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 Fiori rossi, fiori gialli (prima parte)

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Mario Malgieri
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Mario Malgieri


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MessaggioTitolo: Fiori rossi, fiori gialli (prima parte)   Fiori rossi, fiori gialli (prima parte) Icon_minitime21/3/2009, 18:14


"Quanti secoli venturi vedranno rappresentata
da attori questa nostra grandiosa scena in regni
ancora non nati, e in linguaggi non ancora inventati!"
(Shakespeare, Giulio Cesare,)


Quella mattina la natura voleva recuperare il tempo perduto, riempiendo di fiori e di profumi ogni spazio dopo un inverno più lungo e più freddo del solito.
Il cielo era talmente terso che verso l'Est, oltre la cima delle montagne dove dimoravano Reana e Molan, la Madre e il Sole suo sposo, si poteva vedere la falce della luna così chiaramente come se fosse ancora notte.
Eppure c’era una strana tensione nell’aria, come una vibrazione occulta, come il tremolio che d’estate sale dalla roccia riscaldata e inganna l’occhio di chi guarda, facendogli vedere ciò che non esiste.
Sopra una foglia, una grande farfalla aveva finito di asciugare al sole le sue nuove ali e le provò, alzandosi in volo. Poco distante, in direzioni opposte, due macchie di colore e due profumi diversi destarono la sua attenzione. Erano due cespugli in fiore. Per qualche misteriosa ragione, la farfalla decise di volare alla volta di quello dai grandi fiori rossi, vicino a una vecchia quercia.
Non poteva certo saperlo, ma la decisione avrebbe avuto molte conseguenze, anche per la sua effimera esistenza.
Un uccello spaventato, neppure lui avrebbe saputo spiegare da cosa, fuggì verso il suo nido, in alto, al sicuro tra i rami di un albero affacciato sul margine della foresta.
Appena più in basso, dove la grande valle si allargava, il lago dalla forma allungata e dalle acque limpide e profonde era appena increspato come da una brezza lievissima; tuttavia, stranamente, l'aria era immobile.
Le sponde, ripide e dominate dagli alberi secolari, si spianavano a Sud, dove una piccola radura erbosa si apriva sulle rive per un centinaio di passi di larghezza, sino al primo accenno di foresta.
Là sorgeva il villaggio di palafitte.
I tronchi tagliati rozzamente e infilati sul fondo melmoso sorreggevano, alte sopra il pelo dell’acqua, le piattaforme di robusti rami disposti con ordine, sulle quali erano appoggiate le capanne circolari di legno, fango e paglia. Esili passerelle di giovani tronchi le collegavano tra loro e con la riva, dove un falò era costantemente accudito dalle anziane che ne erano responsabili verso la comunità.
Al villaggio, le donne erano intente ai lavori quotidiani, mentre i bambini piccoli giocavano sull’erba e i più grandicelli aiutavano le madri nelle loro faccende.
Un anziano, oramai alla soglia dei quarant’anni, stava accoccolato vicino alla riva, intento a ricavare punte di freccia da un blocco di ossidiana usando una grossa pietra come incudine. I maschi validi erano tutti andati a caccia, una mandria di bufali era stata avvistata il giorno prima.
Selah, ultima giovane moglie di Loral, il capo del villaggio, si trovava a poca distanza dalla riva e stava lavorando in un tratto soleggiato. Con un bastone appuntito scavava piccole buche nel terreno morbido e vi depositava un seme, che poi si affrettava a ricoprire di terra. Vicino a lei, all’ombra di una grande quercia, riposava un neonato, avvolto in una morbida pelle di giovane cervo.
Selah era nervosa, con i sensi all’erta come sempre, più di sempre. Percepiva un pericolo senza averne ancora alcun segno reale.
Sembrava l'attività di una normale mattina di primavera, ma nel villaggio tutti erano taciturni e impauriti. In qualche modo si sentivano percorsi da quella strana vibrazione senza nome che mai, prima di quel giorno, si era manifestata.
Ma avevano il timore di conoscerne la provenienza, e il loro sguardo si volgeva spesso verso la dimora degli dei, sulle montagne.
Erano trascorsi due giorni dalla festa dell'equinozio, dedicata alla dea madre Reana.
Theron, lo sciamano, avrebbe voluto offrire alla divinità un cervo, come avveniva tutti gli anni. Aveva fatto preparare le fascine di legno stagionato, profumate con le essenze sacre da lui raccolte. Tutto era pronto per il rito e il cervo, il primo di quella stagione trafitto dalle frecce dei cacciatori, attendeva al sicuro dai predatori in una capanna sull’acqua. Ma Loral si era opposto, aveva delle ragioni molto valide per sfidare il potere dello sciamano.
L’inverno era stato lungo e troppo freddo, il disgelo tardivo e piovoso. Le provviste messe da parte in autunno erano state attaccate da una strana muffa e rese immangiabili. Così molti anziani erano andati sulla montagna e si erano seduti sulla neve attendendo Tara, colei che accompagna gli uomini nell'ultima caccia. Il cibo destinato a loro, oramai inutili alla tribù, era stato distribuito ai bambini e poi alle persone valide. Quelle erano le leggi della natura, quello era il volere degli Dei.
Nonostante queste misure drastiche, troppe volte Tara era scesa al villaggio prendendo al suo seguito i bambini e gli adulti più deboli, perciò Loral aveva detto chiaramente allo sciamano che la Dea Madre avrebbe certamente capito se il cervo fosse stato mangiato da tutti, per riprendere le forze in vista delle cacce di primavera. Per quell’anno Reana si sarebbe dovuta accontentare di una lepre dal candido manto invernale, che una trappola fortunata aveva catturato quella mattina stessa.
Lo sciamano aveva consultato le pietre sacre ed esaminato le viscere del cervo, poi aveva sentenziato che la Dea era furiosa e non avrebbe accettato il risibile dono di una lepre.
La sua collera - aveva gridato Theron con voce accusatrice - sarebbe ricaduta su Loral e su tutto il villaggio.
Ma il capo era stato irremovibile e il cervo era stato divorato sino alle ossa durante la grande festa, mentre lo sciamano, sdegnato, si era tenuto in disparte.
Era comprensibile, a fame placata, che fosse subentrato il timore della collera divina, palpabile nei gesti e negli sguardi delle donne e dei vecchi intenti al lavoro. E poi c'era quella strana vibrazione che pareva farsi sempre più percepibile, più acuta, al di fuori di ogni precedente esperienza. I sensi di uomini e animali erano tesi al massimo, ma nessun pericolo era visibile, almeno nell'ambito della loro cognizione.

Il grande predatore aveva fame.
Sebbene fosse vecchio, il corpo restava possente, coperto dalle cicatrici di cento lotte per la supremazia nel branco.
Ma alla fine anche lui aveva perso. I richiami dei feromoni delle femmine in calore già si spandevano nell’aria e un giovane maschio, molto coraggioso e più ancora eccitato oltre il limite della prudenza, aveva sfidato il capo che l’età aveva reso più vulnerabile ai patimenti dell'inverno appena trascorso. Lo aveva vinto e scacciato, appropriandosi delle sue femmine e del suo potere.
Per il vecchio despota non c’era più la forza del numero che consentiva di cacciare le prede più grosse e pericolose, delle quali lui pretendeva ed otteneva le parti migliori. Ora era ridotto a mangiare carogne e per la prima volta nella sua vita, acquattato tra i cespugli, stava spiando una creatura piccola e insignificante, che sino a pochi giorni prima avrebbe guardato con disprezzo. Era un cucciolo di uomo, che dormiva sotto una quercia, vicino al villaggio.
Cauto e silenzioso iniziò ad avvicinarsi tenendosi basso e invisibile, lo sguardo fisso sulla preda.
Non faceva alcun rumore, i sottili rami del cespuglio dai fiori rossi si piegavano al suo passaggio, gli scivolavano lungo il corpo per poi ritornare alla posizione primitiva quasi fossero stati scostati gentilmente da mani di fanciulla. Si acquattò, in attesa del momento propizio per l'assalto.
Anche un uccello nero osservava attento i dintorni. Dall'alto del nido che stava finendo di costruire cercava una preda. La sua vista acutissima aveva già individuato delle possibili vittime, ma erano tutte troppo piccole per soddisfare il suo appetito. Poi, una macchia colorata entrò nel suo campo visivo. Era una grossa farfalla che volava bassa sull'erba, apparentemente diretta verso un cespuglio dai grandi fiori rossi. Era la preda perfetta. L'uccello si staccò dal nido e si lanciò verso il basso, veloce e micidiale.
Millenni e millenni di spietata evoluzione hanno affinato una particolare abilità in tutti gli animali superiori, che siano prede o predatori: l'occhio e il cervello elaborano con velocità e straordinaria sensibilità ogni parvenza di movimento. Troppo spesso la sopravvivenza dipende dalla rapidità di reazione a quello stimolo.
Selah stava china, il bastone in una mano e i semi nell’altra, cercando di finire più rapidamente possibile il suo lavoro. Alzò la testa di scatto, spaventata. Con la coda dell’occhio le era sembrato di percepire un rapido movimento ai margini della foresta. Cercò di capire cosa fosse e riuscì a cogliere l'immagine di un grosso uccello nero che si allontanava con qualcosa di colorato nel becco. Si sentì sollevata ma, subito dopo e nella stessa direzione, le parve di scorgere qualcosa di fulvo e furtivo, celato dietro un cespuglio fiorito a una cinquantina di passi di distanza.
Osservò più attentamente sino a quando mise a fuoco due occhi gialli fissi su di lei.
Lanciando un grido d’allarme, Selah corse ad afferrare il piccolo che ancora dormiva ai piedi della quercia.


La seconda e ultima parte... uno di questi giorni, se vi interessa sapere come va a finire Twisted Evil
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Daniela Micheli
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MessaggioTitolo: Re: Fiori rossi, fiori gialli (prima parte)   Fiori rossi, fiori gialli (prima parte) Icon_minitime21/3/2009, 18:37

A me interessa, perchè tu non puoi farmi venire qui, sotto il tuo tepee, iniziare una favola così e lasciarmi a bocca asciutta!
Mario, dirti che è uno splendido racconto mi pare riduttivo...
Bravo bravissimo braverrimo

Machetelodicoafà?

Voglio sapere come va a finire e ogni desiderio del tuo Admin preferito è un ordine.
Admin ha parlato.
Haugh
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Monica Porta
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MessaggioTitolo: Re: Fiori rossi, fiori gialli (prima parte)   Fiori rossi, fiori gialli (prima parte) Icon_minitime21/3/2009, 22:13

Mi interessa...eccome...io questa 'prima' l'avevo già letta.
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Giampiero Pieri
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MessaggioTitolo: Re: Fiori rossi, fiori gialli (prima parte)   Fiori rossi, fiori gialli (prima parte) Icon_minitime21/3/2009, 23:36

Lo trovo molto interessante, Mario, e aspetto il seguito.

P.
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Daniela Micheli
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MessaggioTitolo: Re: Fiori rossi, fiori gialli (prima parte)   Fiori rossi, fiori gialli (prima parte) Icon_minitime21/3/2009, 23:37

Piero ma... sei tu?!?!?!?!
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Giampiero Pieri
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MessaggioTitolo: Re: Fiori rossi, fiori gialli (prima parte)   Fiori rossi, fiori gialli (prima parte) Icon_minitime21/3/2009, 23:44

In parte... eh eh eh Very Happy Question
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Daniela Micheli
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MessaggioTitolo: Re: Fiori rossi, fiori gialli (prima parte)   Fiori rossi, fiori gialli (prima parte) Icon_minitime21/3/2009, 23:46

Oddio Piero, ti preferisco adesso, signore di mezza età Smile

Mi picchi?!?!

Attento, perchè Mario potrebbe scatenare il bisonte della prateria contro di te nel caso sbagli risposta, tiè!
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Mario Malgieri
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MessaggioTitolo: Re: Fiori rossi, fiori gialli (prima parte)   Fiori rossi, fiori gialli (prima parte) Icon_minitime22/3/2009, 07:39

Daniela Micheli ha scritto:
Oddio Piero, ti preferisco adesso, signore di mezza età Smile

Mi picchi?!?!

Attento, perchè Mario potrebbe scatenare il bisonte della prateria contro di te nel caso sbagli risposta, tiè!


Hemmm... lo scenario che ho immaginato non è nell'America primigenia ma in qualche regione tra l' Asia e l'Europa. Forse l'equivoco è nato dalla mandria di bufali, ma si tratta appunto di bufali e non di bisonti, anche se quei pasticcioni di yankee li chiamano "Buffalo".
E quel paciugone genovese, u sciou Colombo, ha chiamato Indie le Americhe, belin che casino!
Lo preciso se no il seguito del racconto non si capisce scratch (oddio, non è che si capisce molto anche dopo questa precisazione Sad )
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Giampiero Pieri
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MessaggioTitolo: Re: Fiori rossi, fiori gialli (prima parte)   Fiori rossi, fiori gialli (prima parte) Icon_minitime22/3/2009, 08:17

Daniela Micheli ha scritto:
Oddio Piero, ti preferisco adesso, signore di mezza età Smile

Mi picchi?!?!

Attento, perchè Mario potrebbe scatenare il bisonte della prateria contro di te nel caso sbagli risposta, tiè!

Tranquilla Ad, trattasi di un voggarrissimo fotomontaggio che fece mia moglie, ca quidda se divertisse accussì! Nella realtà sono molto peggio.
Di' pure a Mario, anzi-sono qui - glielo dico da me, di tenere alla catena il suo bisonbuffalo bianco terrore della prateria. In effetti la tua spiegazione, Mario, invece di farmi chiarezza m'ha gettato ancor di più nel dubbio. Questo: quando arrivarono i bufali, anzi no, i bisonti... ma che dico? gli europei, chiamarono erroneamente bisonte il bufalo o diedero del buffalo al bisonte ?
Uhmm...Secondo me la seconda
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Mario Malgieri
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MessaggioTitolo: Re: Fiori rossi, fiori gialli (prima parte)   Fiori rossi, fiori gialli (prima parte) Icon_minitime22/3/2009, 08:34

Evil or Very Mad
Chiamarono buffalo il bisonte, poi chiamarono Buffalo pure Bill Cody il quale si imbufalì per la bufala, lui mica aveva le corna, o almeno lo credeva, ma Calamity Jane e Toro seduto dopo una folle noìtte di sesso...
insomma, ora è chiaro, no?
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