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 Enjoy the snow (seconda parte)

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Gaetano Benedetto
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Gaetano Benedetto


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MessaggioTitolo: Enjoy the snow (seconda parte)   Enjoy the snow (seconda parte) Icon_minitime7/3/2009, 21:33

Parte seconda. La cena.

Afferrai per mano Paola, lei si sorprese.
Avevamo ognuno il suo casco.
Mentre attraversammo il viale che ci avrebbe portato all’entrata dell’elegante villa, abbassai lo sguardo, e osservai scorrere le mattonelle simmetriche e sporche, e poi come a rincorrersi le nostre scarpe così differenti.
Lei mi guardò e, sorrise.
Ebbi per la prima volta, quella sera, la netta sensazione che noi due eravamo una coppia.
Angela ci venne incontro; il suo corpo imitava qualcosa, nell’aria. Ci raggiunse, abbracciò prima Paola e poi me.
“che belli che siete insieme ... sembrate una coppia magnifica” disse sorridendo.
“gli altri?” domandò Paola come per voler rompere il discorso. Era visibilmente imbarazzata.
Mi sorprese vederla così, stavo imparando qualcosa di nuovo di lei: la sua immagine tradiva qualunque sicurezza.
“Rita è arrivata da un pezzo, manca solo Mary”
“grazie Angela dell’invito” dissi io.
“seguitemi” e con un largo gesto del braccio ci mostrò l’entrata.
Una volta addentrati in casa ci venne incontro Franci.
“ciao ragazzi” disse lei.
“ciao Franci” rispondemmo in coro noi due.
“ciaooooo” disse Rita vedendoci entrare, mentre attraversava il corridoio che l’avrebbe portata in cucina.
Io non risposi, lo fece Paola anche per me. Poi mi guardò e scosse la testa.
Mi guardai intorno, la casa mi pareva arredata benissimo. Niente mobili in stile finto ottocento, ne pacchianate appese ai muri. Uno stile sobrio ed elegante spiccava da ogni oggetto.
La grande portafinestra, alla mia destra, raccontava di un immediato giardino e di una piscina grandissima.

In panetteria dopo sera è tutto un altro mondo.
Il tempo passa lento e nell’atmosfera aleggia una serenità tutta notturna.
Tutto è rallentato come quando cade la neve.
Di solito siamo in quattro: io Gino Mauro e Agostino. La tv si alterna alla radio.
Guardiamo, mentre si lavora tutti assieme, le repliche di qualunque evento importante che di giorno è trasmesso in diretta. Qualche volta capita il contrario.
La piscina, che vedevo dietro la grande portafinestra, mi ricordava una di quelle notti, e mi fece sorridere.
“cos’è quel ghigno nel tuo viso?” mi chiese Paola abbracciandomi da dietro.
Sentivo le sue braccia sui miei fianchi e le sue mani raccolte sul mio petto.
“al mio lavoro” risposi io con una naturalezza che mi sorprese.
“al tuo lavoro? Spiegati meglio”
Io le raccontai di qualche aneddoto.
Vedevo la nostra immagine riflessa sulla portafinestra. Godevo di quel momento.
Sentivo, anche, le voci provenire dalla cucina. Fraci Angela e Rita parlottavano.
Poi il suono del frullatore, che come pochi altri elettrodomestici, mi rilassa.
“sai una cosa? Il suono degli elettrodomestici, mi rilassa” dissi io come per liberarmi da qualcosa.
“a me rilassa la neve, e l’assenza di rumori che la circonda”
“sì la neve, ma siamo a maggio, e da noi di solito non nevica neanche d’inverno figuriamoci in primavera” dissi io stupidamente. Lei mi guardò in modo strano.
Forse si chiedeva il perché, alcune volte, deviassi gli argomenti su altri binari.
“mmmh da piccola, mio padre mi portava sempre con lui in montagna; a mia madre non piaceva. Preferiva il mare” disse lei riportando l’argomento nella giusta dimensione.
“hai notato che siamo soli …da un po’?” tagliai corto io, in maniera sgarbata.
Lei mi guardò male e disse “non ti va? Vuoi sempre mille donne intorno a te?! Non ti basto …io?”
Poi si staccò da me, e la vidi attraverso la portafinestra, allontanarsi. I suoi fianchi disegnavano misteriose figure ondeggianti.
Dopo sentii suonare il campanello, e Angela correre ad aprire.
Vidi le ragazze uscire e andare incontro a Mary.
Quella entrò e non mi degnò di uno sguardo.
Aveva un soprabito disgustosamente viola.
“Rita, visto? Ho preso il cappottino! Tilde è fregata!” disse Mary.
Io non potei far altro che scoppiare in una grassa risata.
“ah ci sei anche tu” disse lei in maniera sgradevole.
“certo” feci io e poi continuai “ come potevo perdermi uno spettacolo tanto circense!” mi congratulai con me stesso per l’espressione “circense”, che ne fui sicuro, non avevo mai usato prima, in vita mia.
“in panetteria impastare il pane con i vocabolari adesso?” disse lei credendosi diverte.
Io sorrisi e feci un gesto vago con la mano che poteva significare tante cose.
Angela si affrettò a calmare gli animi; “la cena è pronta “ disse per concludere.

Aveva una forma ovale, la tavola, e le sedie erano in plastica e di colore diverso.
A capotavola c’era Angela. Alla sua sinistra Franci e, di fianco Mary.
Nel lato opposto io, Paola e Rita.
La tavola ci conteneva a stento.
“Nadin” esclamò Franci, e subito comparve una donnona di colore da non so quale stanza.
Quella subito aprì il frigorifero e prese due bottiglie di bianco. Le posò sul tavolo e sorrise. Aveva mille denti quella donna, e tutti bianchi.
Poi riafferrò una delle due bottiglie e la stappò. I suoi gesti erano veloci e collaudati.
“faccio io” disse Mary. Strappò letteralmente la bottiglia dalle mani di Nadin che le stava accanto, e versò un po’ di vino nel suo bicchiere. Poi l’ondeggiò, annusò e bevve un sorso.
“aceto?” feci io.
“aceto? Ma che dici?!” disse Mary e poi “che ne sai tu di vini!?”
“vero, io bevo Tavernello, quando mi va bene” e offrii il mio bicchiere.
Lei ne riempì metà.
Lo bevvi in un sorso solo. E dissi: Buono!
Il tutto si era svolto con una velocità insolita, mentre le altre chiacchieravano animatamente.
Nadin ci servi l’antipasto.
Tutto a base di pesce: polipo, cozze crude e cotte, chele di granchio, acciughe crude condite con sale e limone, poi a seguire gamberetti, gamberoni, e cicale di mare arrosto.
“gamberoni e canocchie per antipasto?” dissi rivolgendomi ad Angela.
Lei mi rispose che in casa loro si usava così.
Non replicai. Tutto era cucinato in maniera squisita.
Non feci caso alla bottiglia di vino che nel frattempo avevo bevuto, e che Nadin aveva sostituito in maniera furtiva.
Poi ci servì il primo, che consisteva in linguine allo scoglio.
Alla seconda forchettata sentii qualcosa che mi accarezzava le scarpe. Non prestai molta attenzione alla cosa finché non sentii salire quel serpente. Era semplicemente il piede di Franci che gironzolava tra le mie cosce.
Io mi guardai intorno, nessuno si era accorto della cosa; specialmente Paola.
Schiarii la voce come per dire qualcosa che rimase strozzata in gola.
Franci sorrise maliziosamente.
Io rimasi immobile.
Constatai che avevo bevuto metà della seconda bottiglia di vino.
Stavo esagerando, anche Franci stava facendo lo stesso. Il suo piede avanzava senza imbarazzo.
Lei parecchio più alta di me, si muoveva a suo agio nascosta dal tavolo e dalla lunga tovaglia; poi tirò improvvisamente via la zampa, chiese permesso e andò in bagno.
Io dopo qualche secondo dissi che avevo bisogno di fare una chiamata. Mi alzai e uscii in giardino.
Paola mi guardò malissimo benché avessi finito di mangiare le linguine.
Incrociai uscendo lo sguardo di Angela. Sapeva.
Tutto procedeva secondo i loro piani.

Il cielo era limpido, e la temperatura gradevole. Le stelle erano state spolverate da poco: la loro luce era abbagliante.
I miei passi si susseguivano sul prato, ricordavano la serena litania della neve a sciogliersi.
Ero molto arrabbiato con me, stavo quasi per cascarci.
Nella totale facilità di decidere della vita altrui, le amiche di Paola, erano giunte a una conclusione: io non ero il ragazzo giusto per lei. E forse non avevano torto.
Rientrai.
Sorridi ad Angela, poi andai verso Paola e la bacia.
Un bacio lungo. Umido. Rabbioso.
Dopo mi avvicinai a Nadin e le chiesi con c’era per secondo e di che nazionalità era; non avevo più inibizioni. Colpa del vino e della rabbia che montava dentro di me.
Intanto le ragazze si erano raggruppate e parevano recitare misteriose formule magiche.
“oggi, camminando per Corso Cavour, ho visto da Max Mara un paio di scarpe carinissime. Erano bianche!” riuscì a sentire, era stata Rita a parlare.
Mangiammo il secondo, anche se non capii bene di cosa si trattasse. Era insapore e avvolto in una crema lattiginosa.
Ritornai in giardino e mi addormentai su uno strano divanetto.
Ero incredibilmente annoiato da quei discordi vuoti e tardivi, e dal leggero torpore che mi aveva causato il vino.
Saltai frutta, dolce e chissà che altro.
Le amiche di Paola ne furono molto felici.
Poi nel dormiveglia successe qualcosa.
La lingua di Franci mi stava spennellando il viso. Il grosso problema era il suo alito, di dubbia provenienza; non mi pareva cosa da essere umano un puzzo così sofisticato.
Fu cosi che nel tentativo di alzarmi, le diedi una testata sul naso che ovviamente prese a sanguinare terribilmente.
Le urla isteriche di quella richiamarono l’attenzione di tutti.
Intravidi Nadin ridere all’ombra del grosso ulivo che guarniva il giardino, o almeno così mi sembrò di vedere: una sottile distesa bianca, a forma di sofficini Findus, tagliava il buio.
Le tamponarono il naso con del cotone emostatico, d’incerta annata.
Poi guardai l’orologio che nel buio sembrava tagliato da una lunga lingua sporca di dentifricio.
Era mezzanotte e mezzo, ed io volevo andare via.


Ultima modifica di Anam il 9/3/2009, 22:43 - modificato 1 volta.
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MessaggioTitolo: Re: Enjoy the snow (seconda parte)   Enjoy the snow (seconda parte) Icon_minitime8/3/2009, 10:09

Un punto di vista maschile sui battiti del cuore... un'occasione irripetibile per sbirciare. Succede raramente con Marte...almeno non mi è mai capitato prima.
Il comportamento del gruppo femminile regge benissimo ed offre spunti efficaci per cercare differenze di "testa".
Grazie, Anam. Solletica assai.
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Gaetano Benedetto
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MessaggioTitolo: Re: Enjoy the snow (seconda parte)   Enjoy the snow (seconda parte) Icon_minitime9/3/2009, 21:48

un punto della situazione tra le righe... non mi è chiara la storia di Marte... Very Happy

me la spieghi?
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MessaggioTitolo: Re: Enjoy the snow (seconda parte)   Enjoy the snow (seconda parte) Icon_minitime9/3/2009, 22:17

Anam ha scritto:
un punto della situazione tra le righe... non mi è chiara la storia di Marte... Very Happy

me la spieghi?

Eh, non mi è facile spiegare ma ci provo:
uomini e donne hanno versioni e pensieri diversi sul cuore...di questo son certa Very Happy
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MessaggioTitolo: Re: Enjoy the snow (seconda parte)   Enjoy the snow (seconda parte) Icon_minitime9/3/2009, 22:20

Musa ha scritto:
Anam ha scritto:
un punto della situazione tra le righe... non mi è chiara la storia di Marte... Very Happy

me la spieghi?

Eh, non mi è facile spiegare ma ci provo:
uomini e donne hanno versioni e pensieri diversi sul cuore...di questo son certa Very Happy

di questo sono certo anch'io!
la bellezza sta tutta li! sai che noia a pensarla e viverla uguale
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Daniela Micheli
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MessaggioTitolo: Re: Enjoy the snow (seconda parte)   Enjoy the snow (seconda parte) Icon_minitime9/3/2009, 22:38

Ci sono, ho letto il secondo capitolo che mi fa pensare che questa storia continuerà.
Ottimamente descritte Paola e il suo gruppo di amiche, ha ragione Musa: sarà interessante seguire la tua voce...
Bravo Gaetano!!!!!
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MessaggioTitolo: Re: Enjoy the snow (seconda parte)   Enjoy the snow (seconda parte) Icon_minitime

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