SECONDO ROUND - DEI TRE

ma chi è ? Guisso l'autore ?

A prima lettura il racconto mi sembra molto delicato.
Piccole imperfezioni nella punteggiatura ed alcune frasi da vestire meglio, minuzie rispetto alla resa complessiva, possono essere riviste in un’ipotetica versione definitiva.
Mi piace come il racconto assuma le sembianze di diario, mi piace lo stile di scrittura semplice e diretto, che in alcuni passaggi sembra scritto proprio da una bambina di dieci anni (e non in senso deficitario, ma in senso emotivo), mi piace l’originalità del tema e la conduzione evocativa.
Sin dall’incipit il racconto assume connotati ben definiti in quelle nuvolette fiato e al rimando ai “fumetti privi di parole”. Sophia diventa un bellissimo cane da caccia (altra idea singolare) e il padre il riferimento evocativo.
Chiara la caratterizzazione del padre, accurate le descrizioni sensoriali nel gioco della caccia, fin quando il piacere ludico non si trasforma in esperienza diretta. Qui il contrasto diventa netto, l’attrazione per gli oggetti, così graziosi da maneggiare nel piccolo ripostiglio, l’odore di piombo e di olio, la cura con la quale il padre maneggia il fucile, gli indovinelli a iosa e le risate, nel momento in cui si prospettano come giocattoli di morte, il rifiuto e la paura prendono il sopravvento.
L’Autore descrive molto bene questa passaggio emotivo e nella seconda parte ci rappresenta in maniera particolareggiata lo stato d’animo del narrante. La tensione aumenta fino alla scena finale dove prende il sopravvento l’impossibilità da parte del bambino di uccidere un’altra creatura.
Il padre l’ha messo alla prova, conoscendone l’esito “…tra i miei tre figli quello più maschio sei tu, l’unica femmina!”. Con questo coupe de theatre si apprende che il bambino è una bambina, come a voler rimarcare una maggiore sensibilità, e con un ultimo sorriso alla signora del silenzio (nel racconto il quadro è rappresentato come un elemento marginale, anche se nel richiamo finale chiarisce un implicito riflesso di approvazione al comportamento della bambina), la parabola chiude in malinconia, in quel trattenersi sulla passione del padre per la caccia e all’unico amico fino all’ultimo: il fucile.
Complimenti, Pdg!
Adesso leggo gli altri commento e ritorno nel pomeriggio.
Ciao a Tutti

PS. Vorrei chiedere alla Pdg il significato del titolo

Grazie Goccia
Ho finito di leggere i commenti e sono contento che abbiamo una linea comune di "giudizio".
Ogni commento, inoltre, impreziosisce il testo focalizzando diversi aspetti del racconto. Sono contento per la Pdg
Purtroppo... a più tardi

Reina: mi stupisci!! Come quella volta che io lessi con troppa fretta quel tuo tragico racconto sulla ragazza che giocava a basket, anni fa... E' evidente che il titolo allude ai tre figli, di cui due e mezzo maschi!! (magari se era il IV racconto erano 4). Stai bleffando!!

Io comincio a sentire imbarazzo ad intervenire visto che i commenti sono meglio del racconto.Mi rende felice vedere che è stato colto il"cuore"del racconto e continuo a chiedermi:Sono stato/a io a fare questo?
Per Aldo:il titolo"Dei tre"rimanda alla frase del padre sull'essere il vero maschietto dei tre figli(ma spero che gli altri due non leggano mai questa storia)
Ma vedo che ci ha già pensto Massimo!

Massimo?? Cos'è questa confidonsa??

Ma dov'è Pen Na?

Si sente la sua mancanza... a meno che... vuoi vedere...

Sono un imbecille come ho fatto a non pensarci. Pdg la colpa è tua il racconto è talmente "lineare" che non pensavo che anche il titolo lo fosse.

Massimo, tu mi sbalordisci sempre più... come fai a ricordarti ancora di quel racconto ? (time out) ... incredibile anche in memoria

Grazie

pdg.. perdona, non riesco proprio a capire cosa mi stoni, l'ho letto una decina di volte, forse è l'atmosfera lenta che mi riporta ai film francesi, mi sento anche di una superficialità inaudita nel non saperti dare una spiegazione esatta. sai quando di primo acchitto hai una sensazione di antipatia nei confronti di qualcuno che non conosci? con tutto il rispetto per la tua scrittura ovviamente! ... scusami davvero, ma ho preferito dirti quanto penso invece di glissarmi in silenzio...

Bello vedere le sensazioni diverse che lascia una pagina.
Renata, prova ad immaginare la scenografia non in un film francese ma inglese, di quelli con un humor sottile sottile, con i prati che al mattino gettano nebbia verso l'altro, un cane, l'uomo con il suo fucile e dietro un pargoletto infagottato che non si capisce bene sia maschietto o femminuccia....
Vedi, a me è proprio la lentezza del tutto, la descrizione dell'ambiente, della preparazione, che mi fa apprezzare la pagina perchè, come ho detto, ci ritrovo parte del mio modo di scrivere.
Ohibò... Ma che lo abbia scritto io?

Mammolina:perchè scusarti?Tu dici quello che provi o "non" provi e lo fai con garbo.Io sto qui e faccio tesoro di tutto quello che leggo.

Nocturna:si,l'atmosfera inglese la preferisco.E se provassimo in congolese?

Signor Guisso:mi scusi,non mi permetterò mai più!

Vado a leggere di corsa, senza leggere i commenti. Torno subito...

Mi sa che devo chiedere congedo a scuola se voglio arrivare in tempo a dire qualcosa di originale
Mi sembra sia stato detto molto,se non tutto.Comunque,piaciuto,si.

Mi è piaciuto molto come hai incastonato, nel racconto, il mondo di Sophia e il suo silenzio, originale davvero tanto da distogliermi per un'attimo dal mio punto di vista ( ovvia-mente).
E' bello tutto questo cari amici e non immaginate quanti stimoli e quanti battiti ogni volta che leggo un nuovo racconto.

Bel racconto davvero.

Mi pare che l'incipit iniziale ( obbligatorio) non sia stato rispettato. Riguardo alla narrazione, la storia tiene (avevo letto stamattina ed ero rimasto perplesso per la punteggiatura, ma ero di corsa). Molti concetti (belli e ben visibili) forse andavano resi con parole diverse. La costruzione di qualche frase avrebbe avuto bisogno di essere più modellata su tono generale a conferma che quasi mai la narrazione si avvicina al modo naturale di raccontare. Intendo dire che a volte una frase conferisce uno stile al raccontare diverso da quello che normalmente otterremmo da un racconto descritto a parole. Detto questo, per il resto il racconto ha un suo inizio, un suo corpo e una sua fine e questo lo rende tecnicamente corretto, anche se resta alla fine della pagina, quel senso di "normalità" che non depone a favore dell’originalità dell'insieme.
Comunque apprezzabile, l'impegno, la cura, l'idea di fondo, tenuto conto che l'incipit era davvero terribile e partiva dall'emozione comunicata da un dipinto che a tratti era perfino lugubre.
Grazie PDG, i miei rispetti e i miei complimenti.

Mammaamia, sono stato l'unico criticone?

Scusami PDG ma questa è una dedica? "A mio padre che ebbe per amico il suo fucile fino all’ultimo anzi…l’ultimo." Oppure rientra nel racconto?

Io continuo a ringraziarvi tutti,anche i"criticoni".Tranquillo,Penna Libera non sei stao l'unico nè sarai l'ultimo ma è giusto che sia così.

Rubinia:credo che tu possa dire qualcosa ancora,di tuo.

Penna Libera2:dedica o parte del racconto?Entrambe.
Materdea:grazie per il commento ma,soprattutto per aver posto l'accento sulla bellezza di essere qui,a prescindere.

:aola:
checarinichesiete

gocciadisplendore ha scritto:

penna la tua critica è puntuale... ma dal mio punto di vista -- quello di chi cerca sempre la forzatura -- la normale narrazione è un valore... cmq di questo ne parliamo un'altra volta... ora spazio alla pdg

meno male....

FROM REINA

l padre l’ha messo alla prova, conoscendone l’esito “…tra i miei tre figli quello più maschio sei tu, l’unica femmina!”. Con questo coupe de theatre si apprende che il bambino è una bambina, come a voler rimarcare una maggiore sensibilità, e con un ultimo sorriso alla signora del silenzio (nel racconto il quadro è rappresentato come un elemento marginale, anche se nel richiamo finale chiarisce un implicito riflesso di approvazione al comportamento della bambina), la parabola chiude in malinconia, in quel trattenersi sulla passione del padre per la caccia e all’unico amico fino all’ultimo: il fucile.

Ciao Regina (mi permetti di scherzare sul nick?)
sono un po' perplessa solo su questa tua descrizione.
Sono due piccoli dettagli ;

il primo) - è che non è del tutto chiaro se il padre avesse approvato o disapprovato la scelta della figlia. Certamente l'ha rispettata. Dal brano non emerge chiaramente il sentimento di cui sopra.
Quindi, a mio parere, non è alla percezione della sensibilità femminile che egli afferma. Io penso che l'affermazione del padre si rifacesse più all'atto di determinazione in sè. La ferma risolutezza data dalla risposta della figlia.
Ecco forse spiegato quel dire -.....tra i miei figli sei tu il "maschio"; il più forte di carattere, quello che ha saputo dirmi di no - (al di là della sensibilità femminile che certo ha mosso questa intenzione della ragazza)

secondo) è che la donna del quadro - sempre a mio avviso - nonostante fosse apparsa alla protagonista come la solita rompiballe - alla fine sembra averle sussurrato fra le righe "......vai, fai come ti dice tuo padre, tanto avrai la tua piccola rivincita finale, la tua vittoria personale.... " .
Forse si spiega così, quella frase dell'autore che dice più o meno " la donna del quadro l'avevo fraintesa, o giù di lì

ciao

La penna del giorno ha scritto:

Mammolina:perchè scusarti?Tu dici quello che provi o "non" provi e lo fai con garbo.Io sto qui e faccio tesoro di tutto quello che leggo.

Nocturna:si,l'atmosfera inglese la preferisco.E se provassimo in congolese?

Signor Guisso:mi scusi,non mi permetterò mai più!

.. grazie pdg per la tua comprensione ... mi sembri me quando mi sono auto_fatta a pezzi su "umberto" ... sia come pdg che come mammolina!

Ogni volta che vengo a leggere cerco di mettermi dall'altra parte della barricata,ovvero dei lettori (qualcuno l'ha già fatto da queste parti) e,veramente,scopro in itinere qualcosa di nuovo con voi in positivo come in negativo.Io amo dire che apprendo dalle cose che mi piacciono tanto quanto da quelle che non mi piacciono perchè,quest'ultime,mi hanno mostrato un'altra parte di me importante.
A presto,PdG.

Ciao PdG, buon pomeriggio


L'incipit mi è piaciuto molto e sicuramente ha un ruolo decisivo nel preparare il lettore a una narrazione che si scopre poi scaturire dalla voce di una bambina. Tutto è visto attraverso i suoi occhi ed espresso con i suoi mezzi espressivi. Se letto di fretta può dare la sensazione di un testo piatto ma in realtà a me sembra un racconto curato stilisticamente proprio per questo motivo.

La storia l’ho sentita come una storia di iniziazione: da una parte un padre che vuole far compiere all’unica figlia femmina un passo importante, dall’altra una ragazzina sensibile, attenta, ferma nelle sue idee. La bambina non ha intenzione di rinunciare a crescere - e gli uccellini che si rifiuta di mangiare lo lasciano intravedere- e prende la via più difficile, quella che potrebbe addirittura portarla a una frattura con il padre. Insomma, una gran bella assunzione di responsabilità.
Mi è sembrata una scelta originale.

Ci sono dei periodi sui quali si è costretti a tornare per recuperare il filo. Si tratta di una scelta? Non saranno semplicemente sviste/refusi, così come qualche accento mancante?

PdG e a tutti i commentatori!

Vabbè: PDG, se vuoi, puoi darmi del tu. Se donna, puoi darmi tutto quello che vuoi... RISPOSTA PER ALDO REINA: perchè "Time out" è un tuo racconto indimenticabile!