Nel sottobosco, acre diorama d'assenza feat Jack The Ripper ( cameo speciale di Romina )

Osservo il giorno frantumarsi nell'acqua,
il bosco è scarico di colori e fresco di sabbia velata
come al passaggio di una mano il vento cade,
il silenzio tarda a tornare a ricomporsi attorno
ad un sogno recuperato sotto il legno,
qui nessuno mi troverà, nessuno no.
Nel muschio che s'attarda a ricomporsi,
oasi di cielo sulle cortecce delle betulle,
così il vento s'abbandona ai lirismi di stagione,
che la neve a fiocchi esili s'è recitata canto
nel ventre calmo del bosco che si spoglia ciglia
di foglie al rinarsi nel palmo d'una mano
che s'accarezza all'abbandono d'una mancanza che sibila,
ai fuochi fatui, all'impiccagione del maestrale
qualcuno trasuda dal fianco una bava lattea,
spermacea impazienza sigillata di rosso,
i fossati attorno pulsano di rane e serpenti,
il sentiero è illumita, si intravede disperato
il verde-giallo-carminio dell'oblio stanato.
L'upupa canta al di fuori delle grida
lucide del vino che a sorsi s'infossa
l'alba: piano, come una tormenta,
che i passi siano sospiri al cotonarsi
nell'ebbra lacrimazione dell'irreale,
ho posato tre rose sul ceppo dell'ultimo albero
fradicio di uteri e formicai: tre rose
che la brezza ha dipinto a pentagramma
ed anche i petali hanno danzato la lussuria
delle nuvole quando svestono il sereno.
Risveglio dal sogno sfrigola acceso il mio sole
luminose finestre in un tintinnio di mosche e caprioli
cadono i dolci salmastri pensieri e rincorrono lenti,
il sollievo dipana tremante di caccia alla volpe,
la bellezza ancorata al passaggio di stelle

Mi fermo pensoso al canto d'uccello;
qui, nessuno mi troverà


( 28 – 3 – 2009 )


In più, Romina, che era testimone delle nozze poetiche fra me e il Jack, ha fatto una sintesi della poesia, molto, a mio modesto parere, molto carina ( che non equivale a = schifo ahaha )


Come al passaggio di una mano il vento
cade in un sogno recuperato sotto il legno
oasi di cielo sulle cortecce delle betulle
nel ventre calmo del bosco che si spoglia
ai fuochi fatui, all'impiccagione del maestrale
qualcuno trasuda dal fianco una bava lattea,
spermacea impazienza sigillata di rosso
lucida del vino che a sorsi s'infossa
Ho posato tre rose sul ceppo dell'ultimo albero
fradicio di uteri e formicai: tre rose
che la brezza ha dipinto a pentagramma
ed anche i petali hanno (finalmente) danzato.