La mia casa non ha porte
(ho provato a finire or ora La mia casa non ha porte-che è? Non lo so. E' uscito così. Vi prego non ridete troppo, è un esercizio, di piu' nun so fa....)
Quel rumore di vetri infranti mi riporta al quarto compleanno quando - per la foga di spegnere le candeline - urtai contro la vetrinetta laccata e il servizio buono di zia Caterina precipitò in un tempo così breve in mille pezzi a mischiarsi con le macchie del granito del pavimento.
E ritorna l’implosione nelle mio orecchie tutte quelle notti che il sonno si preannuncia agitato già alla sera. Quando il fianco non trova pace nella piega del materasso e si gira, strusciando le lenzuola, per tre o quattro volte di seguito. Le sere in cui il verso usuale per trovare sonno non basta più, insomma quando si cambia fianco per andare nel mondo parallelo, quello del nostro lato sinistro.
Ed era proprio all’inizio del lato sinistro che dovevo stare, centimetro piu’ centimetro meno, quando il Mercedes ebbe l’incidente e il lunotto si spaccò in due crepandosi nel mezzo. Tirai fuori la testa dal sogno al rumore di vetri rotti e di seguito anche le gambe dal letto.
C’era qualcuno a casa mia alle tre di notte? Chi era? Che razza di ladro poteva essere uno che veniva a rubare a casa mia, in una casa vuota senza nemmeno un pezzo d’argenteria?Io non sono una donna coraggiosa!
D’istinto rotolai sotto il letto. Accasciandomi come un sacco vuoto sul tappeto persiano infilai testa e spalle tra la fiancata e il pavimento. Chiusi il naso per evitare uno starnuto che giunse inevitabile: Etciuuuuuuu. Eppure lo sai che sei allergica alla polvere…Il collo mi si bloccò nello stesso istnate in cui girai la testa per soffiarmi il naso. Riemersi, o meglio strisciai come una serpe fuori da lì con il mio collo simile all’estremità di una mazza da golf.
Forza andiamo a vedere– mi dissi respirando forte. Presi le coordinate rettificate di 15 gradi per l'incordatura del collo e mi avviai verso il soggiorno.
Non vedevo ombre più di quante ne vedessi nei miei sogni, ma a questo punto udii il sibilo.
Seguii il fischio e il contorno delle sagome dei mobili fino alla cucina. Ed ecco! di colpo! LA LUNA! Agguantai con tutta la mia forza quella cosa bianca e liscia, unica cosa splendente nelle tenebre! E’ lui! pensai infilando coraggiosamente le unghie nei due emisferi della sfera biancastra..
Ahiaaaaaaaaaaaaaa
Il calco di cinque pesanti dita si posarono sulla mia guancia sinistra, come se un calciatore del biliardino avesse roteato la sua posizione dall’alto in basso, così mi arrivò la pezza e così cambiò - come in un gol al rigore - la mia prospettiva di vincita.
Impallidii.
Cazzo ci fai qui?E già perché lui il caffè lo fa al buio. Ma tutti matti mi devo scopare io?
Iniziò a inveire dandomi della pazza isterica, che mugugnava nel sonno e scalciava finanche. Continuò - mentre si infilava i pantaloni in bilico su un piede – dicendo - in tono perentorio -che Per me è impossibile dormire affianco a una donna vulcano come te. Tu non solo sei passionale, ma erutti in tutte le tue manifestazioni.
Allacciandosi le scarpe fece per trovare l’uscita.
Un attimo - dissi, seria – t’accompagno.
Accesi la luce e aprii piano la porta.
La mia casa non ha porte, ma tu mi hai rubato già troppo. Vai fuori….Se no chiamo la polizia.- aggiunsi sogghignando.