Nel dolore si è sempre soli.
Si può avere una mano tesa che non lo farà passare, ma ti potrà essere d'aiuto perchè sai che c'è.
Lo si può urlare, il dolore, per esorcizzarlo. Oppure, restare in silenzio per fingere di non udirlo bussare.
Qualunque tipo di dolore va rispettato, la soglia è diversa da ognuno di noi e ognuno di noi lo affronta con le armi che ha a disposizione.
Lo puoi tamponare ma sarà sempre in agguato, pronto a sanguinare di nuovo.
Chi ha letto un po' di te, chi ha avuto occasione di parlare con te, con la generosità che ti caratterizza, sa quali sono i dolori di cui tu, qui, ne fai un estratto: io sono una di quelle fortunate.
E sono anche una di coloro che da te, mai vista né conosciuta, apparsa un giorno sulla mia strada, ha avuto una parola per i suoi dolori, che hai rispettato, anche se sono piccole ferite rispetto a quelle di cui tu parli, ad esempio, nel tuo Lughe de chelu ( e jenna de bentu).
Grazie, Signora.