Mezzanotte in sala da ballo

Mezzanotte anche per le maschere
da tragedia o commedia che s'alzan
di notte per ammirare il glicine
avvolgersi in punta di sogno
agl'ultimi riccioli d'edera della villa

Ed è quasi danzando che i mattoni
sgretolano di calcinacci la barba
ruvida degli elementi atmosferici
che s'abbattono di suono sordo
sul cumulo di foglie morte
nell'anoressia narcolettica dell'età

Ma è mezzanotte anche per le maschere
allungate piangenti di superficie,
mentre nell'attico buio i cigni nuotano
fra le onde a pentagramma che un accigliato
Pëtr Il'ič Čajkovskij compose appositamente
per le loro grazie, ricamando con unghia dipinta
d'insieme l'insieme di  due flauti,
due oboi,
due clarinetti,
due fagotti,
quattro corni,
due cornette,
due trombe,
tre tromboni,
una basso tuba,
una serie di timpani,
triangolo,
tamburello,
nacchere,
rullante,
piatti,
grancassa,
gong,
xilofono,
arpa
e archi
Mezzanotte anche per le maschere,
silenzioso il passo delle statue attorno
al giardino, da ascoltare con la pietas
riunita nei ventricoli alari d'un calzare
fuori moda, ormai, le maschere inghiottono
lucciole nel rimembrar accaldato
dell'estati in cui vivevano da semplici
paraventi dell'Humanae Vitae

Ora, d'abbraccio muoiono

Che all'alba, svelte, svelte,
tornan ad occupare gli armadi
della sala da ballo, dimenticando

Ora, d'abbraccio muoiono

'che d'esse, del loro passaggio,
restan solo fragili orme
che la domestica, distrattamente,
cancellerà con un colpo di scopa

( 28 – 12 – 2007 )