. Le sue scarpe suonano le sinfonie del muschio e degli aghi
Cerca una panchina scomparsa nei labirinti di verde e di memoria
Cerca i sospiri di occhi acquamarina, perdendosi nella melanconia di parole sussurrate e sfioramenti accennati
Riannusa la carnalità di piccoli seni accolti, di labbra cercatrici, di sospiri che contengono parole e frasi inesprimibili.
Ripercorre la strada del ritorno, tra archi di pitosforo curiosati da piccoli occhi cacciatori. Sfiorando giornali aperti in grembo al sonno. Ascoltando uncinetti che accompagnano un canto che percorre l’andare del tempo, quasi muto.
Ora è fuori, dimentico del libro dimenticato in un gazebo fiorito, perduto per dimenticare un sogno avvolgente, mentre l’attenzione viene catturata dal clacson delle auto e dal filobus che lo ricondurrà a casa.