STELLE

Che strana serata ieri.
Durante il giorno un vento tagliente, pigne secche che cadevano, foglie dimenticate che vorticavano.
A sera la quiete.
Una chiacchierata con amici, ci siamo andati a piedi.
Coperti, faceva freddo.
Al ritorno una stellata incredibile, un cielo terso, di un nero limpido e migliaia di stelle appresso.
Il mio compagno guarda, alza un dito in su verso le costellazioni e dice:
“Quella è Cassiopea, e quella è l’Auriga, quell’altra Pegasus…”
Non finisce più, le conosce tutte e anche in latino.
E’ istruttivo, interessante, ma non finisce più.
Vorrei il silenzio per godermi la notte.
Ma il cielo è pieno di stelle.
Alla fine tace.
Per poco.
Si mette a fischiettare, no non ci credo, Wagner.
E canticchia.
Finalmente smette.
E’ emulsionato dalle sue cantatine romantiche.
All’improvviso mi domanda a bruciapelo:
“Ma tu non ami Wagner?”
Poi prosegue, come se non lo sapessi, che va matto per Wagner.
Valalla, Valchirie, Sigfrido, Parsifal, cigno gentile, li ha in tasca, li maneggia, mescola, gira, rigira come un baro vincente.
Non è che non ami Wagner. Lo ammiro, grande, grandissimo, ma dopo un po’ mi fa il medesimo effetto di una indigestione di uova sode.
Troppo, troppo di tutto, troppo dogmatico, troppo superuomo: per convincerti ti pianta un chiodo in testa e alla fine si rompono tutti insieme i piatti di casa.
Parliamo di Wagner.
Cioè, ne parla lui e ogni tanto accompagna le parole con una cantatina dimostrativa.
Finisco per dirgli che Mozart e Rossini avevano il cuore nello zucchero, stillava melassa, gli amori li amministravano barbieri e servette, e che tutto finiva bene.
Come nelle favole.
Quando è arrivato Riccardo, con le sue rimbombanti batterie di dei e semidei, tromboni insomma, se un uomo e una donna volevano andare a letto insieme si doveva scompigliare mezzo universo.
E mi fermo prima di dirgli che anch’io stavo in pace a gustarmi le stelle.
Ma rifletto che la parola, la parola umana non ha peso né valore: appena detta annega.
E’ come una bolla d’aria, annega nel silenzio delle cose, nel mistero immenso che c’è sopra di noi.
Allora taccio perché le parole che si tacciono le ho già udite, le conosco anche se non  le sento con le orecchie, sono dentro di me.
Eco oscura e lontana, parole antiche, parole morte, svanite nel tempo e nella frenesia di oggi.
Eppure ancora vive negli abissi della sostanza umana.
Forse un giorno si tornerà a dirle.
25 marzo 2009
l.

Incantevole pagina, perchè le parole non servono.
Complimenti davvero.

Bè, mi sa che conosco quello che fischiettava Wagner, indicava le stelle e ne citava il nome, pure in latino!
Parole usate come un sottilissimo stiletto che maschera nell'ironia una delicatissima presa per i fondelli, naturalmente gettate direttamente a monitor senza nemmeno una rilettura, come sempre fai (non ti dico prigrona ché so).
Ci sono sere, come quella che tu descrivi, che si avrebbe bisogno di silenzio e basta, guardare la volta limpidissima spazzata dal vento e lasciare solo parlare il buio.
Eh magari eh, Loredana?
Salutami il wagneriano
Ah, al titolo mi ero preoccupata e mi son detta: oddiomio, mi è diventata romantica pure questa? Meno male, va... che qualcuno non cambia mai!

quando non c'è bisogno di altro...

molto bella.

*****
nico

Sarà vero che la parola umana non ha peso nè valore?
Qui, ora, leggendoti, ti smentisco...
E me ne sto pure io, con le mani in tasca a guardare il silenzio delle stelle.

vero ...questa è scritta e non riletta, meglio così!
è rimasto intatto il quadro di quella notte

mi sgamate sempre
e che se rileggo mica invio
il risultato della serata un raffreddore
e stasera una stella cadente
immensamente bella
perchè inaspettata
merci
l.

p.s. per dani
il wagneriano è una cena tibetana
che ho sgamato
tu sai la faccia che avrà quando torna? vero che lo sai?

ehm....
preferirei vedere la tua quando lo accoglie

Ohhhh il Qatar....

Citazione :

Ohhhh il Qatar....

Lo sapevo che la capivi al volo

abi dubi?
niuno vero?
quasi una chattata
l.

quasi, tesoro

e chattata sia
l.

da quanto tempo non ce ne facciamo una, io e te?
ci sono stelle da te, stasera?

Citazione :

ci sono stelle da te, stasera

milioni
ma la più luminosa è lontana
quella pistola è inquietante
e i miei levrieri mi sanno di antico
confessa, le mie bimbe sono meno statuarie
shira ti bacia, topi morti a parte, è un bel pensiero
anche lei, bionda, magra e faiga
mi manca odissea
era una dura lei
tante, uguali e così diverse
come noi
l.

Eccola, il cimitero dei suoi cani...
Un argomento speciale da chat!
Però stanno bene, in mezzo alle tue rose

domani vanno dal parrucchiere
e io parto
ho una connessione di , stasera
mica mi hai mandato virus sassaresi?
fatto notorio che sei virulenta

l.

No, sono i principi del Qatar che fischiettano Wagner e fanno sballare la connessione, perchè vorrebbero essere a mangiare al cinese anzichè al tibetano e quindi...

ti bacio
non riesco veramente a essere collegata in tempi decenti
cerco il principe e poi ti dico
due per due
o prendiamo rospi? in fondo sono la stessa cosa
vero?
l.

tanto noi i rospi li baciamo
saluto a te e al principe e se domani è... indisposto, pazienza!

io detto niente eh!

ammutinati i pensieri sulla barca del linguaggio.
su un altro mare - calmo - per l'occhi mutili del loro fuoco

(andrò a pesare le mie parole con la bilancia digitale. tolleranza di un grammo)