Nel frigo, il sentimento

Di che polvere cigoli le vie notturne
e il lume della casa, l'ultima,
nella solitudine del mare,
delle ancore,
del sottosuolo,
della terra umida,
le impronte dei gesti lievi
degli amanti sono le barche
rovesciate,
le bolle d'acqua morta
tra spugne e anemoni
aggrappati al ventre delle onde
pari come com'è
portarmi a passeggio
dentro me,
onde dispari,
i branchi degli spiranelli
cambiano rotte
alle navi
e sul ponte dei bastimenti
a vapore,
dame in crinoline
col pizzo al collo,
gonne lunghe merlettate,
addii al barbecue,
Gesù fritto in patatine,
Rocco che si,
Francesco che,
fra un Pablo e una Rimmel
si conficca pezzi di vetro
per vergar col sangue
Titanic e tutti danzano
e tutti han danzato
su quella nave costruita
apposta per competere
( che anche fra navi v'é competizione )
con la Luisana
e la Mauritana
e nella culla giocava
coi pezzetti di ghiaccio tritati
assieme alle gemelline
Olympic e Britannic.
Quel 31 maggio del 1911
il varo andò benissimo,
i gabbiani volteggiavano
sulla folla festosa,
nessuno si sarebbe mai accorto
che ciò che gli uccelli
componevano fra le nuvole
erano teschi e ossari.
269 metri per 28 metri,
il ventre di una megattera
è meno ampio,
ma ci vivono più
plancton,
così
la propulsione essendo a vapore
resisteva agli abbonamenti di Magazine
e c'erano quattro cilindri contrapposti invertibili a triplice espansione
(macchine alternative)
più una turbina Parson a bassa pressione,
curabile con innesti di Ribes nigrum 1D MG
e cloruro di magnesio.
Southampton entrò nella storia,
la storia entrò nel Titanic eclissandolo
nel gelo degli abissi,
ma in fondo l'iceberg è solo
una fettina di lime
nel bicchiere di rum del creatore,
dleng dleng,
uomini – ghiaccio,
cubetti e suicidi,
il Titanic è solo un abbaglio,
ma quanto ti ho pensata,
nell'innocenza del bacio,
ma quanto ti ho pensata
quel 14 / 15 aprile del 1912,
alle ore 2 e 20
e anche i manovali creano atmosfere
e perdoni,
batti, batti chiodo, nella stiva
c'è solo il sospiro del vento,
l'urlo delle ragnatele bagnate,
non c'è eco nello spazio,
non c'è eco nella morte,
non c'è eco nelle strade
di sale e ventaglio,
all'osso la tua bocca
senza denti,
la tua bocca lascia rose rosse
nella stiva,
coi petali spersi
sulla prua,
gli S.O.S. delle stelle
ingranaggio di dito
e piantarti fra le gambe un rossetto
per fartele bere
e piantarti tra le cose
un chicco di rosa
per berti in stagioni diluite
e nel sorso ultimo
da lontano c'è sentimento
anche nelle oasi d'olio
e quanto amore anche quando si muore
e quanto quanto
quanto quanto
amore
anche quando fuori piove
e quanto amore
si è perso
foss'anche per troppo
troppo
troppo
troppo
troppo
troppo
amore

( 2008 )

TUTTO ORA MALEDETTO SUBITO E LIQUIDO!

Ribolle la lastra lacustre
Sotto la sferza della grandine
Una goccia penetra nel pantano:
Un universo s'alza digradando.

(Infiggo l'indice indagatore
Nella mota oscura liquèscente:
Un affilato stilo d'acciaio scivola
Nel soffice strato di derma madido…)

Una stilla di rorido plasma
Piomba nella chiazza ancora fumante…

Tutto il liquame sottostante ora:
Fluisce!